La prova della nuova DS3 Crossback

DS3 Crossback, al volante del sofisticato Suv francese. Brillante e molto confortevole, il dna premium esce allo scoperto

di Giampiero Bottino
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MILANO - Che la Ds, come si conviene a uno dei brand più giovani del panorama automobilistico internazionale (solo Cupra ha un certificato di nascita più recente), sia fortemente orientata al futuro è fuor di dubbio. Lo impone la coerenza con le strategie Stellantis, lo conferma il portafoglio prodotti che propone in versione elettrificata tutti e tre modelli a listino (due con tecnologia plug-in e uno 100% elettrico), lo certifica il team DS Techeetah che, grazie a due folgoranti vittorie nei primi due anni – 2019 e 2020 – di presenza in Formula E, si presenta nell’edizione attuale come campione in carica.

Il fatto che l’elettrificazione sia nei fatti e nei programmi non significa però una chiusura nei confronti della propulsione termica, soprattutto quella a benzina che più del diesel, penalizzato dalle note vicende, appare destinata a convivere ancora a lungo con le alimentazioni alternative.

Decisione logica, tanto più se si dispone di un propulsore come il PureTech 1.2 a 3 cilindri che per quattro anni consecutivi ha conquistato il titolo di “Motore dell’Anno” nella categoria 1.0-1.4 litri. Proprio questa unità è stata protagonista del test organizzato da DS Italia anche per consentire ai giornalisti di approfondire la conoscenza con la DS3 Crossback, il B-Suv del brand premium francese il cui lancio aveva risentito in modo significativo delle problematiche legate alla pandemia.

La vettura che abbiamo avuto modo di provare, equipaggiata con il PureTech da 130 cv, livello intermedio di un’offerta che comprende anche le potenze di 100 e 155 cv, abbinato al cambio automatico Eat8 a 8 rapporti che per fluidità e rapidità costituisce un evidente salto di qualità rispetto al precedente Eat6 che equipaggia la nostra auto “di famiglia”, dello stesso gruppo ma di altra marca.

Lo stile esterno gradevolmente sofisticato, i sedili comodi e correttamente avvolgenti, la qualità dei materiali a l’accuratezza delle lavorazioni offrono una convincente dimostrazione del “Savoir faire” alla francese di cui DS vuole essere la bandiera in campo automobilistico. Anche a costo, come insegna la storia dell’alta moda d’Oltralpe, di togliersi il gusto di qualche “provocazione”.

Un’abitudine che la DS3 Crossback non tradisce, per esempio con la “pinna” delle portiere posteriori che, all’altezza del montante centrale, interrompe a nostro avviso la fluidità delle fiancata, mentre nell’elegante e accogliente abitacolo gli interruttori in metallo satinato impressionano per la raffinata lavorazione a diamante che però non favorisce la lettura delle incisioni che ne illustrano la funzione.

Dettagli a parte, guidare questo B-Suv è un vero piacere: l’assetto è sempre stabile ed equilibrato, i 130 cv a disposizione si fanno sentire, me senza mai appesantire troppo i consumi, la tecnologia di bordo soddisfa tutte le esigenze in fatto di connettività e assistenza alla guida, la sua valenza “ecologica” trova conferma nei consumi ridotti mediamente del 18% rispetto a un 4 cilindri di analoga potenza, mentre il particolato è stato ridotto del 75% grazie allo specifico filtro riservato alle motorizzazioni a benzina.

La DS3 Crossback è disponibile negli allestimenti So Chic e Grand Chic, che ne enfatizzano l’eleganza, mentre le versioni Performance Line e Performance Line+ mettono l’accento sulla sportività. La motorizzazione da 100 cv viene proposta solo per i due allestimenti base, quella da 155 è riservata alle versioni “alte”, mentre e solo l’intermedio da 130 cv è presente sull’intera gamma, il cui prezzo spazia da 26.000 e 44.000 euro. Un range che, soprattutto se paragonato ai “gemelli diversi” degli altri brand del gruppo spinti dagli equivalenti motori della famiglia PureTech, offre un’ulteriore testimonianza dell’appartenenza DS al mondo premium.

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Martedì 4 Maggio 2021 - Ultimo aggiornamento: 05-05-2021 15:32 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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