Il fotografo Albert Watson con Laetitia Casta

The Cal è un sogno. Presentato il nuovo calendario Pirelli, Albert Watson ha scattato per “Dreaming” come sul set di un film

di Giorgio Ursicino
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MILANO - Le donne sempre protagoniste. Ma illuminate da una luce diversa. Scatti che fanno emergere l’intensa energia dei loro sogni e delle loro passioni più che l’evidente bellezza del corpo. Con una serata di gala nella storica sede della Pirelli è stato presentato ieri nella città della moda l’edizione numero 46 di The Cal, un calendario diventato evento. Un storia gloriosa lunga oltre mezzo secolo iniziata con gli scatti di Robert Freeman a Majorca nel 1964. Alla festa, fra i tanti ospiti illustri, tutti i protagonisti dell’opera che sfoggia la prestigiosa firma di Albert Watson. Il fotografo scozzese re delle sfilate, che vanta una bacheca zeppa di riconoscimenti planetari e oltre cento copertine, ha anche una grande passione per il cinema ed ha in più occasioni fatto il regista. Per questo quando è stato invitato ha realizzare il calendario 2019 ha scelto il titolo Dreaming pensando di scattare le foto come fosse su un set di un film.
 

 

«Avvicinandomi a questo progetto volevo farlo in modo diverso dagli altri - ha spiegato l’artista - avevo intenzione di cercare immagini qualitativamente pregevoli, ma che avessero profondità e raccontassero delle storie. Non mi bastava ritrarre delle persone, il mio obiettivo era far sembrare il tutto simile a dei “fermi immagine” cinematografici». Un film in un calendario quindi, anzi quattro film in uno che raccontano le vicende di altrettante signore, vicende diverse ognuna delle quali propone una visione positiva delle donne di oggi. Sul tema dei sogni è stato stimolato anche il padrone di casa, il vicepresidente ed ad di Pirelli Marco Tronchetti Provera: «Siamo molto soddisfatti, Albert ha fatto un lavoro straordinario. Ho immediatamente notato il sorriso che sempre l’accompagna, anche sul lavoro. Il mio sogno? Diventare fotografo e ricevere l’incarico di realizzare The Cal. Un riconoscimento».

Gli scatti sono stati effettuati negli Stati Uniti lo scorso mese di aprile, soprattutto a Miami ma anche a New York. «Pirelli mi ha messo a disposizione tutto quello di cui avevo bisogno, non potevo desiderare di più - ha proseguito Watson - l’unica cosa è che ho effettuato gli scatti in soli quattro giorni, uno per ogni storia. Se fossero stati otto...». Le 40 foto finali a colori e in bianco e nero sono in formato 16:9. Le protagoniste hanno sempre una persona al loro fianco (tre sono uomini, una donna): un amico, un confidente, un partner che aiuta a far emergere i sogni. Ma sogni che sono anche progetti di vita, obiettivi da realizzare concretamente.

«Per concretizzare un sogno bisogna lavorare sodo - conclude l’artista britannico - io ho sempre fatto così, passo dopo passo per arrivare in cima alla scala. Un salita che può allungarsi all’infinito, perché obiettivi e sogni possono essere di volta in volta più ambiziosi». Le quattro donne sono famose, tutte molto belle. L’attrice francese Letitia Casta è una pittrice che vive in un monolocale-studio con il compagno interpretato da Sergei Polunin. Lei sogna il successo come artista lui come ballerino e gli scatti anche in esterno nella tropicalità della città della Florida rendono ancora più affascinante il quadro. Gigi Hadid è un personaggio diverso che probabilmente non ha problemi economici. Si è da poco separata dal compagno e vive in una torre di vetro nel cuore di Manhattan. Alexander Wang è suo unico amico e confidente, una donna che pensa al futuro, ma ha anche un forte senso di solitudine.
 

 

Il terzo “episodio” vede di fronte all’obiettivo l’attrice Julia Garner che, guarda caso, interpreta proprio una giovane fotografa, amante della natura e della solitudine. L’ambientazione è un giardino tropicale di Miami, un posto perfetto per un contesto del genere. Infine Misty Copeland che ha come partner Calvin Royal III. La ballerina afro-americana, ultime di sei fratelli e cresciuta senza padre, guarda il domani desiderando di affermarsi nel mondo della danza. L’enorme energia che la spinge e la ricerca del successo, si mantiene danzando in un locale, ma si esercita anche in un piccolo palcoscenico nel suo giardino (a volte insieme al fidanzato) per diventare un étoile. Nell’anno del #metoo e della decisa presa di coscienza per denunciare violenze e abusi nei confronti delle donne, i partner delle quattro protagoniste sostengono e condividono con loro impegno, delusione e sfide.

«Nelle nostre storie c’è un messaggio simbolico, donne che si fanno sentire e hanno cose importanti da dire. Con uomini accanto che le sostengono», ha spiegato la Copeland. La Casta ha invece avuto un pensiero per l’autore del capolavoro, un artista che conosce da quando era poco più che bambina: «Albert ha cercato di catturare qualcosa dalle nostre anime più che dai nostri corpi». The Cal 2019, quindi, si allontana ulteriormente dal genere “pin up” delle modelle mozzafiato che aveva toccato l’apice dell’immagine di una donna sexy e trasgressiva nell’edizione del 2015 firmata da Steven Meisel e ambientata nella Grande Mela. Un ulteriore passo nella tendenza che si era invertita già nel 2016 con gli scatti di Annie Leibovitz sempre a New York e poi è andata avanti con quelli di Peter Lindbergh nel 2017 a Berlino e Tim Walker nel 2018 a Londra.
 

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Venerdì 7 Dicembre 2018 - Ultimo aggiornamento: 08-12-2018 04:30 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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