Porsche, blitz in Taycan per l’E-Prix di Formula E. Viaggio da Padova a Berlino per seguire la gara di monoposto ecologiche

FE, i primi 4 dei test in 9 millesimi, tutti in meno di 9 decimi. A 300 kW cambia la classifica, Nato (Nissan) davanti a Dennis (Andretti)

FE, "vola" anche Rowland (Nissan), che chiude i test con il 2° crono assoluto. Barnard (Ds) stabilisce il terzo: il "podio" in appena 7 millesimi

FE, Nato (Nissan), un fulmine a Valencia. Suo il miglior crono nella quinta sessione. In meno di 6 decimi, le prime 17 monoposto
BERLINO - In elettrico si può. E la durata del viaggio non dipende dalla ricarica, ma dai cantiere e dal traffico, ossia i problemi che lamentano chiunque guidi un'auto, indipendentemente dall'alimentazione. Da Padova, dove ha sede il quartier generale della filiale italiana di Porsche, a Berlino, la città dove si sono disputati più ePrix di Formula E (22 in undici stagioni), e ritorno con una Taycan Sport Turismo è un bel viaggio. “Bel” perché è quasi superfluo sottolineare che a bordo di una vettura della casa di Zuffenhausen si sta comodi, soprattutto davanti, dietro magari un po' meno. In ogni caso sicuri. Un “bel” giro, oltre 2.300 chilometri, perché è impegnativo: quasi 14 ore per andare e altrettante per tornare.

Il modello è quello da 435 Cv con 420 Nm di coppia che arriva fino a 230 orari (il contachilometri ne ha indicati anche 238, un dettaglio). Quello che impressiona è la sensazione dello spunto: da 0 a 100 in 4,8”. Ci sono macchine, inclusa la variante più prestazionale della stessa Taycan, che fanno meglio, ma già così si viene schiacciati contro il sedile, peraltro sempre con la certezza di essere incollati alla strada. E questa è l'altra sensazione che si ricava in situazioni differenti: con la luce o con il buio, sull'asciutto o sul bagnato la Taycan resta dove deve stare e va dove deve andare. I sistemi di assistenza disegnano curve anche ad andature a tre cifre, mentre chi sta al volante (solo per curiosità) guarda “l'effetto che fa”, come avrebbe cantato Iannacci. In elettrico è anche divertente, perché con quelle prestazioni (e nonostante il peso, quasi 2,3 tonnellate a vuoto, e le dimensioni, 4,96 metri di lunghezza, ma anche meno di 1,4 di altezza) ci si può permettere praticamente tutto. In elettrico si può, soprattutto viaggiando verso nord. Sulla base dello stile di guida, della destinazione e del traffico, il computer di bordo calcola ciò che serve: «Non provare a essere più furbo della macchina», avevano avvisato da Stoccarda, sottolineando quante variabili venissero esaminate dal software. Compaiono le stazioni di servizio a cui fermarsi e anche la carica residua: chi ha l'“ansia da colonnina” può cambiare le impostazioni a piacimento. Verso nord non c'è praticamente distributore senza colonnine. Con la scheda per il rifornimento dello stesso costruttore il pieno non potrebbe essere più semplice.
Si parcheggia, si allaccia il bocchettone (a destra il pieno rapido, a sinistra quello meno), si passa la carta magnetica sul supporto digitale e la carica parte da sola. Fino all'80% i tempi sono velocissimi (15 minuti partendo dal 20%) perché la vetture dispone di un sistema fino a 320 kW. Già in Austria la rete è meno capillare e in Italia si diluisce ancora di più, ma il pieno elettrico non rappresenta più un problema e comunque il navigatore segnala e suggerisce. Semmai, non è molto predittivo in città, nel senso che avverte appena qualche centinaio prima di una svolta: nel traffico di una metropoli come Berlino può essere complicato incolonnarsi dalla parte giusta. Circa i consumi (l'autonomia dichiarata è di 620 km grazie alla batteria da 97 kWh di capacità netta), prendere come riferimento il dato del viaggio sarebbe ingeneroso: al volante di una Porsche non si guarda all'efficienza, anche se da Padova a Berlino si sono attestati tra i 20 e 21 kWh/100 km (quello medio omologato è comunque di poco inferiore ai 19, non lontanissimo insomma). Al ritorno sono stati più alti.

In totale, tra le varie soste, qualcuna in più del previsto (peraltro superflua, ma utile per sbollire la rabbia per le code: tre a tratta sarebbero state sufficienti), la spesa complessiva è stata di 289 euro (grazie agli accordi di Porsche il kWh costa 33 cent presso i partner preferenziali come Ionity, ma non solo), meno che in aereo e in treno da solo, a maggior ragione in due e praticamente la stessa di un'auto diesel paragonabile. Il risparmio di tempo sarebbe stato quasi irrilevante perché sulle autostrade della Germania, solo teoricamente senza limiti, ci sono anche una impressionante serie di cantieri e rallentamenti, oltre che restrizioni sull'andatura: nel solo 2024 i tedeschi hanno trascorso 43 ore negli ingorghi, tre in più rispetto all'anno prima. Per non parlare dei tratti tra Monaco di Baviera e il confine con l'Austria (limite a 80 all'ora) e l'attraversamento della stessa Austria (36 euro e rotti tra vignetta e Ponte Europa) ai 100. Un “bel” giro con un'auto da 144.000 euro, di cui 38.000 di equipaggiamenti aggiuntivi.




