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Soffia il vento dell’Est: crescono i veicoli provenienti della Cina

di Piero Bianco
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Il vento dell’Est soffia con sempre maggiore determinazione sul mercato italiano dell’auto, compreso quello delle flotte e delle vetture aziendali. Oltre alla sostenibilità sotto il profilo energetico, un ruolo fondamentale gioca infatti la “sostenibilità economica”: prezzi convenienti a fronte di un prodotto che sta diventando appetibile. I costruttori orientali, sia asiatici che dell’Est Europa, sono oggi competitivi perché in grado di produrre auto a costi più contenuti. Per conquistare il ricco mercato del Vecchio Continente, questi operatori stanno sfruttando nuove catene di fornitura, ma anche soluzioni creative, riposizionandosi su un segmento più elevato, anche premium, in linea con la domanda del mercato europeo. Dalla Cina si stanno affacciando nuovi attori “nativi elettrici”, non solo nella parte di mercato mainstream (come era all’inizio), ma anche nei segmenti top.


Non a caso, alcuni brand asiatici hanno già scalato posizioni nelle vendite globali di vetture elettrificate o full-electric, scavalcando perfino il marchio leader per eccellenza che è Tesla. La tendenza viene monitorata da uno studio prodotto da Aniasa e Bain & Company (l’azienda di consulenza globale che aiuta le aziende change-makers a definire il futuro). La classifica dei principali produttori di vetture elettrificate è costellata di marchi cinesi, che hanno ormai tolto il podio ai player storici: BYD è oggi il primo produttore di auto elettrificate al mondo, anche se Tesla mantiene il gradino più alto nelle full-electric. Il picco delle vendite si registra in Cina, ma la quota in Europa è in crescita.

Lo spostamento dell’assetto verso l’Oriente è particolarmente evidente anche sulle quote di produzione, dove l’Europa ha ceduto lo scettro di principale produttore alla Cina, che già ha raggiunto il 4° posto nella classifica dei Paesi che hanno registrato il maggior numero di brevetti in Europa, con l’Italia solo undicesima. I costruttori dell’Est (Europa e asiatici) conquisteranno nei prossimi anni crescenti fette di mercato (in Italia secondo le previsioni salirà al 4% nel 2030), a scapito dei brand tradizionali del Vecchio Continente. Dal 2015 ad oggi l’Europa ha perso la produzione sul proprio territorio di 5,3 milioni di vetture, ormai costruite soprattutto in Cina.


«Uno dei trend del mercato italiano è la crescita del noleggio come canale di acquisizione dell’auto», spiega il vicepresidente Aniasa Italo Folonari. «Chi cambia l’auto, preferisce noleggiarla. Le vendite a privati sono in calo da anni e il noleggio riempie il vuoto grazie ai costi certi e alla possibilità di spalmare su più anni l’investimento. Il trend proseguirà nel 2023, come mostrano i dati dei primi quattro mesi». In questo contesto, un italiano su cinque sta già considerando marchi cinesi e asiatici. Fondamentale per l’Italia è dunque moltiplicare gli investimenti sulla filiera auto, puntando sulle eccellenze del Made in Italy.

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Martedì 30 Maggio 2023 - Ultimo aggiornamento: 13:09 | © RIPRODUZIONE RISERVATA