La nuova Dacia Spring ha un look rinnovato, interni realizzati con materiali di migliore qualità, ha più tecnologia ed è più dotata per la sicurezza

Dacia Spring, come è e come va la piccola elettrica da città che si rinnova per piacere ancora di più

di Nicola Desiderio
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BORDEAUX – L’elettrica è l’auto da città e l’utilitaria (anche nel prezzo) per eccellenza. Peccato che finora di automobili così ce ne siano state poche, anzi pochissime, e una di queste è la Dacia Spring che nel 2021 ha debuttato e con le vendite (oltre 150mila unità e il terzo posto tra le elettriche) ha dimostrato che un mercato e una clientela per questo tipo di vetture ci sono. Per rilanciare la propria proposta, la Spring si rinnova con un’estetica più fresca, interni più appaganti, una dotazione di sicurezza migliorata e funzionalità ancora maggiori.

La Dacia Spring mantiene le stesse dimensioni di prima e sono tutte importanti: 3,7 metri di lunghezza e un raggio di sterzata di 4,8 metri per parcheggiarsi ovunque, una larghezza di 1 e 58 per infilarsi dappertutto e poter poi aprire lo sportello senza rimanere incastrati e infine 1 e 52 di altezza per avere una buona visuale e salire e scendere comodamente dalla vettura. La novità è che il look ora è più allineato a quello delle altre Dacia con la firma luminosa a Y per i gruppi ottici ridisegnati così come la calandra, poi ci sono i nuovi paraurti serigrafati in plastica colorata (non verniciata) per resistere meglio ai graffi, sono stati rinnovati anche i parafanghi con le relative protezioni e persino il cofano e il portellone posteriore ora solcato da una grande scritta Dacia che unisce le luci. Ci sono anche due nuove tinte: un rosso e un giallo sabbia.

Ci sono anche nuovi cerchi da 15” accanto a quelli da 14”, l’assetto è stato rivisto e completamente nuova è la scatola dello sterzo che, oltre a promettere maggiore precisione, permette anche la regolazione in altezza del piantone, dunque c’è maggior comfort per il guidatore. L’abitacolo mantiene le buone caratteristiche di abitabilità e accessibilità aggiungendo più cura costruttiva e fantasia. Migliorati i rivestimenti e le plastiche di colore nero, grigio e bianco con accenti in rame e nuovo il volante, dotato di corona esagonale come le Renault e la Duster dalla quale la Spring prende anche il sistema infotelematico con schermo da 10”, capace di specchiare qualsiasi dispositivo wireless e dotato di retrocamera, due prese USB-C e navigazione online con 8 anni di abbonamento.

Nuova anche la strumentazione, tutta digitale su pannello da 7” e con molte più informazioni di prima. Per gli allestimenti meno ricchi c’è invece l’ormai solita soluzione Dacia con un’app che permette di governare con i comandi sul volante il proprio smartphone fissato alla plancia grazie ad una docking station. Quest’ultima e altri accessori (tra cui un portabicchieri stampato in 3D) sono dotati del sistema YouClip già visto su altre Dacia. Sulla Spring poi ci sono vani per 33 litri complessivi e la capacità di carico è addirittura cresciuta leggermente: si va da 308 litri (+6%) e si arriva a 1.004 litri abbattendo lo schienale (non frazionabile). Niente male per un’auto di queste dimensioni e la versione Cargo omologata N1, libera del tutto dai sedili posteriori, fa anche meglio: 1.085 litri di volumetria con una capacità di carico di 382 kg.

La Spring è, per legge, anche più dotata per la sicurezza. Ora ci sono la frenata automatica d’emergenza, i sistemi per il mantenimento della corsia, dell’allerta per la stanchezza del guidatore, della chiamata in caso di emergenza e dell’avviso per i limiti di velocità. C’è anche un tasto che permette il disinserimento selettivo degli ADAS e in questa funzione se ne possono includere fino a cinque. Diversa anche l’ergonomia di altri comandi come quello della trasmissione con la manopola sostituita da una levetta, priva ancora una volta della funzione P, dunque per bloccare la vettura bisogna mettere in N e tirare il freno a mano. In più però c’è la posizione B che aumenta il freno motore e dunque il recupero dell’energia permettendo una guida più confortevole e più efficiente in città.

