Papa Benedetto XVI con il presidente della Mercedes Dieter Zetsche

Una Stella natalizia per il Santo Padre:
la Mercedes M è la nuova Papamobile

di Sergio Troise
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NAPOLI - Se anche le automobili hanno un’anima (agli inguaribili appassionati piace crederlo) è abbastanza probabile che i tanto vituperati Suv siano in pole position per conquistarsi un posto in paradiso. Sono infatti figlie dei Suv brutti sporchi e cattivi le candide papamobili utilizzate dal Vaticano per i viaggi apostolici del Pontefice. Auto speciali, sicure e protettive, che in molti casi svolgono ruolo da autentico “angelo custode” per l’illustre inquilino della Santa Sede.

Auto uniche, allestite con l’obiettivo di avvicinare il Papa alle folle,
senza per questo esporlo a rischi gravi, come quelli che fecero rischiare la vita a Giovanni Paolo II, il 13 maggio 1981, il giorno dell’attentato di Alì Agca. All’epoca, l’auto del Pontefice era una Campagnola donata al Vaticano dalla Fiat. Scoperta e priva di protezioni, era stata trasformata soltanto in funzione della visibilità, non certo per proteggere la vita del Santo Padre. Se, da quel giorno, le papamobili sono diventate piccoli bunker protetti da vetri antiproiettile, lo si deve al colpo di pistola dell’attentatore turco. Da allora la sicurezza dell’auto papale è diventata una priorità. Lo sanno bene i tedeschi di Mercedes Benz, che hanno impiegato nove mesi per trasformare la Classe M donata al Vaticano per il Natale 2012.

Due gli esemplari consegnati il 7 dicembre
, personalmente da Dieter Zetsche, presidente di Daimler AG, nel corso di una cerimonia nei Giardini vaticani. Una delle due nuove papamobili ha già accompagnato il Santo Padre in occasione della festa dell’Immacolata Concezione e dell’omaggio di Benedetto XVI alla statua della Vergine in Piazza di Spagna, a Roma.

La nuova papamobile è una Classe M modificata.
Verniciata in colore bianco perlato, è dotata di numerose tecnologie innovative, volte a rendere ancora più efficiente l’impianto di illuminazione interna e di climatizzazione, così come la comunicazione tra il guidatore e la cupola posteriore. Particolare curioso, rispetto alla precedente papamobile la vettura è più bassa di alcuni centimetri: non certo per modificare il baricentro in funzione della tenuta di strada, bensì per consentire un più agevole accesso al trasporto aereo, in occasione dei viaggi del Pontefice. Il progetto della nuova papamobile è stato avviato un anno fa e, come detto, sono occorsi nove mesi per adattare una Mercedes della serie W166 alle esigenze del Vaticano. Il concept e la produzione sono stati curati dagli ingegneri Mercedes con il supporto di partner esterni. L’alimentazione è a benzina verde, come per i modelli precedenti.

Da oltre 80 anni, Mercedes-Benz fornisce auto alla Santa Sede.
Un impegno iniziato nel 1930 con la Nurburg 460 Pullman Limousine consegnata a Pio XI, proseguito negli anni 60 con Giovanni XXIII, al quale fu consegnata una 300d decappottabile, e con Paolo VI, che ricevette prima una Mercedes Benz 600 Pullmann Landaulet, poi una 300 SEL. Negli ultimi anni Papa Wojtyla ha viaggiato a bordo di Classe G, per le celebrazioni in Piazza San Pietro, e della Classe M del 2002, oggi sostituita con la versione aggiornata appena consegnata a Benedetto XVI. Rimarrà comunque in servizio la Classe G del 2007, abitualmente adoperata per le cerimonie in Piazza San Pietro.

