La Toyota C-HR GR Sport si ispira al team Gazoo Racing con una veste più sportiva e ha interni rivestiti in Alcantara

Toyota C-HR GR Sport, quando il crossover ibrido più venduto si riveste d’Alcantara

di Nicola Desiderio
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ROMA - Un successo giapponese e un successo italiano, se messi insieme, danno la Toyota C-HR GR Sport, ultima versione del crossover della casa di Nagoya che, tra i suoi elementi salienti, ha gli interni in Alcantara, uno dei rivestimenti più ricercati per la sua raffinatezza e funzionalità, e non solo per le automobili.

E in realtà il ponte tra Italia-Giappone era stato costruito molti anni fa, nel 1972 quando l’ANIC (che poi sarebbe diventata ENI) e Toray (gigante mondiale della chimica) formarono la joint-venture ANTOR per produrre un materiale brevettato due anni prima dallo scienziato Miyoshi Okamoto. Gli fu dato il nome Alcantara che deriva dall’arabo e vuole dire “il ponte”. Da allora l’Alcantara è diventato sinonimo di Made in Italy nel mondo e, pur avendo dal 1995 azionisti esclusivamente nipponici (Toray 70% e Mitsui 30%), continua ad essere prodotto solo e soltanto a Nera Montoro, vicino Terni, e ad avere la direzione commerciale a Milano. Un incontro reso possibile anche da una comunanza di visioni visto che storicamente Toyota ha fatto della riduzione dell’impatto ambientale uno dei suoi cavalli di battaglia e Alcantara è dal 2009 un’azienda a impatto zero di anidride carbonica.

Questo ponte diventa ancora più forte con la Toyota C-HR GR Sport, una versione che segna un ulteriore riavvicinamento del marchio verso la sua anima sportiva proprio nei giorni in cui il team Gazoo Racing ha sfiorato la vittoria alla Dakar, ha presentato la nuova Hypercar GR010 per continuare il dominio triennale nel WEC e a Le Mans e, da detentore del titolo piloti nel WRC, ha vinto il Rally di Monte Carlo con una doppietta e portando tutte e 4 le sue Yaris WRC nei primi 6 posti. Da par suo, Toyota e C-HR se la cavano piuttosto bene presso il pubblico visto che il marchio di Nagoya ha portato la propria quota in Europa al 6% e in Italia al 5,4% e il suo crossover è la terza colonna delle vendite con 116mila unità nel Continente delle quali oltre 11mila al di sotto delle Alpi portando a oltre 60mila il numero totale dal 2016. La CH-R è il crossover ibrido più venduto sul nostro mercato.

La C-HR GR Sport si riconosce all’esterno dalle combinazioni bicolore esclusive (tra cui la nuova Dynamic Grey con tetto nero), dal logo con sfondo nero e dalla presenza del marchio GR Sport, dai cerchi in lega da 19”, i paraurti e le cornici dei fendinebbia in nero lucido, la griglia cromata scura e un nuovo spoiler anteriore più sportivo. All’interno, il volante è rivestito in pelle traforata e cucita in rosso come la cuffia del cambio, le modanature sono in color alluminio e l’Alcantara nero, in abbinamento alla pelle, riveste i sedili (anteriori a regolazione elettrica e riscaldabili) con fili in grigio e rosso che percorrono le sedute e che ricordano i colori si trovano il logo GR Sport. Quest’ultimo è stato applicato sul battitacco, il pulsante di avviamento e l’animazione animata della strumentazione. Nella dotazione di serie rientrano i vetri oscurati, i fari full led, il sistema infotelematico con schermo da 8” e audio a 8 altoparlanti e i retrovisori esterni elettrici.

La C-HR ha subito il classico aggiornamento di metà vita alla fine del 2019, ma lasciando praticamente inalterate sia la veste estetica sia la dotazione di sicurezza che era già completa e però, con l’introduzione della GR Sport, lo diventa ancora di più. Il sistema di frenata autonoma vede infatti anche i ciclisti e funziona anche agli incroci. La nuova versione è stata anche oggetto di una messa a punto diversa dello sterzo, rivisto nel grado di servoassistenza, e delle sospensioni con molle anteriori più rigide del 15% e posteriori del 10% mentre all’avantreno è stata montata la barra antirollio della versione con motore 2 litri anche su quella con 1.8. Invariato i sistemi di propulsione ibridi: il più piccolo ha 122 cv e la batteria agli ioni di litio, il più potente ha 184 cv e la batteria al Ni-Mh.

La differenza di prestazioni è evidente: la prima raggiunge 170 km/h e accelera da 0 a 100 km/h in 11 s., alla seconda è concesso arrivare fino a 180 km/h e raggiunge la velocità a 3 cifre da fermo in 8,2 s. Meno evidente lo stacco nei consumi. La prima dichiara non più di 3,9 litri/100 km pari a 90 g/km di CO2 mentre la seconda sale rispettivamente a 4,3 litri/100 km e 97 g/km. Nel traffico e accarezzando l’acceleratore la differenza quasi non si sente, si manifesta appieno quando si schiaccia di più l’acceleratore, occorre fare un soprasso o si viaggia in montagna e in autostrada. E non è solo di prestazioni, ma anche di qualità di funzionamento visto che il 2 litri è anche più fluido e discreto.

La prova si è svolta quasi completamente in ambito extraurbano ed autostradale, terreni poco congeniali all’ibrido eppure la C-HR con motore 2 litri ha fermato il computer di bordo poco sopra i 6 litri/100 km ed è dunque naturale pensare che in città, dove può recuperare energia e avvalersi del contributo del motore elettrico, i risultati ottenibili possano essere notevolmente migliori. Le modifiche all’autotelaio si sentono sullo sterzo, più sensibile intorno al centro, in un minore rollio e in una generale sensazione di maggiore stabilità. Il prezzo è una maggiore secchezza sulle sconnessioni e le asperità, ma senza mai alterare la generale omogeneità e facilità di guida che sono le note fondamentali della C-HR e ne rendono sempre facile la gestione.

La Toyota C-HR GR Sport costa 37.600 euro e ce ne vogliono 2mila in più nella versione più potente, ma la differenza si dimezza utilizzando i bonus governativi e quelli offerti da Toyota in caso di rottamazione. Con tali premesse, la 1.8 costa 31.600 euro e 32.600 la 2 litri. Volendola finanziare con la formula Pay Per Drive Connected – che permette di rimodulare la rata in grado all’effettiva percorrenza della vettura – si pagano per la prima 346 euro per 36 mesi e 383 per l’altra. Con la formula di noleggio Kinto One, il canone mensile è uguale per entrambe – ma l’anticipo per la 1.8 è di 3.900 euro e di 4.900 euro per l’altra – e parte da 349 euro (iva esclusa) per 48 mesi prevedendo una percorrenza di 60.000 km. Rimane inalterato il resto della gamma con listino a partire da 30.250 euro.

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Lunedì 25 Gennaio 2021 - Ultimo aggiornamento: 26-01-2021 20:45 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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