Airbag esplosi dopo un incidente

Neonato ucciso dall'airbag «Non era disattivato» Bimbi in auto, cosa evitare

di Nicola Desiderio
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ROMA - Era nell'ovetto, ma l'airbag anteriore non era disattivato. Così è morto domenica a Pisa un neonato di 2 mesi, a seguito di un incidente che ha provocato anche il ferimento non grave del fratellino di 2 anni, seduto sul sedile posteriore insieme alla madre. L'infante era stato sistemato correttamente sul sedile anteriore destro, all'interno del tipo di seggiolino previsto dal Codice della Strada per i bambini della sua taglia, ma i genitori avevano dimenticato di disattivare l'airbag frontale. Così, quando l'auto guidata dal padre è rimasta coinvolta in un tamponamento, l'airbag è esploso provocando gravissime ferite al piccolo che, nonostante l'intervento chirurgico tentato dai medici dell'ospedale Cisanello, è deceduto 6 ore dopo il trauma ricevuto. L'incidente di Pisa ripropone il tema del corretto trasporto dei bambini in automobile, un aspetto spesso sottostimato anche dai genitori più amorevoli, soprattutto quando si tratta di spostamenti brevi e si ritiene di poter evitare ogni pericolo con una condotta particolarmente prudente oppure tenendo in braccio il bambino.

Il modo migliore per minimizzare le conseguenze di un incidente è affidarsi alla struttura della vettura, progettata per assorbire gli urti e trasmettere la minor quantità di energia possibile agli occupanti. Per fare questo, occorre utilizzare le cinture di sicurezza, nel caso specifico dei bambini, insieme ai seggiolini. La materia è regolata dall'articolo 172 del Codice della Strada. La norma prevede che tutti i bambini di statura inferiore a 1,50 metri siano assicurati al sedile attraverso sistemi di ritenuta (leggasi seggiolini) adeguati al peso e che hanno ricevuto l'omologazione. Le diciture che la attestano sono R44/03 o R44/04 e fanno riferimento ai regolamenti della Commissione economica per l'Europa delle Nazioni Unite (UNECE). I seggiolini sono ripartiti in 5 gruppi in base al peso: 0 (fino a 10 kg e 12 mesi) noto comunemente come navicella e che va ancorata di traverso sul sedile posteriore, 0+ (fino a 13 kg e 18 mesi), 1 (9-18 kg da 9 mesi a 4 anni), 2 (15-25 kg, 3-6 anni) e 3 (22-36 kg, 5-12 anni). Quelli del gruppo 0+, comunemente noti come ovetto, devono essere posizionati contromarcia sul sedile posteriore o su quello anteriore. In quest'ultimo caso però l'airbag, tarato per la corporatura degli individui adulti, deve essere disattivato. Per farlo, sul lato destro della plancia o all'interno del cassetto portaoggetti, c'è una chiavetta incorporata oppure una serratura utilizzando la stessa chiave dell'auto. La disattivazione è segnalata da un'apposita spia sul cruscotto. Va da sé, che la collocazione più protettiva è sui sedili posteriori, preferibilmente sul lato destro, e utilizzando i ganci ISOFIX: assicurano l'ancoraggio più solido e, in caso di incidente, limitano i movimenti della testa e, allo stesso tempo, evitano che la massa del seggiolino schiacci il corpo del bambino verso la cintura. È buona norma inserire la sicura che impedisce l'apertura delle portiere posteriori dall'interno, ancora meglio quella che inibisce anche l'azionamento dei finestrini.

Per i bambini con statura di almeno 125 cm è possibile utilizzare un sistema di ritenuta non integrale cioè senza schienale. È inoltre da poco in vigore la legge che, dopo il verificarsi di alcuni tristi fatti di cronaca, obbliga l'utilizzo di dispositivi antiabbandono se si trasporta un bambino di età inferiore a 4 anni.
Secondo l'EuroNCAP, il consorzio europeo che valuta la sicurezza delle automobili, anche con una votazione specifica per i bambini dal 1997, sono oltre mille quelli che perdono la vita sulle strade ogni anno, quasi la metà come passeggeri. Secondo l'Asaps, nel 2019 in Italia sono stati 40 i bambini (0-13 anni) vittime di incidenti, con un calo del 18% rispetto al 2018, e la fascia più colpita è proprio quella da 0 a 5 anni (21 vittime). Il 60% erano passeggeri e si ritiene che la causa maggiore sia l'ancoraggio non corretto o addirittura assente. Per questo la conclusione di Giordano Biserni è: «Ogni volta che un bambino perde la vita sulla strada afferma il presidente dell'Asaps il colpevole è sempre un adulto».

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Martedì 18 Febbraio 2020 - Ultimo aggiornamento: 19-02-2020 11:24 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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