XC90, la sorella diversa. Volvo rinnova completamente lo sport utility termico che si affianca alla EX90
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Dopo una lunga serie di anticipazioni celebrate sia in streaming, sia in presenza, la nuova coppia regina dell’offerta Volvo – la famiglia 90 del grande Suv che, giunto alla terza generazione, alla variante ibrida XC affianca la full electric EX – è stata finalmente svelata, nell’ormai familiare location del Volvo Studio di Milano, alla stampa italiana che ha potuto toccare con mano la qualità costruttiva, l’elegante spaziosità degli interni e la ricchezza, anche scenografica, dei contenuti che secondo la Casa svedese garantiscono una nuova esperienza di guida e un utilizzo più facile e intuitivo delle soluzioni tecnologiche la cui gestione è affidata al display centrale da 11,2 pollici, comune a entrambe le versioni, cresciuto in dimensioni e in qualità delle immagini grazie ai pixel la cui densità è aumentata del 21%.
Nel corso della doppia presentazione sono state ricordate le caratteristiche dei due modelli, entrambi disponibili nei livelli di allestimento Core, Pulse e Ultra. La EX90 è proposta con uno o due motori (in questo caso con trazione integrale), potenze da 279 o 517 cv, autonomia compresa tra 575 e 614 km e un listino che parte rispettivamente da 85.250 e 91.150 euro. Il listino della nuova XC90 mild-hybrid da 250 cv parte invece da 81,200 euro, rispetto ai 93.400 che rappresentano la base per la motorizzazione ibrida plug-in che può contare su 455 cv, di cui 310 imputabili al motore termico e 145 a quello elettrico.
Oltre a parlare del prodotto, il presidente di Volvo Italia Michele Crisci ha fatto anche piazza pulita delle illazioni sul presunto ripensamento della progressiva trasformazione in brand solo elettrico: «La strategia non cambia, ma si adegua alle dinamiche del mercato. Questo significa che le ibride potranno avere una vita più lunga, ma che il futuro è e sarà 100% elettrico». Una visione ribadita dalla conferma che nel 2025 è previsto il lancio della ES90, berlina con propulsione affidata esclusivamente agli elettroni.
Crisci ha evidenziato che, anche per il panorama politico contrastante, il contesto è cambiato e renderà ineludibile una riconversione industriale dell' Europa, che nel 2008 valeva il 35% della produzione mondiale. Percentuale oggi appannaggio della Cina, lungimirante nell’investire nelle nuove tecnologie mentre il peso del Vecchio Continente è calato al 17%.