
Toyota, il mitico Land Cruiser. Con la nuova serie il fuoristrada simbolo dell’avventura si rinnova profondamente

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Nel grande dizionario dell’Automobile, alla parola “avventura” si trova lei: la Toyota Land Cruiser che ora si presenta con la nuova serie 250 per continuare una storia che iniziò nel 1951 e negli anni si è sviluppata in un’infinità di varianti costruendo un’immagine che è parte fondante del marchio. Se oggi infatti Toyota vuol dire affidabilità e robustezza, è soprattutto grazie alla fama che i suoi fuoristrada si sono costruiti negli angoli più nascosti ed ostili del globo. Storicamente sono state vendute 11 milioni di Land Cruiser, 40mila in Italia e quasi tutte ancora circolanti. La ricetta dunque non può che essere la stessa. La nuova Land Cruiser nasce sulla piattaforma GA-F con carrozzeria separata dal telaio a longheroni, diventato più rigido del 50% grazie ad acciai più resistenti uniti da 84 saldature in più e da 11,9 metri di collante permettendo di ricavare una vettura globalmente più resistente alla torsione del 30%.
Le dimensioni sono di quelle importanti: 4,92 metri di lunghezza, 1,98 di larghezza e ben 1 e 92 in altezza con un passo di 2 e 85. Lo stile è solido, come è d’obbligo per una Land Cruiser, con la giusta dose di tradizione, interpretata però in chiave moderna, ma senza mai dimenticare la funzione, simboleggiata da elementi come i paraurti facilmente smontabili e sostituibili, il montante anteriore meno inclinato e la linea di cintura abbassata di 30 mm per migliorare la visibilità. E poi ci sono quei fari tondi dell’allestimento First Edition che rimandano alla prima Land Cruiser BJ, nata nel 1951 per essere un mezzo militare su specifiche dell’esercito USA da impiegare nella Guerra di Corea e capace di inerpicarsi sul Monte Fuji fino a dove nessun altro mezzo era riuscito ad arrivare. Il nome Land Cruiser arrivò invece un paio di anni dopo, ma in quel caso l’ispirazione proveniva dalla Gran Bretagna. Anche l’abitacolo esprime a pieno il carattere di un mezzo che ha ben presente l’esempio dei suoi avi, ma vuole vivere a pieno il suo tempo. Dunque strumentazione tutta digitale, con due schermi da 12,3” e l’head-up display, ma ancora manopole, tanti pulsanti e un’ergonomia studiata con i piloti del Gazoo Racing che corrono la Dakar. Ma quel che colpisce è la sobria compattezza del design così come dei materiali, morbidi ma di grande consistenza.
Lo spazio è cresciuto e l’abitacolo si può avere a 5 e 7 posti: nel primo caso il bagagliaio è da 742 litri, nel secondo da 556 litri per la presenza dei due sedili posteriori ripiegati. Il portellone è ad apertura elettrica, c’è la comodità del lunotto apribile e, alla bisogna, si possono trainare fino a 3.500 kg. Da capitolato del perfetto fuoristrada la dotazione tecnica. La trazione è integrale permanente con differenziale centrale Torsen, bloccabile elettricamente così come quello posteriore, mentre le sospensioni posteriori sono ad assale rigido e quelle anteriori a doppio braccio oscillante con escursione migliorata del 10% e aumentabile di un ulteriore 10% con il sistema di disaccoppiamento della barra antirollio, per avere il massimo del contatto in offroad e un assetto ben frenato sull’asfalto. Ricco anche l’ausilio dell’elettronica con il Multi Terrain Select per adattarsi ad ogni tipo di fondo, il Crawl Control per mantenere costante la velocità e infine il sistema di visione che permette di vedere anche sotto la vettura ed è attivabile con comando vocale. Il motore è da battaglia ed è il noto diesel 4 cilindri 2.8 che eroga 205 cv, ma soprattutto ha una corposa coppia di 500 Nm tra 1.600 e 2.800 giri/min, ben sfruttabile dal nuovo cambio automatico a 8 rapporti con riduttore. L’altra novità è lo sterzo elettromeccanico che permette di far salire a bordo tutti i più moderni sistemi di assistenza alla guida.
Il risultato è un mezzo monolitico: tanto a suo agio e confortevole su strada quanto implacabile quando bisogna affrontare piste fatte di rocce e polvere, come quelle che si trovano in Marocco, sul massiccio dell’Atlante, prima che diventino la sabbia del Sahara. Il diesel spinge bene e si fa sentire. Un motore più grande? Darebbe a questa Land Cruiser un’aria sicuramente più importante, da giocarsi con gli amici o per appagare il proprio ego. I clienti non sembrano comunque farci caso: le 500 unità previste per il 2024 sono infatti già andate esaurite in meno di un mese di pre-booking ad aprile, per non parlare delle 50 First Edition che sono finite in 10 ore. Il problema per il 2025 sarà solo quello di non immatricolarne troppe alzando il monte della CO2 – ma ci sarà il mild-hybrid 48 Volt a dare una mano – e rischiando di pagare multe salatissime. Chi vuole mettersi in fila per la nuova Toyota Land Cruiser comunque può farlo: si parte da 84mila euro.