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VERONA - Non solo Suv. Skoda crede ancora nelle familiari. Che offrono spazio ed hanno una aerodinamica migliore rispetto ai modelli più in voga (il cx è compreso fra 0,24 e 0,26, da primato nel segmento), non a caso proposti sempre più con profili a tetto spiovente. Non è solo una questione di design, ma di razionalità. E la casa della Freccia Alata ha fatto di questo principio il cardine del proprio successo. La quarta generazione della Octavia, la best seller del costruttore della Repubblica Ceca con oltre 7 milioni di esemplari commercializzati, conferma questa vocazione, esaltata anche dalle soluzioni “simply clever” come l’ombrellino infilato nella portiera. E conferma anche la validità della piattaforma Mqb del gruppo Volkswagen, grazie alla quale diventa pure ibrida e sulla quale continua a viaggiare in modo efficiente. E si lascia guidare con estrema facilità. Disponibile anche come berlina, versione che in Italia vale meno di un decimo dei volumi (chissà che le nuove e più audaci linee risultino più seducenti per i clienti del Belpaese), e anche come Scout (assetto rialzato di 15 millimetri), la Octavia “italiana” è quasi esclusivamente wagon.
La lunghezza di 4,69 metri è identica per entrambe le carrozzerie, ma la familiare ha guadagnato 2,2 centimetri rispetto alla generazione precedente. Anche solo con i sedili in configurazione standard il bagagliaio è impressionante e raggiunge i 640 litri (600 sulla berlina). Il volume massimo arriva 1.700 litri. All’interno dell’abitacolo non manca lo spazio per i passeggeri (269 centimetri di passo). La Octavia, che un prezzo d’ingresso attorno ai 24.000 (mille in più per la wagon), dispone della più ampia gamma di motorizzazioni della propria storia. Oltre alle unità a benzina ed a gasolio, ci sono quelle monovalente a metano (500 chilometri con 17 euro con millecinque da 130 cavalli) e, per la prima volta, quelle a 48 Volt a tre cilindri da 1.0 litri ed a quattro cilindri da 1.5 e plug-in sviluppata sul turbo benzina da 1.4 litri.
Le soluzioni ibride sono abbinate alla trasmissione automatica a sette marce che consente di sfruttare al meglio la funzione di veleggio per ridurre i consumi. L’offerta è ampia e include non solo una versione “alla spina” da 204 cavalli, la configurazione classica del gruppo con 60 chilometri di autonomia a zero emissioni, ma anche una ad alte prestazioni, la Rs da 245. Con questa declinazione e la Scout ispirata ai Suv, Skoda va incontro a tutti, anche ai clienti che almeno finora non l’hanno mai presa in considerazione. La dotazione di serie è non meno che importante con i fari full Led, 7 airbag, gli Adas ossia i sistemi di assistenza alla guida, il navigatore satellitare, lo schermo centrale da 10 pollici e molto altro.
Il lancio commerciale è previsto per la seconda metà di settembre e l’intera gamma sarà a listino entro l’anno. Due gli allestimenti: Style, per i privati, ed Executive per le aziende. Perché la Octavia è la regina delle auto destinate alle flotte, premiata proprio per la sua razionalità e per la sua affidabilità. La prova tra Verona e la Lessinia è stata al volante della variante Tdi da 2.0 litri da 150 cavalli con trasmissione automatica con emissioni di CO2 omologate sotto i 100 g/km. Una versione silenziosa accreditata di oltre 23 chilometri per litro di percorrenza anche nel ciclo di omologazione Wltp.
Le pur parziali indicazioni della prova su strada lo confermano, visto che in partenza l’autonomia dichiarata era di 460 chilometri e dopo un centinaio era ancora di 440, malgrado autostrada e velocità sostenute (quella massima è di 222 km/h, 227 per la berlina) e salite. Nemmeno in curva ci si accorge delle dimensioni, perché non si avvertono né beccheggio né rollio.
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