Il nuovo Nissan Murano prodotto nello stabilimento russo di San Pietroburgo almeno per il momento non verrà importato in Italia

Nissan, doppio brindisi a San Pietroburgo: il nuovo Murano ed i 10 anni di produzione

di Mattia Eccheli
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SAN PIETROBURGO – Il nuovo crossover che viene dal freddo è Nissan Murano. Con l'avvio della produzione della terza generazione del modello, il costruttore giapponese ha festeggiato i 10 anni dello stabilimento di San Pietroburgo: nel giugno del 2016 la firma dell'accordo tra il costruttore e le autorità locali e nel luglio dell'anno successivo la posa della prima pietra. Nissan – con il 6,5% di quota il sesto marchio più venduto in Russia – ha confermato che per il modello, decisamente filante con il suo nuovo design, non esiste ancora un futuro nell'Europa Occidentale e quindi nemmeno in Italia. Almeno per ora.

In Russia, Murano sarà disponibile con due motori: l'unità V6 a gasolio della serie VQ da 3.5 litri DOHC da 249 cavalli e 325 N di coppia abbinato al cambio CVT Xtronic e quella ibrida composta dal propulsore benzina da 2.5 litri e dal motore elettrico da 15 kW per un totale di 254 cavalli di potenza di sistema e 378 Nm di coppia. Messo a punto in modo specifico per il mercato del paese con particolare attenzione ad altezza da terra e sterzo, il modello sarà il primo veicolo Nissan prodotto a San Pietroburgo equipaggiato con la funzione Era-Glonass, un sistema di chiamata di emergenza che in caso di incidente invia automaticamente informazioni ai servizi di emergenza.

A San Pietroburgo, Murano viene fabbricato sulla stessa linea di X-Trail, Qashqai e Pathfinder, a conferma dell'elevata flessibilità dello stabilimento russo, la cui capacità produttiva è stata portata a oltre 100.000 unità l'anno con la possibilità di accogliere anche un quinto modello. Il crollo del mercato del paese (un altro 14,7% in meno nei primi cinque mesi del 2016, poco sopra le 548.000 unità) sta frenando lo sviluppo del sito, sul quale Nissan ha investito finora 312 milioni di euro.

Alla periferia della giovanissima metropoli (la costruzione è cominciata nel 1703) da 5 milioni di abitanti (seconda città della Russia), il costruttore nipponico dell'Alleanza si è assicurato un'area di 165 ettari, paragonabile a quella di Sunderland (Regno Unito). Significa che la superficie produttiva potenziale è di oltre mezzo milione di veicoli. Attualmente sono stati impiegati “appena” 120.000 metri quadrati.

Dalle linee di produzione del sito di San Pietroburgo sono usciti finora 230.000 veicoli: la prima auto ha lasciato la fabbrica nel 2009. L'anno scorso sono stati poco meno di 35.000, destinati a salire con Murano ed a venire comunque commercializzati solo in Russia. Gli occupati sono 1.700, impiegati su un solo turno giornaliero. Anche Vladimir Putin ha reso omaggio al sito dove in oltre sei anni sono stati utilizzati 400 milioni di componenti e circa 2.000 tonnellate di pittura. L'impianto ha funzionato per un totale di 28.290 ore lavorative.

Il 42enne direttore Dimitry Mikhailov punta ad aumentare i volumi: “Noi siamo pronti”, precisa. Nessuno si sbilancia circa il nome del quinto modello, anche se Mikhailov dice che “sarebbe un onore produrre qui anche Infiniti”. Dal punto di vista qualitativo, la “sua” fabbrica ha le carte in regola: sia nel 2014 sia nel 2015 San Pietroburgo è stato riconosciuto quale “Best Factory in product qualitiy” (miglior stabilimento come qualità di prodotto) tra i siti Nissan nell'ambito dell'Alliance Production Way che analizza l'efficienza e validità di tutti gli impianti del gruppo. Ora non gli resta che aspettare la ripresa del mercato: secondo gli analisti il fondo è stato raggiunto.
 

 

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Lunedì 8 Agosto 2016 - Ultimo aggiornamento: 10-08-2016 12:19 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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