I garage vaticani sono pieni di auto donate alla Santa Sede.
Recentemente il parco auto papale si è arricchito anche di un veicolo elettrico, appositamente realizzato in un esemplare unico dalla Renault sulla base del modello Kangoo Maxi Z.E. Sviluppata in collaborazione con il carrozziere Gruau, l’auto a emissioni zero è stata consegnata personalmente dal presidente della casa francese Carlos Ghosn nel corso di una cerimonia svoltasi nel settembre scorso nella residenza pontificia di Castel Gandolfo. Anche altri costruttori si sono spesi per il Papa: dall’Isotta Fraschini alla Graham Paige di Detroit, dalla BMW alla Toyota, dalla Fiat alla Citroen. Un autentico capolavoro è la Victoria Sex che il 9 giugno 1930 fu donata a Pio XI dalla Società Italiana Automobile Citroen di Milano: le cromature, perfettamente conservate, sono in bagno d’oro, l’abitacolo è arredato con legni, velluti e merletti pregiati, come un salotto del 700. Tra le acquisizioni più recenti dei Musei Vaticani, anche un Maggiolino Volkswagen (dono del presidente del Messico, dove l’auto veniva costruita) e il volante della Ferrari di Formula 1 guidata nel 2003 da Michael Schumacher.

Dall’autobus alla papamobile, fu Wojtyla a segnare la svolta.
Instancabile viaggiatore, il Papa polacco aveva preso l’abitudine, durante le sue missioni pastorali in giro per il mondo, di sedersi accanto agli autisti degli autobus per “farsi vedere” meglio dalla gente che lo acclamava ai bordi delle strade. Tutto cominciò nel gennaio 1979 nella Repubblica Dominicana e in Messico. Ma ben presto ci si rese conto che trasformare grandi bus in moderne carrozze papali con qualche semplice modifica di allestimento e collocando ben in vista lo stemma pontificio non poteva bastare. E così si cominciò a pensare alle papamobili di moderna concezione. La Campagnola della Fiat sembrò la soluzione ideale. Ma l’attentato a Giovanni Paolo II del 1981 sconvolse i piani. Era necessario trovare soluzioni diverse per salvaguardare la vita del Papa.

Nacquero quindi le auto panoramiche blindate, costruite
non più sulla base di grandi autobus ma elaborate su telai di vetture fuoristrada a quattro ruote motrici. Le prime due furono realizzate nel 1982 dalla British Leyland, in Gran Bretagna, mentre un’altra coppia di papamobili fu costruita nello stesso anno in Spagna dalla Range Rover, in occasione del viaggio apostolico del novembre 1982. Da allora, molti Paesi costruirono autonomamente ulteriori versioni di papamobili, sia come gesto di creativa partecipazione locale per soddisfare le esigenze di mobilità del Pontefice nei viaggi, sia per ovviare talvolta alle complesse e costose difficoltà di trasporto delle autovetture panoramiche dal Vaticano ai Paesi di destinazione, spesso in altri continenti. Ne furono così costruite alcune decine, di varie marche e modelli, che oggi si trovano in vari musei del mondo a testimoniare il passaggio di una visita papale.

A fine anni 80 Daimler Benz costruì una papamobile molto elegante
e sofisticata su telaio Mercedes classe GL offrendone due esemplari a Giovanni Paolo II per i suoi viaggi. Nei dieci anni di servizio le papamobili appena sostituite hanno percorso circa 6000 km ciascuna. Sul mercato dell’usato rappresenterebbero un vero affare. Ma non sono in vendita. La prassi è che al momento della dismissione delle auto una venga destinata al Museo di Stoccarda di Mercedes-Benz, l’altra ai Musei Vaticani (Museo delle carrozze). Così si fece anche nel 2002, quando furono offerte, sempre a Giovanni Paolo II, le due papamobili su telaio Mercedes classe M poi utilizzate da Benedetto XVI fino ad oggi.

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Martedì 11 Dicembre 2012 - Ultimo aggiornamento: 21-12-2012 14:25 | © RIPRODUZIONE RISERVATA