
WonderWay, dalla Basilicata alla Mongolia: una sfida lunga 30.000 km al volante di una Subaru Forester

WonderWay, dalla Basilicata alla Mongolia: una sfida lunga 30.000 km al volante di una Subaru Forester

Subaru: l’originalità è sempre al top, Forester fa un balzo avanti per stile e tecnologia

Subaru: l’originalità è sempre al top, Forester fa un balzo avanti per stile e tecnologia
PICERNO – Tutto parte dalla Basilicata. Tra colline silenziose e borghi senza tempo, ha inizio un viaggio che ha il sapore dell’esplorazione geografica d’altri tempi. Più di una semplice sfida, ma una vera e propria avventura che unisce la scienza al racconto umano. Si chiama “Basilicata-Mongolia 2025” e il protagonista è Antonio Curcio, lucano di Picerno, classe e coraggio da vendere, un passato da ultramaratoneta e una vita vissuta sempre a caccia di nuove sfide. Il primo maggio partirà dal suo paese, a bordo di una Subaru Forester del 2003 battezzata “La Poderosa IV”, ispirandosi non a caso alla mitica motocicletta di Che Guevara, simbolo di ribellione, esplorazione e scoperta.
Ma ciò che colpisce fin da subito non è tanto l’ambizione dell’itinerario – 30.000 km, due continenti, quattordici stati, fino al deserto del Gobi – quanto il significato profondo che lo accompagna. Non è solo un tragitto, ma un messaggio. Attraverso questo lungo cammino, Curcio vuole infatti dimostrare che anche da un piccolo paese del Sud Italia può nascere un’idea capace di parlare al mondo. Non solo, che le distanze geografiche sono insignificanti davanti alla volontà di unire le culture, documentare il cambiamento e costruire ponti tra culture e persone.
L’associazione WonderWay, fondata da Curcio nel 2024, è stato il primo passo che ha trasformato questo sogno individuale in un progetto collettivo. Con il motto “Alla ricerca di strade meravigliose”, WonderWay si pone come ente del terzo settore che unisce l’amore per l’avventura alla responsabilità sociale. Il viaggio verso la Mongolia, quindi, diventa un’occasione per raccontare storie dimenticate, raccogliere dati e immagini, dialogare con comunità locali e dare un contributo concreto alla conoscenza dei territori ancora poco esplorati.
Tutto è partito da un accurato studio di pianificazione del tragitto tra mappe e tracciati GPS, un lavoro che ha richiesto oltre un anno. Ad esempio la rotta tra il deserto del Gobi e i monti Altai verrà mappata per la prima volta. Inoltre si è lavorato anche sulla Subaru Forester per trasformarla in un vero e proprio camper. “La Poderosa IV” non è solamente un veicolo, ma è un campo base mobile: dotato di cucina, frigo, scaldabagno e sistemi per l’autonomia energetica, studiata per affrontare 7.000 km di off-road in totale autosufficienza.
Accanto a lui, in questa impresa, ci saranno Donato De Stefano, co-pilota e documentarista, pronto a raccogliere testimonianze e a dare voce alle culture incontrate lungo la strada, e un team a terra che garantirà il coordinamento e la post-produzione del materiale raccolto. La componente umana è centrale tanto quanto quella logistica e tecnica. Lo testimonia la scelta di coinvolgere anche il fratello Dario Curcio, esperto in preparazioni off-road, e la volontà di fare di ogni tappa un’occasione di scambio autentico.
Se è vero che attraversare la Russia, la Transiberiana o le steppe della Mongolia rappresenta una sfida titanica, dal punto di vista fisico e organizzativo, è ancora più difficile raccontare le storie delle persone incontrate, delle culture, dei paesaggi che cambiano, ma anche di chi parte da un piccolo borgo per parlare al mondo intero. La dimensione scientifica del viaggio non è affatto secondaria. WonderWay condividerà tutti i dati raccolti ( GPS, documentazione fotografica e video) con ricercatori e studiosi internazionali costruendo, così, un archivio utile non solo per chi sogna l’avventura, ma anche per chi studia il nostro pianeta e le sue trasformazioni.
E quando il percorso si chiuderà, passando dal Kazakistan alla Georgia, dalla Turchia fino all’Albania e poi all’Italia, non sarà la fine, ma l’inizio di qualcosa di più grande. L’associazione ha già in mente nuovi progetti, nuovi percorsi, nuove connessioni da creare. Perché, come ammesso dallo stesso Curcio: «Ogni viaggio genera altri viaggi. Ogni incontro apre nuove possibilità. Ogni esperienza, se condivisa, diventa seme per qualcosa di futuro».
Il documentario che nascerà da questa impresa racconterà molto più di un itinerario. Racconterà il coraggio di sognare in grande partendo dal piccolo, la forza delle passioni autentiche, il valore della preparazione e della collaborazione. Racconterà che i confini sono solo linee sulle mappe, mentre le storie, se ben raccontate, possono attraversare ogni distanza. E mentre “La Poderosa IV” si prepara a partire, tutta l’avventura sarà raccontata, passo dopo passo, sul sito Internet e sui social dell’associazione WonderWay.