la prova dell'aggiornata Ghost II, il modello di accesso alla gamma del costruttore britannico

Rolls-Royce, al volante del fantasma Ghost II. Tutto il fascino del baby capolavoro

di Mattia Eccheli
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Il nuovo e temporaneo paradiso dello Spirit of Ecstasy è la tenuta Château La Coste, dove Renzo Piano ha realizzato un padiglione espositivo, dove si producono ottimi vini e dove c'è anche un albergo a cinque stelle. Una quarantina di Rolls-Royce sono provvisoriamente parcheggiate in una sorta di “caveau” automobilistico per la prova dell'aggiornata Ghost II, il modello di accesso alla gamma del costruttore britannico. La macchina ad alimentazione convenzionale più “piccola”, comunque 5,55 metri di lunghezza, e più “economica”, non meno di 275.000 euro, tasse escluse, quindi attorno ai 350.000 euro messa su strada compresa, ossia il prezzo di un oltremodo decoroso appartamento in una grande città italiana. Ci sono anche modelli del Suv Cullinan, dell'elettrica Spectre e anche un esemplare della Phantom, ma la maggior parte sono Ghost II, a listino anche a passo lungo da minimo 306.500 euro (5,715 metri, di cui 3,465 di distanza fra gli assi, 17 centimetri in più rispetto alla versione normale), incluse le declinazioni Black Badge (da 327.500 euro, tasse a parte) ancora più prestazionali.

Il motore V12 rigorosamente non elettrificato ma biturbo da 6.75 litri è lo stesso: sulla versione “base” (le virgolette sono un imperativo) eroga 571 cavalli e 850 Nm di coppia, sulla Black Badge arriva rispettivamente a 600 e 900 con un'accelerazione da 0 a 100 di 4,7'', un decimo in meno alla entry level. Tra le Rolls-Royce, la Ghost II è la più “sportiva”, non tanto per le prestazioni (in ogni caso fino a 250 km/h di velocità massima, autolimitata), quanto per la minor invadenza dei sistemi di assistenza, alcuni dei quali non sono previsti proprio per lasciare maggior libertà ai conducenti. Che rispetto al passato non sono solo più giovani – l'età media dei clienti della casa di Goodwood è di 44 anni, scesa velocemente e addirittura inferiore rispetto a quella di chi compra Mini – ma rinuncia anche all'autista. «Chi la acquista, vuole godersi il piacere di guidarla», sussurrano da Rolls-Royce, magari optando per lo chaffeur per gli eventi mondani. La rivisitazione è limitata e riguarda in parte il design e in parte altre soluzioni che non cambiano la sostanza di un'auto dall'abitacolo silenzioso all'interno del quale si percepiscono pochi rumori (ad eccezione dell'attutito rombo del motore quando si affonda sul pedale dell'acceleratore) e ancora meno asperità. Tutto grazie all'effetto “galleggiante” delle sospensioni autolivellanti che fanno dimenticare di essere a bordo di una macchina anziché essere sprofondati sul divano di casa.

All'anteriore sono nuovi i fari con la linea orizzontale che li caratterizza e la griglia illuminata, mentre al posteriore vengono ripresi gli elementi della Spectre. E poi ci sono cerchi da 22'' dalle linee inedite. Per l'abitacolo, oltre a una elegante barra trasparente all'interno del quale ci sono schermo per l'infotainment, orologio analogico e il logo tridimensionale, sono stati adottati anche rivestimenti ecosostenibili, come il tessuto Duality Twill derivato dal bambù impiegato per i sedili e con 2,2 milioni di punti di cucitura. Una volta al volante, superato il timore reverenziale per una vettura con un simile marchio, la Ghost II si guida (quasi) come una utilitaria. E per le proporzioni, almeno al frontale, ci si regola con lo Spirit of Ecstasy per capire dove finisce il cofano.

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Martedì 24 Dicembre 2024 - Ultimo aggiornamento: 11:59 | © RIPRODUZIONE RISERVATA