La nuova Ferrari F12berlinetta impegnata nei primi test sulla pista ca

Ferrari F12, al volante di un sogno:
una F1 a 2 posti con comfort e sicurezza

di Giorgio Ursicino
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MARANELLO - Spread sotto zero. Congelato. Ruggisce il made in Italy a quattro ruote e si prende una bella rivincita: nel Principato delle supercar il tricolore continua a sventolare sul pennone più alto. Dopo aver generato una febbrile attesa che è scattata al momento in cui si è tolta il velo sotto i riflettori del prestigioso salone di Ginevra, la Ferrari F12berlinetta ha finalmente messo le ruote in strada e fatto suonare le prime melodie del suo favoloso V12. Ammirazione sì, ma non è più una sorpresa in quanto tutte le vetture del Cavallino di ultima generazione riescono sempre a soddisfare tutte le aspettative che restano altissime. In questo particolare caso l’asticella era posta nella stratosfera poiché, essendo la 12 cilindri “sportiva” l’espressione più alta della gamma Ferrari, la F12 si è presentata al mondo come la Rossa prodotta in serie più potente e veloce della gloriosa storia del marchio. E scusate se è poco.

Un capolavoro di design. Anche se con le chiavi in mano e la possibilità di far immediatamente frullare i 740 cavalli accucciati sotto il cofano, è difficile resistere al fascino di ammirarla, sfiorarla, coccolarla. Scoprire uno a di uno i suoi favolosi dettagli. Muso lungo e coda raccolta, come la 250 GTO, la F12berlinetta ha una cura aerodinamica maniacale (cx inferiore a 0,30) che consente di miscelare il modo perfetto le esigenze stilistiche con quelle dell’efficienza, cioè la capacità di infilarsi nell’aria opponendo la minima resistenza e quella di offrire più carico possibile con l’aumentare della velocità (a 200 km/h i chili sono 123, il 76% in più dei 70 della 599 GTB), per incrementare l’aderenza e la tenuta di strada. Bellissimo il rivoluzionario Aero Bridge, un vero ponte aereo che acchiappa i flussi davanti al parabrezza e li fa magicamente scivolare lungo le fiancate. Altri scorrono sotto il fondo piatto e vengono sparati dall’estrattore (può essere anche in carbonio...). Altri accora si turbizzano nei vortici dei pararafanghi posteriori ed escono ai lati del funzionale portellone che ospita il grande lunotto a copertura del bagagliaio tutt’altro che irrilevante (può arrivare a circa 500 litri!!!).

L’abitacolo è un salotto. Sulla F12berlinetta non si sale, si scende. Tutti i principali organi meccanici sono stati posizionati il più in basso possibile per dare massimo risalto all’handling e alla reattività dell’auto e i passeggeri sono un tutt’uno con la vettura. Il posto guida è esaltante, comodo anche per i piloti alti, con la possibilità di regolare in maniera millimetrica sedile e volante. Il volante è una griffe del mondo Ferrari poiché, al di là delle indicazioni visive garantite dal cruscotto, ospita tutti i comandi necessari per governare l’astronave. Il clou è l’immancabile manettino derivato dalla Formula 1 che consente di tarare tutti i dispositivi elettronici (quindi il comportamento dell’auto) su diverse posizioni a seconda del tipo di strada e, soprattutto, dell’umore del driver (Sport e Race sono le posizioni più gettonate). Non manca il pulsante che consente di ammorbidire le sospensioni se si incontra un tratto di strada molto sconnesso e la levetta del manettino e sulle posizioni più aggressive. Dal volante si comandano anche frecce, luci e tergicristalli. Di ultimissima generazione i dispositivi multimediali e, come sulla FF, c’è la possibilità di replicare le informazioni principali (comprese le funzioni di navigazione) in un display di fronte al passeggero che così è più coinvolto nel viaggio (quasi un co-pilota).

Leggera e compatta. Dopo un costante percorso di crescita, alla Ferrari hanno deciso il tetto era stato toccato: per avere un’auto dalla guida agilissima e super sportiva non si poteva andare oltre con le dimensioni. La F12 offre nell’abitacolo più spazio della precedente, ma è più corta di 5 centimetri, più stretta di 2 e, soprattutto, più bassa di 6. La nuova due posti di Maranello pesa 70 chili in meno della 599 GTB, 50 dei quali sono stati recuperati dalla scocca. Anche in questo caso, come per la scelta dello schema meccanico (motore anteriore) si è privilegiata la soluzione che esalta comfort e funzionalità, senza però rinunciare a nulla sul piano delle prestazioni. Niente telaio in carbonio, quindi, troppo rigido ed estremo, ma grande impegno per sfruttare le grandi competenze della Scaglietti nell’utilizzo dell’alluminio. La F12 è realizzata con 12 leghe leggere, di spessore diverso e lavorate in modo differente (incollate o saldate) in modo da offrire la massima rigidità (la torsionale è stata incrementata del 20%) e leggerezza. Il motore e posizionato il più in basso possibile e tutto all’interno dell’avantreno, il cambio automatico a doppia frizione è invece al retrotreno, in blocco con i differenziale elettronico (sulla 599 non c’era). I baricentro è a soli 46 centimetri dal suolo, la distribuzione dei pesi perfetta per una sportiva (54% sul posteriore), una percentuale incredibile per un’auto con il motore davanti all’abitacolo.