Nessuna variazione di nota per il sistema di propulsione. I motori sono quelli già noti da 33 kW o da 48 kW con quest’ultimo che, stranamente, ha una coppia inferiore al primo e con un’erogazione nettamente differente: 113 Nm tra 500 e 4.057 giri/min contro i 125 Nm tra 0 a 2.521 giri/min del meno potente. La batteria con celle NCM è la stessa di prima, con una capacità netta di 26,8 kWh e un caricatore di bordo da 7 kW con la novità di poter alimentare un dispositivo esterno (canotto, e-bike, barbecue, televisore, etc) con uno speciale attacco da fissare sulla presa che si trova dietro il logo sulla calandra. In opzione, come prima, c’è il caricatore in corrente continua da 30 kW. Sembrano numeri scadenti ed invece sono perfettamente coerenti con il tipo di vettura grazie ad una caratteristica fondamentale: il peso.

La Spring fa infatti segnare alla bilancia solo 984 kg, un valore record anche per un’auto dotata di motore a combustione interna e frutto di un equilibrio e un dimensionamento generale di tutti i componenti che permettono di avere una batteria piccola, dunque leggera e poco costosa, che può essere ricaricata in tempi accettabili senza avere bisogno di elevate potenze di ricarica, anzi con i bassi consumi (13,5 kWh/100 km) bastano 3-4 ore da una normale presa per compensare le percorrenze che si fanno abitualmente in città ogni giorno. Con la comodità di non dover cercare ogni volta una colonnina, un bel risparmio di tempo e anche di soldi vista la differenza tra i costi energetici domestici e quelli praticati dagli impianti pubblici. Stesso ragionamento vale per i motori: sono poco potenti, ma grazie alla coppia e alle caratteristiche di erogazione di questo tipo di propulsore, si scatta bene e in città e tangenziale c’è quanto serve.

La Spring raggiunge 125 km/h, la versione da 33 kW accelera da 0 a 100 km/h in oltre 19 secondi e l’altra si accontenta di 13,7 secondi. Dunque tutt’altro che quei missili elettrici che spesso ci vediamo ostentare e, del resto, bastano pochi minuti per capire che questa piccola elettrica non nasce per chi predilige le prestazioni e la guida sportiva. Lo sterzo è migliorato così come la modulabilità del pedale del freno, il comfort acustico e quello sospensivo, grazie alle diverse tarature e alle ruote di maggior diametro, segnano progressi. Anche il rollio appare diminuito, ma rimane sempre elevato rallentando le reazioni del corpo vettura ad ogni manovra data con il volante. Un assetto dunque che invita a miti consigli ed è tagliato per un’auto che nasce per la città e i brevi spostamenti non pretendendo di fare qualcosa di più o di diverso.

Da segnalare che, guidata intorno a Bordeaux, la Spring ha consumato nettamente meno di quanto dichiarato pur su strade statali percorse ad andatura da codice, dunque lontana dalla città dove dovrebbe essere in grado di percorrere 305 km con un pieno di energia. La Dacia Spring parte da 17.900 euro, meno che al lancio nel 2021, ed è disponibile negli allestimenti Expression e Extreme più la già citata Cargo e la Business dedicata alle flotte e ai car sharing. Purtroppo gli incentivi governativi sono finiti per le elettriche e c’è anche un altro fattore da considerare: la Spring è fabbricata in Cina e, se venissero confermati i dazi dell’Unione Europea sia nei tempi sia nelle dimensioni, ci sarebbe un ulteriore 20% di oneri doganali da pagare che graveranno inevitabilmente sui prezzi di listino.

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Lunedì 15 Luglio 2024 - Ultimo aggiornamento: 09:18 | © RIPRODUZIONE RISERVATA