
Toyota sale in cattedra, la RAV4 è ricaricabile. La casa che ha inventato l'ibrido allarga l’offerta alle versioni con la spina

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ROMA - Toyota RAV4 Plug-in Hybrid è la versione ricaricabile di quello che storicamente è il primo suv della storia ed è ancora il più venduto al mondo, ma per la casa giapponese è anche il ritorno ad una tecnologia che aveva introdotto per prima con la Prius nel 2012 e aveva poi messo in frigo privilegiando un’altra delle sue grande innovazioni, ovvero l’ibrido che si autoricarica. La nuova versione della RAV4 arriva nel momento in cui le ibride plug-in stanno triplicando le loro vendite in Italia e raggiunto il 3,6% del mercato. Esteticamente si distingue per pochi dettagli dall’ibrida “simplex” come la calandra lucida, i cerchi bitono da 19” e lo sportellino per la ricarica, posizionato dal lato opposto di quello per il bocchettone della benzina. All’interno diverse sono la selleria, cucita a filo rosso, e la strumentazione che vede l’aggiunta dell’indicatore analogico della ricarica e di quello digitale che dà i dati di consumo ed autonomia sia per il funzionamento in elettrico sia per quello ibrido. A corredo ci sono anche l’head-up display e lo schermo da 9” del sistema infotelematico la cui connettività ora permette anche di controllare in remoto la ricarica e la climatizzazione tramite smartphone.
Inalterata la dotazione di sicurezza a 5 stelle EuroNCAP che permette la guida autonoma di livello 2. Per migliorare la visibilità ci sono il sistema di visione perimetrica a 4 telecamere e il retrovisore virtuale. Quello che cambia davvero sta sotto la pelle, anzi sotto il pavimento ed è la batteria da 18,1 kWh raffreddata con la stessa pompa di calore dell’impianto di climatizzazione. Rimane invariato nello schema il sistema di propulsione composto dal 4 cilindri 2.5 a ciclo Atkinson e da tre motogeneratori. Quello collegato alle ruote posteriori da 40 kW rimane identico, cresce invece la potenza di uno dei due anteriori inseriti nella trasmissione, quello dedicato alla trazione: da 88 kW a 134 kW. In questo modo la potenza totale passa da 222 cv a 306 cv. I tecnici sono riusciti poi a limitare la riduzione del bagagliaio da 580 a 520 litri e a conservare il serbatoio da 55 litri per la benzina. A riempire quello ad elettroni provvede il caricatore da 6,6 kW: ci vogliono 7 ore e mezzo dalla presa domestica e 2,5 ore dalle colonnine o dalle wallbox. Eccellente il bilancio totale tra prestazioni ed efficienza.
La RAV4 Plug-in Hybrid accelera infatti da 0 a 100 km/h in 6 secondi (2,1 secondi in meno), ma dichiara un consumo di 1 l/100 km pari a 22 g/km (WLTP) con la batteria carica che le permette in elettrico di raggiungere 135 km/h e marciare per 75 km che diventano 98 km in città. Il guidatore può selezionare 4 modalità operative per il sistema: EV elettrico, HV ibrido, HV/EV automatico e Charge che utilizza il motore a scoppio in marcia per ricaricare la batteria. La giapponese è fluida in elettrico e in ibrido è più… elettrica, perché risponde all’acceleratore in modo più corposo facendo però girare a regimi più bassi il 4 cilindri, a tutto vantaggio della silenziosità e dell’efficienza. Ne giova la qualità globale di marcia a tal punto che sembra di avere sotto il cofano un motore più grande.
Con la modalità Sport la RAV4 tira fuori tutti i suoi cavalli e il tachimetro sale veloce. Il comfort e il comportamento stradale appaiono poco influenzati dagli oltre 2 quintali in più che hanno portato la massa totale a 1.900 kg, anche se meglio ripartita e con un baricentro più basso. La Toyota RAV4 Plug-in Hybrid parte da 55.500 euro, ma sommando gli incentivi governativi con i bonus Toyota, si scende a 46mila euro. Con la formula Pay per Drive Connected si parte da 349 euro per 36 mesi, con il noleggio a lungo termine Kinto One e 45.000 km compresi, il canone è di 519 euro (+Iva). A disposizione ci sono anche le wallbox fornite da Edison che, per il primo anno, forniscono ricariche notturne gratis. Nel 2021 l’obiettivo è vendere 1.100 unità e salire a 1.500 nel 2022.