Il cuore. Tutto è al top su una Ferrari del terzo millennio, ma un 12 cilindri made in Maranello merita sempre un discorso a parte. Non c’è nulla di paragonabile ad un V12 di generosa cilindrata per dare la sensazione che la potenza cresce sempre in maniera rapidissima e sembra non finire mai. Il rapporto di compressione è molto alto (13.5), l’iniezione è diretta a 200 bar, con iniettori a sei fori che possono effettuare più spruzzi nello stesso ciclo. La potenza arriva a 740 cavalli quasi al massimo regime di rotazione (8.300 giri), la coppia raggiunge i 690 Nm, ma l’80% è già disponibile a 2.500 giri. I collettori di aspirazione e scarico sono studiati affinché pressioni e depressioni facilitino al massimo riempimento della camera e la totale fuoriuscita dei gas. Il consumo e le emissioni di CO2 scendono del 30% rispetto alla 599 GTB nonostante il notevole incremento di prestazioni. Le pompe dell’acqua e dell’olio sono a portata variabile per non sprecare nemmeno un filo di energia, così come è “intelligente” il compressore dell’aria condizionata (pompa quando al motore non è chiesto massimo carico, soprattutto nelle fasi di rilascio).

Emozioni al volante.
Il momento più bello arriva però quando si gira la chiave e si spinge il pulsante rosso Start sul volante. Anche al minimo il rombo è inconfondibile. Se il cambio è su “Auto” la F12 si muove morbidamente senza strappi, altrimenti basta tirare la paddle di destra e si innesta il primo dei sette rapporti del cambio automatico a doppia frizione. Su strada si apprezza subito il comfort e la facilità di guida, il motore spinge sempre, immediato. Le cambiate sono soft, i freni carboceramici di terza generazione della Brembo si modulano bene e non sono mai aggressivi. Rumori e frusci ridotti al minimo fino a quando non si spinge sul gas e si svegliano i cavalli. A quel punto l’accelerazione è briciante e il suono esaltante. Ma per provare le emozioni più forti, e verificare cosa è in grado di fare l’ultima nata della stirpe Ferrari, è necessario uscire dai box della mitica pista di Fiorano, quella dove fino a qualche aanno fa venivano collaudate tutte le Formula 1 rosse e dove tuttora vengono sviluppate le Rosse stradali. Utilizzando il “launch control”, la belva scatta via come un’elastico e in soli 3,1 secondi è già a 100 km/h. Ormai un riferimento troppo piccolo per una vettura dalle prestazioni così elevate. Per raggiungere i 200 km/ ne bastano appena 8,5 e per fermarsi da quella velocità servono appena 131 metri, dieci in meno rispetto alla 599 grazie al miglioramento di freni e pasticche e all’introduzione di un nuovo dispositivo che avvicina queste ultime al disco al momento opportuno, riducendo sensibilmente i tempi di risposta dell’impianto. La sfida è avvicinarsi il più possibile al tempo limite alla portata della F12 sulla pista di Fiorano (1’23”, due secondi meglio della Enzo, uno della 599 GTO, in ogni caso la Ferrari di serie più rapida di sempre). Come avevamo già avuto modo di apprezzare sulla California e ancora meglio sulla 458 e sulla FF, nonostante la grande potenza, tutto è relativamente facile grazie ad una base meravigliosa e a dispostivi elettronici all’avanguardia. Il balzo in avanti rispetto alla 599 GTB è mostruoso. Grazie alle sospensioni anteriori a doppio quadrilatero a quelle posteriori multilink, agli ammortizzatori elettronici dual coil e ad uno sterzo molto più diretto, l’angolo di sterzo diminuisce del 32% e l’accelerazione longitudinale aumenta del 28%: la F12 va dove viene indirizzata, con grande facilità. Quasi docile. Il superbo rapporto peso potenza (2,06 Kg/cv) si nota subito così come l’efficienza aerodinamica che dallo 0.57 della 599 GTB arriva a 1.12. La Ferrari decellera in maniera impressionante, si inserisce in curva con altrettanta rapidità e un impercettibile sottosterzo, per poi accelerare con un esaltante sovrasterzo di potenza magistralmente gestito dal traction control (la cavalleria viene tagliata al momento opportuno).

Sette anni no-problem. La Ferrari F12berlinetta è accompagnata da un programma di assistenza e manutenzione mai visto in precedenza. Per sette anni a chilometraggio illimitato tutti gli interventi di manutenzione ordinaria sono a carico della casa, in qualsiasi parte del mondo. Gli interventi sono programmati una volta l’anno od ogni 20 mila chilometri. La Ferrari F12berlinetta costa 274.400 euro.

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Mercoledì 25 Luglio 2012 - Ultimo aggiornamento: 29-01-2013 18:29 | © RIPRODUZIONE RISERVATA