Nuova Tiguan

Volkswagen, ecco la 3^ generazione di Tiguan: nuova nello stile, nelle dimensioni, nel pianale, nei motori, nelle dotazioni

di Sergio Troise
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Il mondo Volkswagen – lo sappiamo – è illuminato da una stella denominata Golf. Una stella talmente luminosa da aver abbagliato, nell’anno del 50° anniversario, pubblico e osservatori, facendo passare in secondo piano l’arrivo della terza generazione della Tiguan, Suv compatto di grande appeal, sottoposto dal colosso tedesco a una rivisitazione molto più consistente di un banale restyling: quella che potremmo definire senza tema di smentite una “piccola Touareg” è infatti un’auto nuova nello stile, nelle dimensioni, nel pianale, nei motori, nelle dotazioni. Secondo molti osservatori è addirittura il nuovo punto di riferimento della categoria, con le carte in regola per rafforzare ulteriormente la posizione di Volkswagen su un mercato tutt’altro che reattivo (in Italia come in gran parte del resto d’Europa).

Erede del modello nato nel 2007 e prodotto in oltre 2,7 milioni di unità, la Tiguan di terza generazione si basa sull’ultimo livello evolutivo della piattaforma modulare trasversale Volkswagen MQB evo, proponendosi come uno dei SUV di classe media più moderni al mondo: uno sport utility all’avanguardia, che guadagna qualcosa in sportività grazie anche al nuovo frontale dal design essenziale (impreziosito, a richiesta, dai potenti fari a Led Matrix Hd) che migliora il valore del Cx abbassandolo da 0,33 a 0,28, e ai contenuti hi-tech, a cominciare dalle motorizzazioni ibride, mild hybrid e, soprattutto, plug-in, che consente fino a 129 km di autonomia in elettrico e oltre 800 km di autonomia complessiva.

Ma nel discorso rientrano anche l’abitabilità e il comfort. Pregi (di cui leggete in altro articolo) legati alla lunghezza aumentata di 30 mm (4.539 mm in tutto), all’altezza cresciuta di 4 mm e agli allestimenti interni, degni di auto di classe premium, sia per lo spazio che per la scelta dei materiali. Quanto alle prestazioni, poi, sono al top della categoria grazie a una ricchissima dotazione tecnologica, mirata a migliorare – soprattutto negli allestimenti top di gamma - il comportamento dinamico e la sicurezza, senza mai perdere di vista il controllo delle emissioni.

In Italia la nuova Tiguan è disponibile, come detto, con motorizzazioni mild hybrid (eTSI), plug-in hybrid (eHybrid), turbodiesel (TDI) e benzina. I due nuovi propulsori turbo benzina ibridi mild a 48 V eTSI erogano 130 e 150 cavalli e dispongono del sistema ACT (Active Cylinder Management), ovvero la disattivazione automatica dei cilindri quando non tutti sono necessari. In alternativa, vengono proposte anche una versione con motore turbodiesel TDI da 150 cv associato alla trazione anteriore, un’altra TDI da 193 cv con trazione integrale 4MOTION e una versione con solo motore a benzina da 265 cv. Completano l’offerta due propulsori turbo benzina ibridi plug-in di nuova concezione, da 204 e 272 cv, con un’autonomia completamente elettrica che raggiunge i 129 km e capacità di ricarica alla spina in meno di mezz’ora (in corrente continua fino a 50 kW). Tutte le versioni della nuova Tiguan sono dotate di serie – vale la pena ricordarlo - del supercollaudato e superefficiente cambio automatico doppia frizione DSG a 6 marce.

Grazie alla notevole autonomia e alla nuova funzione di ricarica rapida in corrente continua, le Tiguan eHybrid possono essere utilizzate quotidianamente come auto elettriche, con considerevoli vantaggi sui costi di gestione e, soprattutto, sull’abbattimento delle emissioni nocive. Un “valore”, questo, non trascurabile, anche se il mercato delle ibride “con la spina” (e delle full electric) lamenta preoccupanti flessioni.

Su strada la nuova Tiguan si fa apprezzare per le reazioni composte, per la sincerità di risposta ai comandi e per il generale comfort di marcia. Per chi è attento più alla guida che al resto, merita di essere segnalato il debutto di un selettore posizionato nel tunnel centrale che permette di scegliere le impostazioni del veicolo nelle modalità Comfort, Eco, Sport, Individual, Offroad e Snow: una varietà di settaggi che consente di adeguare la guida alle situazioni più diverse, com’è lecito attendersi da un SUV di un certo livello, che tra gli optional propone pure gli ammortizzatori con regolazione elettronica e dimostra di avere le carte in regola per misurarsi in un comparto del mercato affollato di auto interessanti, come Alfa Romeo Tonale, Citroen C5 Aircross, Peugeot 3008, Kia Sportage, Nissan Qashqai, Renault Austral, per non dire delle sempre più frequenti new entry cinesi.

A vantaggio del nuovo SUV tedesco gioca sicuramente la reputazione del marchio, da sempre impeccabile nella progettazione di prodotti capaci di distinguersi per la qualità della costruzione. Un pregio, questo, che emerge sia all’esterno (impreziosito anche da nuovi cerchi in lega di misura compresa tra 17 e 19 pollici e dalla fascia luminosa a Led sul retro) che all’interno dell’auto.

A Wolfsburg hanno fatto di tutto per valorizzare il sistema d’infotainment, imperniato su uno schermo in plancia da 12,9 pollici (a richiesta si può ottenere il maxi da 15 pollici), che risulta decisamente più facile e intuitivo rispetto al modello uscito di produzione. Quanto alla sicurezza, svolgono un ruolo importante gli ADAS, delegati a sorvegliare sul comportamento del guidatore e dell’auto, con tutti i sistemi di controllo più moderni e più adeguati. Con un supplemento di 1.050 euro si accede anche al sistema di guida assistita di livello 2 e alle camere con visualizzazione a 360 gradi.

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Giovedì 21 Novembre 2024 - Ultimo aggiornamento: 10:10 | © RIPRODUZIONE RISERVATA