Un ausiliario della sosta al lavoro

Niente multe in cambio di pranzi, indagati ausiliario della sosta e ristoratore

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 COMO - È durata quasi due anni l’indagine della polizia locale di Como grazie alla quale è stato scoperto un illecito accordo fra alcuni dipendenti di un ristorante di piazza Matteotti e un ausiliario della sosta della Como Servizi Urbani che ometteva di sanzionare le autovetture dei dipendenti e dei clienti della struttura ricettiva. L’attività investigativa, avviata a seguito di segnalazioni dei responsabili della Csu (società concessionaria nella gestione delle aree di sosta a pagamento), ha fatto emergere un quadro di contiguità e relazioni confidenziali fra un ausiliario della sosta e i dipendenti del ristorante. Figure centrali dell’inchiesta risultano essere quelle del caposala, 40 anni, di origine tunisina con cittadinanza italiana, e l’ausiliario della sosta di 65 anni, comasco, che le indagini hanno evidenziato essere l’artefice di un accordo per omettere i controlli della sosta e di cui hanno beneficiato, oltre ai dipendenti dell’attività (cuochi e camerieri), gli inconsapevoli clienti del bed and breakfast collegato al ristorante.

I primi passi degli agenti dell’unità operativa Sicurezza urbana, diretti dal commissario capo Aurelio Giannini, hanno portato proprio agli ospiti che hanno alloggiato nella struttura e sulle cui auto, parcheggiate negli stalli blu, venivano esposti i biglietti da visita del ristorante. Una circostanza singolare che ha acceso i riflettori sulla vicenda, anche alla luce di quanto hanno accertato poi gli investigatori interrogando le banche dati, che cioè molto raramente i veicoli in uso ai clienti del b&b sono stati sanzionati, sebbene privi di ticket di pagamento. Un’altra anomalia è stata individuata dagli uomini della polizia locale visitando il sito Internet della struttura, sul quale, fra i servizi pubblicizzati, compare la scritta: "Parcheggio privato gratis/parcheggio gratuito", nonostante l’attività non avesse spazi da riservare alle autovetture dei propri clienti. Per capire quale fosse il sistema attuato sono stati ascoltati turisti provenienti da varie parti d’Italia che hanno prenotato nel b&b; le dichiarazioni dei testimoni hanno confermato i sospetti degli investigatori, che, collegando i tasselli del mosaico, hanno iniziato a delineare un quadro articolato di illeciti.

Un ospite proveniente dalla Sicilia, in particolare, ha raccontato agli inquirenti di come l’addetto alla reception lo avesse rassicurato sul fatto che il ‘parcheggio è privato poiché dato in concessione dal Comunè; o un altro, che durante il check viene detto che: ‘gli stalli blu sono gratuiti poiché il parcheggio privato dell’albergo è in ristrutturazionè e ancora «non c’è bisogno di pagare il parcheggio poiché i vigili non avrebbero sanzionato etc». Ai clienti del b&b appena giunti in riva al lago gli operatori dell’attività ricettiva al momento della registrazione consegnavano il biglietto da visita (che andava posizionato sul cruscotto) e specificavano che le auto in uso agli ospiti della struttura sono esentate dal pagamento del ticket. In realtà l’indicazione di esporre il biglietto da visita nascondeva un’altra verità. Preso atto delle risultanze, dopo una impegnativa attività di polizia giudiziaria fatta di appostamenti e osservazioni al fine di raccogliere ulteriori riscontri, in accordo con la Procura della Repubblica, sono state installate delle telecamere con l’obiettivo di riprendere l’ingresso del ristorante, i parcheggi di via Foscolo e largo Leopardi con i due parcometri ivi posizionati. Quanto emerso nel corso delle prime indagini è risultato agli occhi degli investigatori ancor più evidente dopo l’analisi dei filmati.

