L'Azimut S7

Azimut S7: flybridge comodo, spazioso e chic ma con tre motori vola sul mare a 36 nodi

di Sergio Troise
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CANNES - Tra le novità presentate in anteprima mondiale allo Yachting Festival di Cannes, occupa un posto di rilievo l’Azimut S7, yacht di 21 metri disponibile con un flybridge di piccole dimensioni che non altera troppo la vocazione del progetto. Tanto che in casa Azimut parlano di “sportfly”, sottolineando la capacità della barca di assolvere al doppio ruolo di assicurare buone prestazioni e buon comfort. Operazione riuscita grazie all’impeccabile lavoro svolto da Stefano Righini per il layout di base, e da Francesco Guida per l’interior design e per gli allestimenti del fly e del pozzetto.

Nel discorso rientra anche la scelta dei materiali, che include l’impiego del carbonio sia per la sovrastruttura sia per altre componenti come la plancetta di poppa: quanto basta per assicurare un utile contenimento dei pesi senza perdere rigidità. Se a ciò si aggiunge la potenza dei tre motori (1050 hp), si avrà chiara la qualità complessiva del progetto. E infatti i responsabili del cantiere tengono a sottolineare che “in navigazione questo yacht sembra una moto d’acqua, grazie a una carena totalmente nuova che regala precisione di virata e favorisce anche il contenimento dei consumi”.

L’Azimut S7 è dunque uno yacht di 21 metri motorizzato con tre motori Volvo Penta IPS per complessivi 1050 hp in grado di volare fino a 36 nodi (30 la velocità di crociera), consumando in media il 15% meno di un concorrente, ovvero in grado di assicurare una autonomia di 300 miglia con 3800 litri di gasolio, o addirittura di ridurre a 250 litri/h il consumo navigando a 22 nodi. Tutto ciò, su una una imbarcazione che sa essere sportiva ma anche comoda e rilassante, in grado di ospitare sei persone in tre cabine (più due posti per l’equipaggio) e di offrire spazi adeguati all’aperto e sottocoperta, in ambienti accoglienti e raffinati.

Il prezzo è di 2,4 milioni di euro (più tasse): non poco, ma in cantiere sono certi di incontrare il favore di “un pubblico che individua già nella S del nome valori come la sportività e la capacità di essere smart, dunque propenso a spendere qualcosa in più pur di avere una barca che consenta di vivere il mare con leggerezza”, come ci ha spiegato il projet manager Vincenzo Costa.

Una volta a bordo si ha netta una sensazione di ampiezza, vista la scelta di unificare lo spazio in un unico ambiente, dal prendisole di poppa alla cucina interna. Cucina che è molto grande anche se sistemata come l’angolo cottura di un salotto. Anche le sedute e le finestrature danno la sensazione di trovarsi a bordo d’una barca più grande. Quanto alle finiture, nessun dubbio: sono il frutto di scelte accuratissime di design e materiali. “Il legno – spiega Francesco Guida – è lavorato in maniera diversa, non tradizionale, e così pure il rivestimento dei mobili e del soffitto, che sembrano opachi e invece sono lucidi e impreziositi da una trama appositamente studiata”.

La scala che introduce sottocoperta è in posizione decentrata, soluzione rara su imbarcazioni di questo tipo: regala maggiore privacy alla zona notte e contribuisce a dare aria e luce all’interno. Una volta scesi, sorprende la suddivisione degli spazi, con una cabina Vip a prua molto confortevole, abbinata ad un bagno con vano doccia separato; la seconda cabina per gli ospiti ha due letti sovrapposti a L e sfrutta un bagno utilizzabile anche per ospiti occasionali durante la giornata (dunque munito di due porte d’accesso).

La suite armatoriale, posta a centro barca, è resa straordinariamente luminosa da 12 oblò rettangolari distribuiti sulle due murate, e presenta dimensioni, zone di stivaggio e comodità degne di una barca ben più grande. Tra le particolarità, la zona lavabo integrata nella zona letto, come in certe case d’avanguardia, uno specchio che porta la luce (e il mare) in cabina, un vano armadio di dimensioni ragguardevoli, la Tv sistemata come oggetto di design integrato nell’ambiente, il bagno con doccia separata. Una curiosità: il bidet è a richiesta, in quanto molti clienti stranieri non lo richiedono.

Per quanto riguarda gli spazi all’aperto, meritano attenzione le soluzioni adottate per le tre zone chiave, ovvero fly, prua e poppa. Andiamo con ordine: il fly, com’è logico per una barca sportiva, non è di grandissime dimensioni, tanto che in cantiere lo chiamano mini-fly. Ma è una interpretazione riduttiva: in realtà la parte superiore della barca è stata progettata in modo da sistemare comodamente un divano accanto alla zona di comando e di aggiungere un prendisole nella parte posteriore. Qui un cliente ha richiesto addirittura di sostituire l’area prendisole con una vasca Jacuzzi. Possibile? “Vedremo, ci stiamo ragionando” – dicono in cantiere, dove in genere si fa di tutto per accontentare i clienti più capricciosi.

Nessun problema a prua, dove c’è spazio sufficiente per un grande prendisole integrato da un divano a C di grandi dimensioni, eventualmente ombreggiabile con una tenda pieghevole. A poppa, infine, altro prendisole con possibilità di movimentare la cuscineria per la funzione chaise longue. Non manca un ampio tavolo da pranzo, sul quale si può distendere una tenda rigida a comando elettrico per ripararsi dal sole.

Nel garage apribile con un elettrocomando possono essere custoditi una moto d’acqua e un gommone di circa 3 metri, lasciando libera la plancetta di poppa per le attività balneari.
 

 

 

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Mercoledì 20 Settembre 2017 - Ultimo aggiornamento: 16:20 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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