
Un trimestre sprint, in Italia e in Europa le elettriche tirano. Sia nelle auto aziendali che nel mercato totale
Stando alle indicazioni che provengono dal mercato in questa prima parte dell’anno l’auto elettrica pare ormai pronta a uscire dall’angolo. Un ruolo certamente di primo piano nel determinare la riscossa della propulsione a elettroni spetta proprio alle flotte, e soprattutto la comparto del noleggio a lungo termine, artefice di un autentico boom, frutto anche della crescente attenzione riservata alla clientela privata, tra cui cresce la propensione a sostituire la vettura di proprietà con quella “in affitto”. Non si potrebbe definire altrimenti l’aumento dell’87,57% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente – equivalente all’acquisto di 7.079 unità nei primi tre mesi del 2025 rispetto alle 3.774 dello scorso anno – nell’inflottamento di vetture Bev, pari al 6,64% delle nuove acquisizioni da parte delle imprese Nlt. Una dimostrazione della capacità del settore di accontentare i nuovi bisogni di una clientela magari poco frequentata in passato, ma oggi sempre più sensibile all’idea di guidare una vettura in perfette condizioni senza sobbarcarsi l’onere e il fastidio di tanti impegni burocratici e amministrativi.
Ma le motorizzazioni zero emission sono andate forte anche nel marcato totale. Nel nostro paese a marzo sono cresciute del 75,1%, passando dalle 5.364 unità a 9.393, percentuale più o meno simile a quella del trimestre: +72,2%, da 13.398 a 23.073 esemplari per una quota passata dal 2,9% al 5,2%. È vero, lo scorso anno nella Penisola il mercato “green” era abbastanza fermo in attesa degli incentivi più volte annunciati che poi sono partiti, e finiti in poche ore soltanto ad inizio giugno, ma l’impennata è di tutto rilievo. Anche in Europa il vento ecologico soffia forte e le vendite nel primi due mesi sono aumentate di un terzo. Nei paesi UE più Efta e UK a fine febbraio erano già state immatricolate 330.584 auto completamente ad elettroni rispetto alle 251.547 del bimestre 2024, una crescita del 31,4%. A spingere la domanda ci sono i numerosi nuovi modelli che i costruttori hanno messo in listino allargando l’offerta soprattutto verso il basso con prezzi più aggressivi e dimensioni più contenute. A prescindere dal noleggio, non c’è comunque dubbio che la situazione generale, carica di incertezze e preoccupazioni, non favorisca il secondo investimento più oneroso – dopo la casa – per le famiglie.
Il mercato di marzo sembra giustificare qualche ottimismo per la buona ripresa delle immatricolazioni complessive, cresciute del 6,2% a 172.223 nuove targhe rispetto alle 162.140 consegne dello stesso mese di un anno fa. Risultato incoraggiante, che però non basta a estendere il miglioramento all’intero trimestre, chiuso a 443.906 immatricolazioni, in flessione dell’1,6% rispetto al risultato maturato nel gennaio-marzo del 2024.
In questo contesto generale le Bev, acronimo che identifica le vetture elettriche pure, hanno raggiunto il 5,4% del mercato, migliorando il 5% di febbraio e mettendo a segno un aumento significativo su base annua, visto che a marzo 2024 – complice il clima d’incertezza determinato dall’attesa degli incentivi – la quota sul mercato totale si era fermata al 3,3%. Se ai numeri promettenti appena elencati aggiungiamo l’altra faccia dell’elettrificazione “alla spina”, cioè quella rappresentata dalla propulsione ibrida plug-in che ha confermato la stessa quota (4,5%) registrata in febbraio, vediamo che il complesso delle vetture elettrificate ricaricabili “alla spina” si attesta attorno al 10% del mercato totale.
Valore non trascurabile, ma che – fa notare Unrae, l’associazione delle case automobilistiche estere presenti in Italia – conferma come il cammino verso la transizione energetica stia procedendo lentamente, a differenza di quanto è accaduto, o sta accadendo, in altre aree del Vecchio Continente. Lo confermano i numeri forniti dall’Acea a fine febbraio parlano di un mercato Ue la cui frenata (-3%) coinvolge in misura diversa tutti i mercati più importanti, a eccezione del lusinghiero +8,4% registrato in febbraio dalla Spagna. Continuano a essere apprezzate le auto ibride, attestate al 35,25% delle immatricolazioni, mentre la propulsione a benzina e diesel è precipitata di quasi 10 punti, chiudendo il bimestre iniziale dell’anno con uno share del 38,8%. Una retromarcia che oltre all’Italia (-19%) ha coinvolto in misura ancora maggiore Francia (-27,5%) e Germania (-24,9%), mentre la Spagna ha contenuto la perdita nel -13%.