Dalle riprese video è affiorato un sistema illecito collaudato, frutto dell’accordo fra il capo sala e l’ausiliario coinvolto, il quale nel verificare il pagamento della sosta nel quadrilatero Matteotti, Leopardi, Foscolo, Manzoni, si guardava bene dal sanzionare le auto “amiche”. In alcuni casi l’operatore della Csu indagato, prima di iniziare i controlli dei veicoli in sosta, si recava all’interno del ristorante per avvisare i dipendenti. Emblematiche al riguardo le immagini che ritraggono i camerieri uscire velocemente per pagare i ticket. Preziose anche le registrazioni che immortalano figure con uniforme da chef o cameriere dare addirittura indicazioni all’ausiliario della sosta su quali siano le auto da “salvaguardare”. A testimonianza del grado di contiguità che lega l’ausiliario della sosta al capo sala, risulta una registrazione video dalla quale si può notare come, durante un controllo delle auto parcheggiate davanti all’ingresso del ristorante, finga di multare la Bmw in uso al capo sala (ovviamente priva di ticket), addirittura simulando lo scatto della foto con il tablet (adempimento, quello dello scatto della foto del veicolo da multare, previsto dal protocollo operativo della Csu); la messa in scena viene perfezionata lasciando sul parabrezza una finta sanzione, senza che in realtà sia redatto alcun preavviso di violazione.

A conferma di questa ricostruzione si è accertato presso le banche dati che in quella giornata il veicolo non è stato multato. La visione dei filmati ha consentito altresì di accertare come camerieri e chef, approfittando del sistema illecito, abbiano beneficiato della sosta gratuita per giornate intere, con evidenti vantaggi economici derivanti dal mancato esborso di danaro. Si consideri come nell’area in esame il costo della sosta dalle 08.00 alle 20.00 sia pari a 23 euro con costi che variano a seconda di quanto il veicolo permane nel parcheggio. Nel periodo di captazione delle immagini, appare rilevante il dato relativo al danno economico per la Csu: nell’intervallo di tempo a cavallo fra aprile e maggio 2019 si è stimato in maniera puntuale come il mancato pagamento della sosta da parte di ogni dipendente del ristorante, (dal momento in cui arriva sino a quando ultimato il turno libera lo stallo blu) abbia prodotto un ammanco mensile alla Como Servizi Urbani pari a circa 1.100 euro. Dato, quest’ultimo, che se coniugato con le omesse sanzioni e i mancati pagamenti delle auto dei clienti della struttura, determina una perdita annua per le casse pubbliche di migliaia di euro. Il sospetto degli inquirenti, ancorché non vi siano altri indagati fra gli ausiliari, è che vi possa essere il coinvolgimento di un numero più ampio di soggetti che nella zona di piazza Matteotti ha chiuso più di un occhio.

 La ricostruzione fatta dagli inquirenti ha trovato riscontri anche nelle ammissioni fatte da alcune delle persone ascoltate a sommarie informazioni, ovvero dipendenti che, di fronte alle domande degli inquirenti, hanno fornito conferme alle ipotesi alle quali erano giunti al comando di viale Innocenzo. Il ruolo cardine dell’ausiliario, vero ‘dominus’ del sistema illegale attuato con la complicità del capo sala, «appare ancor più pregnante - fa sapere la polizia locale in una nota - allorquando, pur non potendo operare in prima persona perché assegnato ad altra zona, cerca comunque di intervenire sui colleghi che hanno sanzionato le auto dei dipendenti del ristorante». Le chat e le risposte, in alcuni casi colorite, sono indicative del ruolo che l’ausiliario si era ritagliato quale uomo di riferimento del ristorante per questioni inerenti soste e multe. ‘Amore multa!’, scrive in un messaggio Whatsapp un dipendente del ristorante rivolgendosi all’ausiliario indagato; ‘Amore te l’ha data uno stro...’ è la risposta dell’operatore che lascia intendere come l’autore della sanzione non sia corruttibile e che non è possibile cestinare il preavviso. A conclusione delle indagini la Procura della Repubblica ha notificato avvisi di garanzia ai due indagati.

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Venerdì 2 Ottobre 2020 - Ultimo aggiornamento: 05-10-2020 09:43 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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