
Un idillio alla frutta: c’era una volta il diesel. Nonostante una tecnologia sofisticata siamo al crepuscolo
«C’eravamo tanto amati»... Il lungo e intenso idillio tra gli automobilisti europei e italiani in particolare e il gasolio (il brevetto numero 67207 nell'ambito delle «attività lavorative e di ottimizzazione delle macchine da costruzione» venne rilasciato a Rudolf Diesel il 23 febbraio del 1983 dall'Ufficio Imperiale di Berlino, un anno dopo essere stato depositato come «nuovo efficiente motore termico», peraltro diverso dal principio di quello attuale) è ormai al capolinea malgrado la tecnologia dei motori a gasolio sia stata affinata, resa ancora più efficiente e le emissioni siano abbiano subito una notevole riduzione. Come nel film di Ettore Scola, la realtà quotidiana ha messo a dura prova il legame, che non ha resistito al giro di vite delle autorità. I volumi sono in calo anche nel segmento del noleggio, sia per le auto sia per i veicoli commerciali leggeri, anche se tra gennaio e marzo in Italia questa alimentazione (“pura” o in versione mild hybrid) ha inciso ancora per il 27% sulle immatricolazioni di auto per il renting a lungo termine (meno del 14% per quelle a breve), mentre nell'analogo segmento dei veicoli commerciali leggeri ha rappresentato oltre l'87% (oltre il 90% nello short term).
La tendenza tuttavia è chiara: fra le auto destinate al noleggio il diesel è la sola motorizzazione a cedere quote importanti, mentre le altre, ad eccezione del gas (-4,4% nel breve) le guadagnano: quasi il 16% in meno nel lungo termine e addirittura il 53% nel breve. Impressiona l'avanzata dell'elettrico, che riscuote l'interesse dei gestori che non possono rischiare di avere flotte con veicoli a gasolio, magari chiamati a restare “fermi” o esclusi da determinate zone per via delle restrizioni ambientali. Nel noleggio a lungo termine guadagna quasi l'87,6%, mentre nel breve lievita del 171,5%, secondo solo alla tecnologia full hybrid (+297,4%). Nel segmento dei veicoli commerciali il diesel scivola del 25,4% nel long term (solo la benzina, anche abbinata ai sistemi mild hybrid, fa peggio) e del 32,4% nello short term. E questo nonostante l'Italia sia ancora restia a divorziare in maniera definitiva, perché in termini di immatricolazioni di auto nuove a gasolio nel primo bimestre del 2025 è risultata il secondo mercato europeo con 29.500 auto targate (-39%, ma comunque il 15% del totale europeo) su un totale, inclusi Regno Unito, Svizzera, Norvegia e Islanda di meno di 173.000 esemplari, con una contrazione del 27,5%. Solo in Germania le immatricolazioni hanno superato quelle del Belpaese: 65.072, -22%. Insieme, Italia e Germania valgono ancora il 55% del mercato continentale delle auto a gasolio.