Il Cayman 38 Executive di Ranieri

Provato in anteprima il Cayman 38 di Ranieri International. Con due Suzuki da 350 hp vola a oltre 50 nodi

di Sergio Troise
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SOVERATO - Un gommone di 11,70 metri (ma omologato 9,98) prenota sin da ora il ruolo di star sulla scena dell’estate 2019. E’ il neonato Cayman 38 Executive di Ranieri International, nuova ammiraglia del cantiere calabrese che farà il suo debutto ufficiale a settembre, prima al Salone di Cannes e poi a Genova, dove verrà svelato anche il prezzo.

Grazie a Suzuki Marine, che ha fornito i motori (due fuoribordo da 350 hp) e supporto organizzativo, l’abbiamo visto e provato in anteprima. E abbiamo raccolto elementi sufficienti per anticipare che la lunga gestazione ha generato un prodotto di qualità, degno di misurarsi con i migliori della categoria e di suscitare interesse anche fuori dei confini italiani: non per niente il regista americano Oliver Stone, presente a Catanzaro per il Magna Grecia Film festival, ha fatto una visita a Soverato proprio per vedere da vicino e provare in anteprima il nuovo gioiello del cantiere calabrese.

«Il Cayman 38 Executive doveva essere pronto almeno cinque mesi fa - rivela Salvatore Ranieri, alla guida dell’azienda assieme al fratello Antonio – ma abbiamo rinviato l’approvazione definitiva del progetto in quanto non avremmo sopportato alcune imperfezioni che andavano annullate prima del varo definitivo. La lavorazione – aggiunge - ha richiesto tempo, ma il Cayman è un prodotto al top per stile, qualità, prestazioni. Volevamo stabilire la nuova leadership della categoria e crediamo di aver centrato l’obiettivo. Il nostro maxi-rib è l’unico natante con doppia cabina, quattro posti letto e bagno separato. Siamo stati gli ultimi a entrare in questo settore ma non siamo certamente ultimi per qualità, contenuti e prestazioni. Il Cayman è il frutto di esperienze maturate in decenni di lavoro e siamo certi di poterci misurare con i migliori».

Tra i plus vantati dal cantiere calabrese ci sono anche la struttura dei tubolari in hypalon-neoprene che prevede otto comparti (“i concorrenti – fanno osservare i tecnici del cantiere – ne hanno al massimo cinque o sei”); la larghezza di 3,80 metri e la carena HIS di seconda generazione (Hull Innovative System) realizzata con doppio redan e studiata per garantire il migliore rapporto fra prestazioni, consumi e comfort. Un valore, quest’ultimo, affidato all’Active Suspension System, una sorta di “telaio attivo” d’ispirazione automobilistica. In che cosa consiste?

Spiega Salvatore Ranieri: «Carena e coperta non sono assemblati insieme con il sistema tradizionale di appoggio, che provoca sollecitazioni in caso di mare formato, a discapito del comfort. Noi prevediamo dieci centimetri di tolleranza tra coperta e carena, e in questo spazio vengono iniettati cilindretti in materiale speciale, un collante che non cementifica e rimane morbido come un bignè, ma è forte e non si spacca mai. Il posizionamento è studiato in modo da andare a incidere lì dove la carena è più sollecitata, così che vengano attutiti i colpi del mare formato, un po’ come avviene sulle auto dotate di sospensioni attive. Il sistema – puntualizza ancora Ranieri – è stato già adottato sulle nostre barche, ma ora siamo alla seconda generazione, più evoluta, e se ne gioveranno sia il Cayman sia la linea Next».

Altro “valore aggiunto” è la possibilità di adottare anche la tripla motorizzazione, e persino quadrupla (come piace agli americani) e arrivare fino alla potenza complessiva di 1200 cavalli, sfruttando l’appoggio su una fascia in alluminio. Ciò detto, il cantiere consiglia comunque di adottare due motori da 350 hp come i Suzuki utilizzati per le prime prove in mare. Prove che hanno assicurato alte prestazioni e la certezza di disporre di una imbarcazione confortevole, asciutta, sicura, oltre che assai ben rifinita e ben equipaggiata (soprattutto nella serie speciale Trofeo).

Lo stile del Cayman 38 Trofeo è un mix di sportività e sobrietà impreziosito dalla scelta dei colori (grigio/nero, con tappezzerie color cuoio chiaro). Il materiale di costruzione è di qualità, non mancano parti in alluminio, mentre molta attenzione è stata posta all’ergonomia e alla sicurezza. E infatti abbondano maniglie e tientibene, sistemati in luoghi strategici e belli anche a vedersi (sono in acciaio lucido). La seduta del posto di comando è comoda ed ergonomica, con tre posti in stile racing.

