La nuova BMW i8 durante la prova su strada in California

Arriva la i8, BMW reinventa la supercar:
mix perfetto di efficienza e prestazioni

di Giorgio Ursicino
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LOS ANGELES - Arriva sempre il momento in cui bisogna voltare pagina. O almeno il giorno in cui qualcuno trova il coraggio e la determinazione di farlo. In California, nella patria delle vetture ecologiche e del rispetto ambientale, BMW scrive il primo capitolo della nuova storia dell’auto.


Detta così potrebbe sembrare un’operazione un po’ presuntuosa. In realtà, la svolta ci sta tutta poiché la casa di Monaco mette alla prova il secondo modello della nuova famiglia “i”, alzando ulteriormente l’asticella dell’innovazione e della tecnologia. Per restare leader, si sa, non ci si può certo accontentare di rilassarsi sul trono conquistato e qualche anno fa i vertici dell’azienda tedesca hanno annunciato un profondo cambiamento. Non è stata una decisione semplice. Nel board ci sono state discussioni accese e pure qualche sofferenza. Alla fine, però, il dato era tratto: BMW (in piena consapevolezza e senza alcuna pressione...) decideva di rinunciare alla leadership assoluta della sportività fra i marchi premium (tanto duramente conquistata) per avvolgere i propri gioielli in un cachemire di morbida efficienza.

Per carità, il dinamismo restava il fiore all’occhiello, ma le BMW diventavano anche vetture di maggior comfort e di grande sicurezza, soprattutto di bassi consumi e di emissioni da record. La filosofia Efficient Dynamics è ormai nota a tutti e accompagna ogni modello del marchio dell’elica, un approccio che ha fatto un deciso passo in avanti con la famiglia “i” (la i3 è la prima moderna citycar di BMW ed è anche la sua prima elettrica) e ora raggiunge l’apice con la i8. E cosa sarà mai questa i8? Nulla di rivoluzionario, semplicemente il concetto automobilisticamente più avanzato oggi disponibile. Prima di raccontare le meraviglie che si provano al volante, quattro numeri che, come al solito, parlano più delle parole.

La i8 è la supercar del futuro, un’auto avanti di una generazione. Leggera, potente, pulita. Raggiunge performance da sballo utilizzando per la prima volta un 3 cilindri di 1,5 litri di cilindrata, un cuore che fino a poco tempo fa sarebbe sembrato piccolo per una citycar. Grazie anche ad un elettrico che la rende ibrida (è pure plug-in, quindi ricaricabile), la potenza complessiva arriva a 362 cavalli, la coppia a 570 Nm che, con un peso contenuto in soli 1.485 chili, consentono alla belva ecologica di accelerare da 0 a 100 in soli 4,4 secondi e di raggiungere rapidamente i 250 km/h prima che la centralina limiti elettronicamente la velocità massima. Il consumo omologato è di 2,1 litri per 100 km, le emissioni di appena 49 gr/km, a zero emission si possono percorrere quasi 40 km, mentre l’autonomia con il serbatoio “maggiorato” (di serie in Italia) può raggiungere i 600 km.

La i8 non ha quasi nulla di convenzionale, dal design alla meccanica, dai materiali al ciclo produttivo. Dovendo rivoluzionare il concetto di auto, i tecnici della casa tedesca sono partiti da un foglio bianco cercando di ottimizzare ogni aspetto. La sportiva è una 2+2 di dimensioni tutto sommato classiche. È lunga 469 cm, larga 194 e alta appena 129. Il passo è generoso, 2,8 metri. La leggerezza doveva essere alla base del progetto e per la prima volta su una vettura di “produzione elevata” è stato deciso di realizzare la scocca (al pari di quella della i3) in fibra di carbonio miscelata con materiale sintetico (a Monaco chiamano il “tessuto” CFRP). I progesso produttivo è una meraviglia globale che coinvolge eccellenze del BMW Group in tutti i continenti. La “materia prima” della scocca nasce in Giappone e attraversa il Pacifico dove viene lavorata nel laboratorio di Moses Lake nello Stato di Washington per far nascere le “fibre” (sono spesse appena 0,007 millimetri).

Poi via nell’impianto bavarese di Wackersdorf dove prendono forma i laminati inviati a Landshut per dar forma ai pannelli a loro volta spediti a Lipsia per l’assemblaggio finale della scocca. A Landshut nasce anche il motore elettrico, mentre la sofisticata batteria agli ioni di litio è realizzata a Dingolfing. Il Motore termico? Arriva dalla fabbrica inglese di BMW a Hams Hall (ha la stessa architettura di quelli della nuova Mini) ed è il motore a scoppio di produzione con la potenza specifica più elevata (154 cv/litro) mai realizzato dalla casa di Monaco. Anche l’aerodinamica (cx 0,26, ottimo per una supercar) è rivoluzionaria e si sposa che un design che vuole essere inedito, immediatamente riconoscibile.

Il tetto sembra un’ala che si stacca dal resto del corpo vettura e va a coprire i parafanghi posteriori incanalando i flussi dell’aria. Le porte si aprono verso l’alto, ad ali di “gabbiano”, per facilitare ingresso e uscita (molto comodi) su un’auto decisamente bassa. Le parti esterne della carrozzeria sono in termoplastica anche queste lavorate a Landshut. Le ruote sono generose, con un diametro da 20 pollici per conferire un tono ancora più atletico. La parte più intrigante è però la meccanica. La vettura è la copia stradale più conforme delle astronavi che partecipano alla 24 Ore di Le Mans, bolidi ibridi che recuperano energia, hanno la trazione integrale e in soli 3-4 anni sono riusciti a dimezzare i consumi mantenendo inalterate le performance.

Davanti c’è il powertrain elettrico (131 cv, 250 Nm di coppia immediatemente disponibili) con cambio a due rapporti, dietro quello termico, il famoso 3 cilindri trasversale accoppiato ad un cambio automatico a sei rapporti. Entrambi sono sostenuti da architetture in alluminio collegate alla scocca in carbonio e realizzate a Dingolfing. In materiale leggero anche le sospensioni a bracci sovrapposti all’avantreno e multilink dietro. La batteria è nel tunnel centrale per esaltare il baricentro (è a meno di 46 cm da terra), i pesi sono equamente distribuiti sugli assi. Perfetto il comportamento stradale, rapido l’inserimento in curva, immediata la risposta ai comandi dell’acceleratore (pure il motore termico ha la coppia molto in basso). Entusiasmante il rumore, rafforzato dai diffusori dell’impianto audio. La i8 costa 132.500 euro. Stringato il commento del geniale Carsten Breitfeld a cui è stata affidata la responsabilità del progetto: «Cosa ne penso? Non bene. Prendo un buono stipendio, ma i miei superiori mi hanno detto che dopo questo incarico dovrò pagare io per lavorare in BMW...».

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Sabato 28 Giugno 2014 - Ultimo aggiornamento: 03-07-2014 22:47 | © RIPRODUZIONE RISERVATA