Le sette generazioni della Volkswagen Golf, dal 1974 al 2014

Golf, i miei primi quarantanni:
un classico dell'innovazione

di Giampiero Bottino
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WOLFSBURG - Se è vero, come si suol dire, che la vita comincia a 40 anni, la Golf ha davanti a sé ancora una lunga e felice esistenza. Anche se probabilmente la vox populi non si riferisce al mondo della quattro ruote, la mitica compatta di Wolfsburg che ha appena tagliato il prestigioso traguardo continua a manifestare un'invidiabile vivacità che fa il pari con il successo che il pubblico continua a tributarle e che fanno di lei l'eterna top seller d'Europa.


È la vitalità di un'auto che è anche, e fin da quando il primo esemplare uscì dalla fabbrica di Wolfsburg il 29 marzo 1974, una bandiera tecnologica per la capacità di proporre sempre - mettendole alla portata del grande pubblica - le soluzioni più avanzate messe a punto dai centri di ricerca del gruppo Volkswagen e destinate spesso a fare scuola all'intero mondo dell'auto.

Ma è anche un modello che con il passare del tempo - e degli anni - ha messo su famiglia, dando vita a una gamma ricca e articolata in grado di soddisfare le esigenze più diverse, in termini sia di tipologia di vetture, sia di formule di alimentazione. Nel corso della sua vita, è infatti stata declinata come berlina, cabrio e station wagon, nelle vesti di monovolume con la Plus oggi ribattezzata Sportvan o in quelle più avventurose della Cross, piuttosto che con il piglio sportivo delle performanti GT. Senza dimenticare i «rami collaterali» della famiglia - dal nostalgico Maggiolino all'aggressiva Scirocco - che ne condividono con altro nome le caratteristiche tecniche salienti.

Anche in tema di motorizzazioni, la Golf è in grado di soddisfare la domanda di oggi e di domani. I motori benzina e diesel, che oggi sono tutti turbo a iniezione diretta, hanno raggiunto nell'attuale generazione - la settima sulla scena dal 2012 - livelli di efficienza testimoniati dagli 85 g/km di CO2 della TDI BlueMotion piuttosto che dal benzina 1.4 Tfsi che porta nel segmento l'innovativa tecnologia di disattivazione parziale dei cilindri che comporta una notevole riduzione dei consumi.

In famiglia non mancano neppure le alimentazioni alternative nelle loro diverse formulazioni: si va dalla versione a metano alla e-Golf, elettrica pura ormai in vista del debutto commerciale destinata a essere seguita dopo l'estate dalla GTE che grazie alla tecnologia ibrida plug-in promette 50 km di autonomia elettrica, un consumo medio di 1,5 litri per 100 km e prestazioni che le hanno fruttato di diritto la mitica sigla tradizionalmente riservata alle versioni più «cattive».

Una vocazione innovativa che la Golf ha manifestato fin dalla nascita, dovuta alla geniale matita di Giorgetto Giugiaro: la prima generazione portò infatti con sé la GTI, la Cabriolet e sdogano il diesel come carburante adatto anche alle auto compatte prima di lasciare il campo, dopo 9 anni e 7 milioni di unità vendute, all'erede che dal 1983 fu la prima a introdurre nel segmento il catalizzatore, l'ABS e la trazione integrale, allora chiamata Syncro. Per lei la pensione arrivò nell'estate del 1991, con un palmarès di 6,3 milioni di clienti.

La terza generazione, venduta in 4,83 milioni di esemplari e rimasta sulla breccia fino al 1997 portò con sé il primo motore a 6 cilindri e il primo turbodiesel a iniezione diretta nella storia del modello, segnando anche l'arrivo della station wagon Variant e dell'ABS di serie su tutta la gamma. Tra le chicche tenute a battesimo dalla successiva Golf ci sono la trazione integrale 4Motion ci sono la super sportiva versione R32, il controllo di stabilità, l'iniezione diretta di benzina e la potente R32, cui va ascritto il merito di aver portato al debutto il cambio DSG a doppia frizione. Nel 2003, dopa aver sfiorato i 5 milioni di vendite, la Golf IV uscì di scena.

Tra lo stesso anno e il 2008 la generazione numero 5 si è distinta per essere la prima Golf turbo a iniezione diretta di benzina, e ancor più per il debutto mondiale del Twincharger, frutto dell'abbinamento tra un turbocompressore e un compressore meccanico. La gamma fu ampliata dalle variazioni sul tema Cross e Plus, e con la prima BlueMotion ad alta efficienza. Dopo 3,4 milioni di unità vendute, passò il testimone alla Golf VI, la cui vita è durata solo 4 anni e 2,85 milioni di esemplari che comunque hanno contribuito a un traguardo complessivo davvero invidiabile: 30 milioni di auto vendute in 40 anni. E la leggenda è ben lungi dalla conclusione.

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Venerdì 4 Aprile 2014 - Ultimo aggiornamento: 09-04-2014 19:14 | © RIPRODUZIONE RISERVATA