Zanardi, per la moglie Daniela un secondo inferno: «Ma la corsa non deve fermarsi, Alex vorrebbe così»

Zanardi, per la moglie Daniela un secondo inferno: «Ma la corsa non deve fermarsi, Alex vorrebbe così»

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dal nostro inviato
SIENA Un amore fortissimo, che ha già dimostrato di sapere affrontare le bufere e i dolori più devastanti e che ora è chiamato a un nuovo enorme sforzo. Daniela Manni è la signora Zanardi. Con Alex è sposata dal 96, si erano conosciuti sette anni prima ancora e da allora non si sono più lasciati. Daniela ha il volto segnato dall'ennesima dura prova. Il bagagliaio della sua auto è ancora pieno di tutte le cose dell'ex pilota di Formula 1 che sta lottando di nuovo tra la vita e la morte nella terapia intensiva dell'ospedale Le Scotte di Siena dopo l'incidente con la handbike di venerdì pomeriggio sulle colline tra Pienza e San Quirico d'Orcia. Anche ieri ha richiamato gli altri organizzatori, gli amici di sempre: «La staffetta tricolore deve proseguire, non la interrompiamo. Alex vorrebbe così». In serata è arrivata la conferma e Daniela ha ringraziato gli atleti con una breve nota: «Mio figlio e io siamo con loro e li ringraziamo per la voglia di non mollare in un momento così difficile. Il viaggio continua per Alex».

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Daniela sistema dietro una borsa, la mazzetta dei giornali con le prime pagine che riportano la drammatica notizia, richiude il portellone. «Sto andando in ospedale, ho poco tempo a disposizione per vedere mio marito. Il nostro amore? La nostra sofferenza? - domanda con il viso segnato, gli occhi lucidi per le lacrime mentre sale in auto - Ora non è il momento, non ho voglia di parlare, non riesco a pensare a nulla. Adesso devo solo aspettare, non possiamo che aspettare e sperare. Sono appesa anche io come tutti voi ai bollettini dei medici, guardo il telefonino di continuo in attesa dei messaggi dall'ospedale che mi informano dell'evolvere delle condizioni di mio marito. A me arrivano giusto con un po' di anticipo rispetto alle comunicazioni ufficiali».

INFERNO E RITORNO
Pensava di non dovere più riattraversare il fuoco dell'inferno, Daniela. Alex rischiò di morire dissanguato nel 2001 in Germania, aveva visto la morte in faccia ma poi era tornato a sorridere, a riempire la sua esistenza e quella del figlio Niccolò di amore, idee ed entusiasmo. Era il 15 settembre e sulla pista del Lausitzring, durante una gara della Formula Cart la sua Honda-Reynard, all'uscita dai box, venne centrata dalla vettura del canadese Alex Tagliani. L'urto fu violentissimo e Alex riportò l'amputazione delle gambe. L'Italia e il mondo rimasero gelati. Daniela non lo lasciò solo nemmeno per un attimo. Allora come oggi, era al suo capezzale quando i medici lo operarono a Berlino. Assistette al prete che gli impartì persino l'estrema unzione. Ma uscito dalla sala operatoria il pilota la guardò e le chiese: «Daniela, ma posso ancora morire?», lei rispose sicura di «no». «Allora insieme possiamo affrontare tutto, anche questo», si rincuorò il pilota. Il loro percorso insieme riprese più forte e complice di prima. Daniela Manni non ama apparire, nemmeno sui social.
 

Capelli lunghi e biondi, indossa prudente la mascherina mentre parla con il figlio e gli amici prima di tornare in ospedale. Hanno tutti i volti stanchi di chi ha trascorso la notte sveglio in un incubo. Come Alex, Daniela ama i motori e lo sport. Per stargli accanto e seguirlo nelle sue imprese agonistiche fino in America, però, abbandonò i suoi incarichi manageriali nel mondo dell'automobilismo. Quello spirito intraprendente, ma allo stesso tempo discreto, lo ha messo al servizio della famiglia e degli altri. Nel 98 era nato Niccolò. I Zanardi si muovono tra le loro case in Veneto e nella Maremma. Alex, che gli amici chiamano «il leader buono» e Daniela fondano una società sportiva di avviamento allo sport per atleti disabili, Obiettivo3. Alex, infatti, è incontenibile. Scopre la hanbike e scivola veloce sulle due ruote che si spingono a mano, diventa campione paralimpico, seminando atleti molto più giovani di lui. Diventa un simbolo di vita e di sport. Dopo il lockdown decide, con Obiettivo3, che la ripartenza deve essere per tutti, così invita ad attraversare l'Italia. Ma sulle colline toscane ha ritrovato l'inferno.
 

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Domenica 21 Giugno 2020 - Ultimo aggiornamento: 12:38 | © RIPRODUZIONE RISERVATA