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Ferrari 12Cilindri, grintosa e morbida. L'elegante signora ha una sinfonia per tutte le occasioni
Con l'evoluzione della gamma Ferrari, la coupé a 12 cilindri ha assunto un ruolo diverso, passando dall'essere il riferimento prestazionale, come nel caso della F12, al divenire una gran turismo che affianca alle performance un design sofisticato e un comfort fatto anche di tecnologia, come dimostrano gli interni a tutto schermo della nuova 12Cilindri che abbiamo guidato in occasione del media test drive in Lussemburgo. Anche la scelta della location, rappresenta una decisione tesa a sottolineare il cambiamento dalla nuova 12Cilindri, ed ha consentito di mettere le ruote sulla pista del centro di ricerca e sviluppo di Colmar-Berg appartenente a Goodyear, che ha realizzato, in collaborazione con la casa di Maranello, lo pneumatico Eagle F1 Supersport con le specifiche per la nuova vettura del Cavallino rampante. Il viaggio inizia già a vettura ferma: il centro stile capitanato da Flavio Manzoni ha optato per una forma fatta di linee maestre essenziali, di volumi che generano un'interconnessione, di una fiancata pulita, e di parafanghi dalla precisione geometrica. L'approccio alla forma è più funzionale per evitare l'effetto nostalgico, ma ciò non vuol dire rinunciare a elementi che richiamano il passato, come la fanaleria anteriore con la fascia nera che riporta alla mente quella della 365 GTB/4, o le proporzioni generali tipiche delle coupé a 12 cilindri con motore anteriore-centrale.
La lavorazione del tetto, e l'integrazione degli elementi di aerodinamica attiva nella zona posteriore della vettura però, sottolineano, insieme alla forma dei gruppi ottici posteriori, un'evoluzione concreta dalla 12Cilindri rispetto ai modelli che l'hanno preceduta. Una volta a bordo, dietro il cofango, che ingloba anche parte dei passaruota anteriori, la vista è scenografica, e scultorea: dai retrovisori vengono inquadrati i muscoli che sovrastano le ruote posteriori e proiettano in avanti, già da ferma, la nuova 12 cilindri Ferrari. La seduta è comoda, c'è spazio in abbondanza sia per il guidatore che per il passeggero, e la svolta tecnologica si attiva non appena gli schermi prendono vita. C'è tutto quello che si possa desiderare su un'auto moderna, dalla strumentazione digitale prodiga d'informazioni grazie ad un display da 15,6 pollici, al display da 8,8 pollici per ampliare l'esperienza del viaggio al passeggero. Il display centrale da 10,25 pollici si trova più in basso rispetto al quadro strumenti, ma è una scelta voluta, perché una volta spento diventa parte integrante della plancia, e non un elemento sospeso. Si collega lo smartphone con Apple CarPlay, anche questo è un segno inequivocabile dell'evoluzione, e si sfrutta il proprio device per avviare la navigazione. Bisogna familiarizzare con i comandi sulle razze del volante, e una volta compreso come accedere alle varie funzioni con il tasto annegato nel volante, il V12 inizia a respirare attraverso un sussulto che sa di tradizione. Infatti, il primo motore costruito dalla Ferrari, nel 1947, fu proprio un V12, un frazionamento che, sulla 12Cilindri, eroga 830 CV e 678 Nm di coppia raggiungendo un regime di rotazione di ben 9.500 giri.
Grazie al nuovo cambio a doppia frizione a 8 rapporti, la progressione in pista sembra non finire mai, mentre su strada si produce in prontezza d'erogazione in qualsiasi rapporto. Merito di una tecnologia, mutuata dalla F1, con una soluzione denominata dito a strisciamento, che va ad ottimizzare l'apertura e la chiusura delle valvole per adattare la curva di coppia alla situazione specifica. Anche adottando un impianto di scarico che le consente di rispettare le normative sulle emissioni EU6E, China 6b e Bin 50, e che si avvale del catalizzatore ceramico e del filtro antiparticolato, il sound è rimasto quello tipico dei V12 di Maranello, con un crescendo armonico che diventa sempre più appuntito quando si esplora la zona rossa del contagiri, grazie i condotti della stessa lunghezza con il collettore '6 in 1' su ciascuna bancata.
Tra le curve lo sterzo è preciso, puntuale nell'eseguire gli ordini impartiti dal conducente, ed il sistema a quattro ruote sterzanti indipendenti, unito ad un passo più corto di 20 mm rispetto alla 812 Superfast, la più rende agile di quanto la larghezza di oltre due metri lasci supporre. Nonostante un comfort incrementato su tutti i livelli, dall'insonorizzazione a velocità costante, all'assorbimento delle sospensioni, che è possibile settare indipendentemente dalla posizione del manettino, la 12Cilindri risulta affilata come le migliori Ferrari, quando ci si ritrova tra i cordoli, sottolineando la sua natura polivalente. Le prestazioni sono al vertice della categoria, con uno scatto da 0 a 100 km/h coperto in 2,9 secondi ed un tempo inferiore ai 7,9 secondi per l'accelerazione da 0 a 200 km/h.
La velocità massima raggiungibile, in pista, è di oltre 340 km/h. Per gestire una vettura con queste performance l'aerodinamica si avvale di 3 generatori di vortice all'anteriore, di 2 al posteriore, di un nolder di 25 mm presente sul cofano posteriore, e di due elementi mobili che si attivano tra i 60 km/h ed i 300 km/h. Inoltre, il sistema SSC 8.0, acronimo di Side Slip Control 8.0, lavora in sinergia con il nuovo ABS Evo e favorisce il controllo sui fondi a bassissima aderenza, come abbiamo potuto verificare in una giornata particolarmente piovosa. Il carattere della vettura cambia a seconda della posizione del manettino: in Wet favorisce un'erogazione più controllata, in Sport la rende più appuntita, mentre in Race e in CT Off offre la possibilità, in pista, di generare sovrasterzi di potenza rendendo più partecipativo il retrotreno. Con la 12Cilindri la tradizione è stata rispettata, e traslata in avanti con tutto il carico di innovazione che le moderne tecnologie possono offrire, ma il lavoro degli uomini di Maranello è stato così raffinato da evitare, anche in questo caso, come sulla Purosangue, il ricorso all'elettrificazione, per continuare ad offrire agli estimatori del V12 un'esperienza di guida superiore.