A sinistra la Lykan della W, a destra la Lamborghini Aventador Roadster. Sullo sfondo l'inconfondibile skyline di Doha

Qatar Motor Show, un salone da Emiri:
supercar da sogno illuminano il Golfo

di Giorgio Ursicino
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DOHA - «Benvenuti nel paese delle meraviglie». Sbarcando nell’affascinante Qatar, sembra questa la sintesi del messaggio che manda agli ospiti Sheikh Hamad bin Khalifa al Thani, Sua Altezza l’Emiro. Basta guardare la baia dove è adagiata la Capitale per capire che qui non si scherza. Si fanno le cose sul serio e si fanno le cose in grande. Gli skyline di Manhattan o di Hong Kong, di Shanghai o di Sydney passano in secondo piano: grattaceli avvitati, plasmati, modellati, sculture di cristallo e acciaio firmate dagli architetti più famosi. Edifici costruiti negli anni Ottanta sono considerati vecchi e vengono sostituiti da costruzioni decisamente più artistiche e originali.

Un paese in grande crescita.
Non è un caso che in questo Paese ci sia il Pil pro-capire più alto del pianeta, quello che più si avvicina ai 100 mila dollari l’anno. Uno Stato con meno di due milioni di abitanti (370 mila a Doha) che nel 2022 organizzerà i Mondiali di calcio. In un posto del genere anche il mercato dell’auto vive un trend diverso rispetto a quello della vecchia Europa e il Qatar Motor Show continua a crescere proponendo addirittura anteprime mondiali. Certo non sono proprio delle citycar, ma i costruttori di astronavi scelgono questo palcoscenico per dare visibilità ai loro gioielli che qui circolano sulle strade come delle normali vetture (Rolls e Bentley, Ferrari e Lamborghini, Bugatti e Porsche). Un tuffo nell’ottimismo per Giada Michetti, l’amministratore delegato di GL Events Italia che è partner della Qatar Tourism Authority nell’organizzare la spettacolare manifestazione. GL Events Italia (un tempo era Promotor) dà vita al Motor Show di Bologna dal 1981 e il format del salone di Doha è un mix fra quelli di Ginevra e Bologna: gli stand nel padiglione coperto (è modernisimo, ma stanno già costruendo un nuovo quartiere fieristico) ricordano quelli dell’esposizione svizzera per semplicità ed eleganza, gli spettacoli e le esibizioni nelle aree esterne sono invece ispirati alla mitica Arena 48 fiore all’occhiello della fiera italiana della velocità.

Organizzazione italiana.
«Un salone in controtendenza, aumentano gli espositori e l’attenzione delle case costruttrici», ha commentato Giada Michetti proprio in questo periodo impegnata nel non facile tentativo di tenere in moto il Salone italiano in un mercato che continua a sprofondare (a gennaio le vendite sono scese di un altro 17,6% rispetto ad un 2012 che sembrava aver toccato il fondo). Sul Qatar Motor Show c’è la lunga mano anche di Sua Eccellenza Hamad bin Jassim bin Jaber Al Thani, lo sceicco che da 20 anni è ministro degli Esteri e da 5 anche Premier, oltre ad essere amministratore delegato della Qia. Si tratta della Qatar Investiment Authority, un fondo sovrano che possiede il 17% del gigante Volkswagen, oltre alla tv al Jazeera, alla squadra di calcio del Paris Saint Germain, ai magazzini Harrods, a Louis Vuitton, Dior, Valentino (lo Sceicco apprezza il lusso...). E in Italia ha recentemente acquistato anche il consorzio Costa Smeralda. Il Premier, che ha personalmente inaugurato il Motor Show soffermandosi con la stessa attenzione in tutti gli stand, fra le altre cose è anche fondatore e attuale chairman della Qatar Airways.

