Smog a Roma, la linea talebana è stata un flop e la sindaca scopre il buon senso

Smog a Roma, la linea talebana è stata un flop e la sindaca scopre il buon senso

di Giorgio Ursicino
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ROMA Tanto tuonò che piovve. L'anticiclone che per settimane ha dominato la scena sul Mediterraneo alza bandiera bianca e lascia il campo alla bassa pressione che come un aspiratore attira aria fredda dal Nord Europa riportando la stagione invernale. Mai pioggia e vento furono tanto attesi perché porteranno via le polveri sottili rendendo l'aria di nuovo respirabile. Soprattutto a Roma. In Campidoglio tirano un sospiro di sollievo e consentono all'amministrazione comunale di togliere l'assedio al diesel che ha reso prigionieri migliaia di romani in una settimana infernale per i trasporti e la vita della città.

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La sindaca Raggi, questa volta, è stata rapidissima e, ancor prima che arrivassero gli acquazzoni sbarcati nella Capitale in nottata, ha programmato la libera circolazione per oggi confidando nella riduzione dell'inquinamento. Ma sarà solo una tregua perché nei prossimi giorni è previsto freddo, ma di nuovo tempo asciutto e le polveri fanno presto a risalire di nuovo. Che fare? Come comportarsi con le nuove limitazioni al traffico? Mantenere la linea talebana utilizzata finora che sparava anche sui virtuosi o mettere in campo il buon senso ed adottare i consigli provenienti da tutte le parti

LE PROTESTE
Lasciando libere le vetture più ecologiche e fermare ai box le carrette più vecchie forse il risultato sarà migliore e le proteste si calmeranno. Incredibile ma vero, il granitico muro eretto dalla Raggi mostra le prime crepe e potrebbe sfaldarsi di fronte all'ovvietà. Sembra che il dipartimento ambiente del municipio stia studiando uno schema diverso, più normale. Udite, udite, questa volta, se verranno infranti i limiti di tossicità dell'aria, saranno stoppate le auto più inquinanti e non quelle più ecologiche. Quindi è quasi certo che verranno lasciate a casa le auto a benzina Euro 3 che oggettivamente sono troppo vecchie e malandate per avere il via libera in una situazione tanto emergenziale. Che fine faranno invece le diesel Euro 6 che tante polemiche hanno scatenato sollevando le proteste non solo dei proprietari? Qui la situazione è più complessa perché il caso rischia di diventare politico e far perdere una valanga di consensi a chi guida la città. Ormai è evidente a tutti che andare a penalizzare le vetture appena uscite dallo showroom del concessionario è stato un errore, ma non è tanto facile ammetterlo poiché il blocco ha causato tanti disagi scatenando la rabbia. Col tempo si dimenticano molte cose e se fosse primavera inoltrata tutto sarebbe più facile perché il problema si ripresenterebbe l'anno prossimo. Invece abbiamo ancora settimane invernali davanti e la questione diesel deve essere affrontata. Serve un po' di coraggio, ma va fatto. In fondo, anche nel sito del comune di Roma, dove in un mix fra il politico e lo scientifico si cerca di spiegare ai cittadini i criteri con cui sono state prese alcune decisioni, non emergono le colpe dei diesel Euro 6 che hanno livelli di ossidi di azoto e di particolato uguali a quelli delle Euro 6 a benzina.

I NUOVI MOTORI
Ci si arrampica sugli specchi, invece, per tentare di non riconoscere i meriti del motore a gasolio per le emissioni di CO2. Si dice che non è un veleno, ma un climalterante che non ha effetti sulla salute e sull'ambiente. Eppure, a tutti i summit globali sul futuro del pianeta, proprio la CO2 è finita sul banco degli imputati e tutti i paesi si sono dati dei limiti da ora al 2050. Da questo punto di vista il diesel è imbattibile e, da qualche anno a questa parte con in calo delle vendite della vetture a gasolio, le emissioni medie di CO2 sono pericolosamente tornate a salire.

 

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Sabato 18 Gennaio 2020 - Ultimo aggiornamento: 19-01-2020 06:27 | © RIPRODUZIONE RISERVATA