Il prendisole di prua è abbastanza ampio e comodo. La dinette di poppa può essere trasformata in seconda zona prendisole, utilizzando la cuscineria interna. E’ possibile montare anche un tavolo: in tal caso si sfruttano le sedute perimetrali del pozzetto. Dietro alla postazione di guida, c’è una cucina a due piastre affiancata da un lavello. Due scalette sono a disposizione per salire e scendere dal mare, ma rientrare nella zona pozzetto è un’operazione in verità non comodissima, in quanto manca un passaggio libero: bisogna salire uno scalino e scavalcare uno schienale (opportunamente dimezzato).

Un pregio è costituito invece dalla piccola piattaforma di prua, che è rivestita in materiale sintetico uguale ai piani di calpestio e risulta tanto comoda quanto elegante. Un altro dettaglio interessante si scopre a proposito del tendalino: quando viene ripiegato, scompare lungo il perimetro del pozzetto. A richiesta è disponibile anche un T-Top in acciaio e vetroresina. Profondi e capienti i gavoni, anche se per accedervi conviene smontare i cuscini, onde evitare strappi.

Sottocoperta c’è, come dotazione standard, un’altra cucina con lavello. Ma l’autentica chicca è costituita dai quattro posti letto. Quelli di prua sembrano abbastanza comodi; più sacrificati quelli di poppa, con meno luce e meno spazio. Ideali per ragazzi, comunque utili per brevi crociere. Manca un armadietto, ma si può ovviare utilizzando i gavoni. Il bagno è ad altezza d’uomo: sufficientemente spazioso in rapporto alle dimensioni della barca, comprende la doccia incorporata nel lavabo. Un’altra doccia è prevista sull’estrema poppa, per liberarsi della salsedine risalendo dal mare (ma sull’esemplare in prova non era stata montata).

E veniamo al comportamento dinamico. Provato con i due Suzuki da 350 hp, in condizioni di mare calmo (quasi piatto) e in assenza quasi totale di vento, con 6 persone a bordo, serbatoi carburante al 36% della capienza totale (750 litri) e riserva d’acqua di 40 litri (150 la capienza totale), il Cayman 38 Trofeo ha sfoderato prestazioni assai convincenti, sia ad andatura di crociera sia a velocità sostenute.

Con le leve del gas a manetta, motori a 6300 giri e trim a zero abbiamo raggiunto i 48 nodi e registrato un consumo di 110 litri/h per motore. A velocità di crociera, ovvero con motori a 4000 giri e 29,5 nodi, il consumo cala a 47,5 litri/h; ancora inferiore il consumo (appena 34 litri/h) se si scende a 22,2 nodi con motori a 3500 giri. Detto ciò, la velocità minima di planata, con motori a 2950 giri, si attesta sui 16,5 nodi e in tal caso il consumo è di 25 litri/h. Tutto ciò, come detto, con trim a zero. Ma regolando la posizione dei motori le cose cambiano: a velocità di crociera economica (23,5 nodi) con motori a 3700 giri si consumano 36 litri/h; a velocità di crociera veloce (31,3 nodi) con motori a 4550 giri, si sale a 54 litri/h.

Particolare interessante: i motori Suzuki assicurano una silenziosità stupefacente: misurati appena 89 db a 31 nodi. E buona si rivela anche l’accelerazione, con la planata raggiunta in 4 secondi da fermo (con il selettore in folle). 18 secondi occorrono invece per passare da 0 a 40 nodi. Tutto ciò premesso, vale la pena ricordare che altri tester hanno provato il Cayman 38 in condizioni più favorevoli, ovvero con sole due persone a bordo e un carico inferiore di benzina e acqua, ottenendo prestazioni ancora migliori. In particolare è stata superata la soglia dei 50 nodi.

Un merito, questo, condiviso da Ranieri con Suzuki, che sullo specchio di poppa ha montato due DF 350A, motori V6 di 4400 cc che si distinguono per una serie di plus come la propulsione a doppia elica controrotante, una peculiarità che i progettisti hanno battezzato Suzuki Dual Prop System, spiegando che potrebbe essere paragonata alla trazione integrale di un’auto.

Il collegamento tra automotive e nautica emerge anche da altre caratteristiche del motore Suzuki, come il sistema di alimentazione a combustione magra (Lean Burn System) e certi dispositivi come il Keyless Start System (per l’avviamento senza chiave) o il Precision Control, fiche elettronica basata sulla tecnologia “drive by wire”, dunque in grado di sostituire il collegamento con i cavi meccanici fra manette e motore.

Se a tutto ciò si aggiungono il design ricercato della calandra, la livrea accattivante, le dimensioni compatte, si avrà chiaro il quadro di un prodotto di successo, che dopo la presentazione al Salone di Genova 2017 è stato venduto in Italia in oltre cento unità, assegnando alla filiazione italiana del colosso giapponese il ruolo di autorevole outsider in un mercato che finora ha visto Suzuki emergere soprattutto nella fascia media di potenza, tra i 65 e i 200 cavalli.

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Martedì 21 Agosto 2018 - Ultimo aggiornamento: 13-09-2018 16:34 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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