Il dominio dei cieli. Sembra poco ma è la conferma che Hamad bin Jassim bin Jaber Al Thani ha una discreta capacità organizzativa: nel 1995 la compagnia di bandiera ancora non esisteva, nel 2011 è stata eletta “Miglior compagnia aerea del mondo”, un titolo confermato nel 2012. La Qatar ha già 120 aerei tutti modernissimi (ci sono anche i Dreamliner 787 della Boeing) che collegano il Golfo con tutti i continenti e ha stanziato 50 miliardi di dollari (cinquanta...) per ordinare altri 250 velivoli. Non sarà facile togliere al Qatar la leadership dei cieli. Tornando con i piedi per terra, il salone di Doha ha fatto sognare gli oltre centomila visitatori accolti rigorosamente senza pagare (il biglietto lo offre l’Emiro).

Costruttori tutti presenti. All’edizione di quest’anno (è solo la terza) si sono aggiunti i pochi costruttori che ancora non c’erano: la Kia, la Mitusbishi, la McLaren e la Brabus (questi ultimi due non potevano mancare al salone del lusso). In più c’è stata la partecipazione straordinaria dell’atelier Bertone e della W Motors, il primo costruttore di supercar arabo. Proprio quest’ultimo ha esposto un’anteprima mondiale ammiratissima soprattutto in un contesto come questo. Si tratta della Lykan Hypersport, una supercar progettata nel Middle East con la collaborazione e la consulenza di numerose aziende di eccellenza europee, in particolare italiane. Il design che copre la scocca in carbonio ricorda un po’ le linee da stealth della Lamborghini, ma ha un suo fascino e una sua eleganza. Il motore è 6 cilindri boxer posteriore-centrale, con due turbine è in grado di sviluppare 750 cavalli e 1.000 Nm di coppia. I 100 km/h si raggiungono in soli 2,8 secondi, la velocità massima è di 390 orari. La società guidata da Ralph Debbas è stata costituita a Beirut, ma Lykan (un uccello mitologico in grado di trasformarsi) nasce a Dubai con pregiati pezzi provenienti da mezzo mondo.

La prima supercar araba.
La produzione è limitata a sette esemplari, al modico prezzo di 3,5 milioni di dollari (ma ci sono diamanti nei fari e nell’abitacolo...). Per i fortunati acquirenti un regalo speciale, una versione dedicata (solo sette esemplari) del Cyrus Klepcy, un orologio un po’ esclusivo che vale 200 mila dollari. Chi la comprerà mai? Il primo esemplare, quello esposto sullo stand, è stato venduto in un attimo (proprio al salone), al pari della Brabus 800 Widestar, un’altra anteprima mondiale derivata dalla Mercedes G 65 AMG. Anche in questo caso la potenza non scherza (i cavalli sono appunto 800) e il fuoristrada nudo e puro acellera da 0 a 100 in 4,2 secondi ed ha ruote da 23 pollici. Bentley ha portato in anteprima un set di valige dedicato per la sua ammiraglia Mulsanne, le italiane Lamborghini e Bertone hanno festeggiato i loro compleanni. Il marchio del gruppo Audi ha iniziato i brindisi per i 50 anni esponendo per la prima volta in pubblico (le precedenti apparizioni a Los Angeles e New York erano state rigorosamente ad inviti) la Aventador Roadster che in questi giorni sta mostrando le sue qualità sulle strade della Florida.

Il centenario di Bertone.
Atelier Bertone, invece, di anni ne ha festeggiati cento, impegnandosi a guardare il prossimo secolo di vita con la stessa determinazione. Al salone di Doha erano esposte quattro vetture bellissime, la Nuccio, la Pickster, la Aston Martin Jet 2 e la Jaguar B99, un settore che l’azienda italiana continuerà a portare avanti e già fra poche settimane a Ginevra ci sarà un’intrigante novità. Ma Bertone ora è anche Trasportation e Architettura. Sullo stand erano ammiratissimi un modellino della Bertone Tower e uno del Frecciarossa 1000, il nuovo supertreno da altissima velocità di Trenitalia di cui Bertone ha curato il design e gli interni per il consorzio AnsaldoBreda-Bombardier.

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Giovedì 7 Febbraio 2013 - Ultimo aggiornamento: 16-02-2013 17:15 | © RIPRODUZIONE RISERVATA