La Seat Tarraco

Tarraco show, il maxi Suv di Seat dove viaggiare è un piacere

di Cesare Cappa
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ERRACHIDIA - La dinastia dei Suv in Casa Seat prosegue nel segno di Tarraco. L’estremo opposto rispetto ad Arona – che rappresenta l’entry level sia in termini di prezzo che di dimensioni – il nuovo modello strizza l’occhio ad un pubblico decisamente diverso. Perché se l’idea di famigliare oggi stona, la necessità di spazio non è mai venuta meno. Così Tarraco risponde alle esigenze di quei nuclei in cui la questione volume è pressoché fondamentale. Lo dicono in primis le dimensioni del Suv spagnolo: la lunghezza segna quota 4,735 metri, la larghezza 1,839, chiude l’altezza a 1,674 metri. Numeri che non la classificano come citycar, bensì come maxi Sport Utility Vehicle. Un quadro che deriva dalla scelta di aver impiegato il pianale Mqb, nella versione denominata A. Ossia quella con il passo più lungo disponibile.
 

In tema di possibilità, la nuova Tarraco è opzionabile anche in configurazione 7 posti. Una variabile che comporta un esborso di 815 euro. I sedili sono ripiegabili all’interno del vano bagagli. Elemento, quest’ultimo, attorno al quale Tarraco si gioca la propria immagine di vettura fruibile da tutto e da tutti. I litri sono 760 quando in abitacolo presenziano 5 sedute (700 se sono piegati nel vano i due sedili aggiuntivi). Mentre sulle versioni a 7 posti la quota scende a 230 litri quando tutte le sedute sono in posizione. Valori decisamente importanti, segno inequivocabile che spazio e fruibilità siano ai primi posti nella classifica personale di Tarraco. Ma limitarsi a parlare di volumi sarebbe comunque riduttivo per qualificare il Suv di Casa Seat. Perché una parte importante del valore aggiunto del modello spagnolo, si palesa sul fronte tecnologico. Indipendentemente dalle variabili offerte dal listino, ci sono elementi che lo distinguono da molti competitor (fanno eccezione i rivali casalinghi). Come la possibilità di dotarsi di un sistema d’infotainment che annoveri allo stesso tempo Apple CarPlay, Android Auto e MirrorLink. Un trittico che dovrebbe assicurare a chiunque la connettività con il proprio smartphone, celebrato nel segno di Seat Full Link. Il tutto condito dalla presenza del Seat Media Cockpit, che manda ufficialmente in pensione l’idea di analogico. Tecnologie che hanno pure un controvalore in sicurezza, essendo Tarraco equipaggiato con sistemi come il Front Assist e il Lane Assist.

La trazione anteriore è parte fondante delle ultime generazioni di Sport Utility Vehicle, e non poteva essere altrimenti per Seat Tarraco. Ma se l’idea del baricentro alto è in qualche modo legata alla presenza delle quattro ruote motrici, il Suv spagnolo risponde a tono. La trazione integrale di Tarraco derivata infatti da quella presente su numerose vetture del Gruppo Volkswagen. Le cui specifiche sono rappresentate essenzialmente dalla presenza di un pacco frizioni posto davanti al differenziale posteriore. Di default la trazione è trasmessa al solo asse anteriore, ma in caso di necessità (leggasi perdita di aderenza), il pacco si chiude e la coppia passa pure all’asse posteriore. Le percentuali variano a seconda della particolare situazione di marcia, sino ad arrivare ad un 50-50. Entrambi i differenziali, sia quello all’avantreno che quello al retrotreno, sono di tipo aperto. A fungere da autobloccante ci pensa l’impianto frenante che, grazie all’intervento puntuale sui singoli freni, “smorza” la ruota (o le ruote) che sta perdendo aderenza. È comunque l’elettronica a sovrintendere la trazione 4x4. Il sistema prevede dei settaggi che coinvolgono anche cambio automatico DSG a 7 rapporti e il motore (cambia la risposta dell’acceleratore). Diverse infatti sono le modalità disponibili su Tarraco e annoverano Eco, Comfort, Sport, oltre ad una specifica per l’off-road e ad un’altra per la neve. La disponibilità delle quattro ruote motrici riguarda alcune delle motorizzazioni presenti sulla gamma Tarraco. Ad essere esentato dal 4x4 è il quattro cilindri turbo benzina di 1,5 litri, meglio identificato come 1.5 TSI. Si tratta di un propulsore capace di 150 cavalli di potenza e 250 Nm di coppia motrice.

Diverse invece le peculiarità del 2.0 TSI benzina da 190 cavalli e 320 Nm di coppia. Al di là della cubatura maggiore, si distingue per la presenza della trazione integrale 4Drive e per quella del cambio automatico doppia frizione DSG a sette rapporti. Quando invece sul 1.5 TSI è presente un elemento manuale a sei marce. Lo stesso che ritroviamo sulla motorizzazione diesel d’ingresso: si tratta infatti del due litri TDI da 150 cavalli. In questa configurazione i 340 Nm di coppia motrice devono fare i conti con la sola trazione anteriore. Per passare alle quattro ruote motrici del sistema 4Drive, bisogna mettere in conto pure il cambio doppia frizione DSG a sette rapporti, il cui codice rappresentativo è lo stesso del cambio del 2.0 TSI. È altresì disponibile una versione ancora più prestazionale del 2.0 TDI, la cui quota di potenza passa a 190 cavalli e quella della coppia a 400 Nm. Anche in questo caso il sistema 4Drive è standard, così come il DSG a sette marce (sebbene con un codice di prodotto differente).

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Giovedì 25 Aprile 2019 - Ultimo aggiornamento: 19:02 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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