Eugenio Franzetti, direttore relazioni esterne PSA Italia con la Citroen Cactus e la DS4

PSA, il gruppo francese in forte ripresa punta sulla decisa identità dei tre marchi

di Sergio Troise
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RICCIONE. Back in the race, tornare in corsa, è il piano varato dal gruppo PSA (Peugeot, Citroen, DS) per il quadriennio 2014-2018. L’obiettivo dichiarato di Carlos Tavares, presidente del gruppo da 18 mesi, è affermarsi come costruttore di livello globale, valorizzando il proprio know-how e generando redditi. Ce la faranno gli ambiziosi francesi? Per fare il punto sulla situazione, la filiazione italiana di PSA ha organizzato a Riccione “PSA&Friends”, evento nel corso del quale il Ceo di PSA Italia, Olivier Monet, ha spiegato che il gruppo “è in anticipo sulla tabella di marcia” e ha illustrato nei dettagli i risultati raggiunti, i prossimi obiettivi, e alcune novità di prodotto in arrivo.

Sono 9 le novità in calendario per il 2016. Quattro avranno marchio Peugeot, tre Citroen, due DS. Le (poche) anticipazioni concesse dai vertici del gruppo francese lasciano trapelare che Peugeot dovrebbe presentare qualcosa di nuovo nel settore dei Suv/crossover di dimensioni compatte (segmento C), ovvero lanciare la nuova 3008; Citroen dovrebbe svelare la nuova C3, mentre DS farà esordire la DS3 di nuova generazione. Intanto, già sono ordinabili le nuove Peugeot 308 GTi nelle varianti da 250 e 270 cv, e la DS4 Restyling anche nel nuovo allestimento Crossback. Citroen, invece, chiude l’anno 2015 con il lancio a 12.950 euro di una entry level della Cactus con motore 1.2 da 75 cv (adatta ai neopatentati).      

Tra i principali motivi d’orgoglio di PSA c’è il consolidamento del secondo posto assoluto tra i costruttori europei e la leadership nella riduzione delle emissioni di CO2, con una media di 106,9 grammi/km. “Ma al di là del ruolo nel Vecchio Continente – ha tenuto a ricordare Monet – siamo presenti in 160 Paesi e abbiamo 184mila dipendenti diretti; gli stabilimenti di produzione sono 13, ai quali vanno aggiunti otto centri di ricerca e sviluppo e otto joint venture o collaborazioni con altri partner”.

Superata quota 1.500.000 veicoli venduti nei primi sei mesi del 2015. Ciò grazie ad una organizzazione commerciale che abbraccia sei aree nel mondo: Cina e Sud Est asiatico, Eurasia, Europa, India e Pacifico, America Latina, Medio Oriente e Africa. Il fatturato, comprensivo dei veicoli commerciali e della sezione motoscooter, ha raggiunto i 28.904 miliardi di euro, registrando un incremento del 6,9% rispetto al primo semestre 2014. E’ invece del 4,3% l’incremento di fatturato della sola divisione auto, che ha registrato un risultato operativo di quasi un miliardo (975 milioni di euro).
L’Italia ha recitato un ruolo importante in questa ripresa. A fine ottobre i veicoli venduti erano 136.000, l’obiettivo per fine anno è 160.000. “Per la prima volta dopo sette anni - ha ricordato il numero uno di PSA Italia - abbiamo registrato una crescita a due cifre e siamo il terzo gruppo del Paese, con una quota di mercato attorno al 10%, un fatturato di 1530 milioni di euro nei primi nove mesi dell’anno e una rete di distribuzione che copre l’intero territorio, grazie a 234 concessionari, 244 distributori di ricambi e 933 centri di riparazione, per un totale di oltre cinquemila persone che lavorano in Italia grazie al gruppo PSA”.

La strategia del gruppo si fonda sulle peculiarità dei tre marchi, Peugeot, Citroen e DS, indipendenti per immagine e posizionamento sul mercato, ma strettamente collegati tra loro per lo sfruttamento di sinergie relative a pianali, motori, meccanica. “La grande novità – ha tenuto a sottolineare Monet - è l’autonomia che abbiamo dato a DS, diventato il marchio premium del gruppo. Qui si punta su un design all’avanguardia, sul lusso alla francese, su raffinatezza e tecnologia. L’attenzione ai dettagli è estrema, e tutto si fonde con una tradizione importante di innovazione, tanto che il claim di DS è spirit of avant-garde”.

Diverse le vocazioni degli altri due marchi. Lo ha spiegato una volta di più il numero uno di PSA Italia, ricordando che “Citroen si concentra sulle esigenze di mobilità del cliente con auto originali, creative, anche audaci, ma sempre a misura d’uomo, accessibili, proposte a prezzi competitivi, come furono un tempo la Traction Avant, la Due Cavalli, la Mehari, oggi la Cactus; mentre Peugeot si conferma marchio generalista d’alta gamma, nel senso che persegue la qualità con prodotti eleganti, dinamici e tecnologici, con un tocco di sportività che regala esperienze di guida uniche, come dimostra la versione GTi della 308”.

A proposito di sportività, nel corso di PSA&Friends è stato ricordato il “ruolo fondamentale” dello sport motoristico nelle attività del gruppo francese, tanto che operano tre divisioni separate: Peugeot Sport, Citroen Racing e DS Performance. Citroen – come è noto – ha appena vinto il secondo titolo mondiale consecutivo (piloti e costruttori) nel WTCC; le DS3 si battono con buoni risultati nel Mondiale Rally (secondo posto nella classifica costruttori), mentre la monoposto DS Virgin Racing ha appena esordito a Pechino nel Mondiale di Formula E, il campionato ecologico riservato alle monoposto elettriche. Se non bastasse, nel palmares di Peugeot ci sono imprese entrate nella storia dell’automobilismo, come lo sdoganamento del diesel nella 24 Ore di Le Mans e il trionfo del 2013 nella mitica Pikes Peak americana, per non dire del Mondiale WRX vinto con la 208 al secondo anno di partecipazione e dell’imminente partecipazione alla Dakar con una nuova evoluzione della 208 DKR.

I nove titoli vinti con Paolo Andreucci nel campionato italiano Rally rappresentano il valore aggiunto ai successi commerciali della filiazione italiana di PSA. Che di recente ha anche allestito una versione racing della Citroen C3, la C3 Max, adatta sia alla pista sia alle cronoscalate. In cantiere anche un piano Junior Team, per sostenere l’attività di giovani piloti meritevoli. Ma il gruppo è in attesa dei regolamenti sportivi 2016 per valutare cosa fare per essere protagonista nell’attività agonistica nazionale. “Lo sport – spiega infatti Monet – è un interessante strumento di promozione, ma ha costi molto elevati e dunque si deve trovare il sostegno di sponsor e valutare con loro cosa fare”.              
   


 

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Sabato 12 Dicembre 2015 - Ultimo aggiornamento: 14-12-2015 23:16 | © RIPRODUZIONE RISERVATA