Il Fiat Fullback

Fiat, le magie del Fullback: un pick up da campioni. L’inarrestabile modello da anni fa coppia con Tony Cairoli

di Mattia Eccheli
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WINCHESTER - Tony Cairoli ha un vizio: vincere. Nella storia del motocross un solo centauro ha conquistato più titoli iridati, Stefan Everts. Il 32enne italiano originario di Patti, in Sicilia, però corre ancora. Ad Assen, nei Paesi Bassi, si è recentemente laureato campione del mondo per la nona volta. Per raggiungere il belga glie manca un successo soltanto. Non a caso ad appendere la motocicletta al chiodo, dal 2010 una Ktm (prima era una Yamaha), non ci pensa proprio: «Per un paio di anni non è una cosa che abbiamo in programma – sorride – Ma quando vedremo che non si riesce più a migliorare e si fa solo fatica senza avere soddisfazioni, allora sarà giunto il momento di smettere».

Cairoli, che non vinceva l’alloro mondiale dal 2014, da un paio di stagioni ha un nuovo compagno di viaggio che se da una parte gli ha alleviato alcune fatiche (non in gara), dall’altra gli ha portato fortuna e potrà continuare ad essere la sua “buona stella” anche per tutto il 2018 visto che il contratto è stato prolungato di un altro anno. È Fullback, il primo pick-up di taglia media di Fiat Professional, che non è soltanto il veicolo ufficiale del World Championship Mxgp 2017 organizzato dalla Fim, ma è anche il mezzo che il suo sponsor, la divisione veicoli commerciali del costruttore nazionale, gli ha messo a disposizione. «Col pick-up sei avvantaggiato – ammette – è perfetto: carichi la moto dietro e arrivi nei posti dove ti alleni o gareggi. E le strade che arrivano in questi posti di solito sono belle toste». In pista, Cairoli è insostituibile ed a tratti anche inarrivabile, anche se la prova inglese che ha chiuso la stagione 2017, il Motocross delle Nazioni, non è stata una gara da incorniciare (l’Italia ha chiuso al settimo posto).

Ma quando non è in competizione pure lui si concede di divertirsi non solo al manubrio, ma anche al volante: «La cosa più bella fatta con Fullback? Completare un salto nella mia pista di allenamento... E ha anche resistito bene: le sospensioni sono state veramente toste», ricorda. I giornalisti che Fiat Professional aveva portato a Matterley Basin, nello Hampshire, a 110 chilometri a sud ovest di Londra, hanno solo sognato di poter guidare il pick-up sulla stessa pista del mondiale. L’invasione dei tifosi e soprattutto la pioggia battente hanno reso impraticabile il tracciato che Cairoli ha definito «molto difficile» ed «uno dei più belli che abbiamo». Il Fullback ha enormi potenzialità anche commerciali, malgrado in Italia sia immatricolabile esclusivamente come autocarro.

Fiat Professional lo aveva fatto debuttare al motor show di Dubai nel 2015 anticipandone la sua vocazione internazionale, in particolare per l’Africa ed il Medio Oriente. Giapponese nella tecnologia, ma italiano nel design, Fullback è disponibile a cabina estesa o doppia (oltre che come semplice chassis), con due potenze e la trasmissione manuale a sei rapporti o automatica a cinque marce, con la trazione posteriore o integrale (con selettore full time o, per risparmiare carburante, part time). Il motore è il turbodiesel common rail da 2.4 litri a listino da 150 o 180 cavalli, con una coppia rispettivamente di 380 e 430 Nm.

Più per le sue dimensioni, 5,28 metri di lunghezza e tra 1,785 e 1,85 di larghezza, Fullback non è esattamente un veicolo metropolitano. Al volante, il pick-up si lascia addomesticare senza problemi ed offre un comfort (non solo di guida) superiore a quanto ci si aspetti da un veicolo del genere. Gli interni (omologazioni a 4 o 5 posti, con le restrizioni legate al tipo di immatricolazione) sono più razionali che spartani. Con la sua portata superiore alla tonnellata e le massa rimorchiabile di oltre 3.000 chilogrammi, Fullback offre un interessante ventaglio di impieghi. Quello sportivo, ad esempio, per chi ama il motocross, è solo una delle alternative. Con una certezza: nel fuoristrada, il pick-up di Fiat Professional impressiona per le sua capacità e va anche oltre il nome che porta. Perché non è solo robusto, ma anche agile.
 

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Mercoledì 8 Novembre 2017 - Ultimo aggiornamento: 09-11-2017 15:02 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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