La Smart prima serie

Dallo Swatch alla Smart, l’intuizione di Nicolas Hayek che cambiò l’automobile

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Non solo orologi: c’è l’intuizione dell’imprenditore svizzero Nicolas Hayek - l’uomo che ha “regalato” gli Swatch al mondo - dietro l’ auto che un quarto di secolo fa ha cambiato nelle metropoli di mezzo mondo il modo di muoversi in auto, la Smart. Una idea che puntava a trasportare nella mobilità il concetto degli orologi semplici, funzionali, poco costosi ma anche belli, gli Swatch, appunto. L’idea di Hayek partiva da una constatazione basilare, e cioè che gran parte degli spostamenti urbani - in spazi sempre più ristretti - avveniva su vetture ‘abitatè dal solo conducente, al massimo da un secondo passeggero. Su questa linea si erano mossi nei decenni passati già altri costruttori come gli italiani di Iso Rivolta, produttori della celebre Isetta che - costruita in seguito su licenza dalla Bmw - si era rivelata la salvezza economica per il marchio bavarese. Ma nel dopoguerra le cosiddette utilitarie - piccole, semplici e poco costose da mantenere - erano diventate le prime auto delle famiglie europee. Ma negli anni ottanta le cose erano cambiate e la mobilità urbana era sempre più "al singolare".

Da questa consapevolezza, matura l’idea di Hayek che nel 1989 Nicolas Hayek annuncia lìintenzione di lanciare sul mercato una city car. I primi contatti con i tedeschi di Volkswagen (appunto ‘ auto del popolò, quindi partner perfetti) non approdarono a nulla e Hayek - dopo aver contattato Bmw, Fiat, General Motors e Renault - alla fine nel 1992 raccolse l’interesse del partner meno probabile, Daimler, che - al fianco della sua gamma di auto premium - aveva già avviato nel 1990 un progetto simile, quello della MCC, la Micro Compact Car. I primi prototipi vennero presentati al’imprenditore, che era già andato avanti con la sua Hayek Engineering e il Politecnico di Biel sull’idea di una city car elettrica. In gran segreto la partnership prese corpo anche se i tedeschi bocciarono l’idea di una vettura spinta dalle batterie, giudicata troppo costosa. Un giudizio che vent’anni dopo verrà clamorosamente smentito proprio da Smart. Trovata un’intesa svizzeri e tedeschi annunciarono a marzo 1994 la nascita della società Micro Compact Car AG, con sede a Biel, in Svizzera: Hayek - o meglio Swatch - avrebbe avuto il 49% mentre il restante 51% era di proprietà di Daimler.

Nell’occasione vengono presentati due concept, già molto vicini alla futura smart: si chiamano Eco-Sprinter ed Eco-Speedster. Il primo è spinto da un motore elettrico da 54 CV, il secondo, praticamente una versione cabriolet, da un 3 cilindri a benzina. Entrambi misurano 2 metri e 50 in lunghezza. I primi due prototipi della MCC erano spinti rispettivamente da un motore elettrico e da uno a benzina. Dopo alcuni test deludenti, la prima versione fu cancellata e si andò avanti sul secondo progetto che già prefiguarava il modello finale. nel 1994 fu deliberato il design definitivo e fu annunciata la sede produttiva della nuova auto, uno stabilimento ad Hambach, in Francia. L’anno dopo, fu comunicato il nome della rivoluzionaria vettura, e cioè ‘Smart’, ovvero ‘furbo, intelligentè, ma anche acronimo di ‘Swatch Mercedes Art’. Nel 1996 il debutto ufficiale alle Olimpiadi di Atlanta e al Salone di Parigi. Ma quando già la stampa aveva testato i primi esemplari a Barcellona, la doccia fredda: in un ‘test dell’Alcè, ovvero una brusca sterzata senza decelerare, la city car si ribalta. La produzione - nonostante già 160 mila prenotazioni - viene bloccata, le sospensioni vengono riviste e adeguate con un costoso controllo di stabilità e il listino, già impegnativo, viene rivisto al rialzo.

L’avventura Smart si rivela quindi molto “esosa” dal punto di vista finanziario e - mentre Mercedes fatica a convincere i clienti europei (esclusa l’Italia, dove il modello è da sempre un successo) - gli investimenti necessari finiscono con lo scoraggiare Hayek, che nel 1998 cede le sue quote della MCC interamente a Daimler. La storia di Smart va avanti fino ad oggi, fra alti e bassi, fino alla presentazione del primo modello 100% elettrico nel 2009, seguito dalla nuova generazione, la Smart #1, costruita in Cina, un modello che con il suo motore a zero emissioni sarebbe piaciuto al geniale imprenditore svizzero. Anche se, con i suoi 4 posti e il suo prezzo poco “popolare”, lontanissimo dall’idea che aveva spinto Hayek a sognare il ‘modello Smart’ su quattro ruote.

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Mercoledì 1 Marzo 2023 - Ultimo aggiornamento: 02-03-2023 10:23 | © RIPRODUZIONE RISERVATA