Alberto Longo (Chief Championship Officer Formula E)

Alberto Longo (Chief Championship Officer): «È il tracciato perfetto per la nostra Formula E»

di Mattia Eccheli
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Monaco è sempre stata una gara eccezionale per la Formula E. Siamo probabilmente la serie più adatta a questo tracciato per spettacolo e sorpassi: ogni anno ne abbiamo centinaia e, con l'Attack Mode migliorato, ne vedremo molti di più oggi e domani. E il Pit Boost aggiunge un ulteriore elemento strategico: sarà un fine settimana ricco di azione». Parola di Alberto Longo, andaluso di nascita, madrileno di adozione, «ma prima di tutto spagnolo», Chief Championship Officer e co-fondatore della Formula E assieme ad Alejandro Agag: entrambi conferiscono un forte accento castigliano al mondiale che parla soprattutto inglese. Longo è l'uomo delle firme e anche del “miracolo logistico” grazie al quale, lo scorso autunno, dopo le inondazioni di Valencia erano stati salvati i test ufficiali con un trasloco a tempo di record a Jarama.

Cosa ti ha sorpreso di più in questa stagione 11?
«Sebbene sia rimasto colpito dall'accelerazione nei test, la velocità con cui queste auto passano da 0 a 100 km/h è davvero mozzafiato. Vederle nella nostra prima gara e all'inizio di ogni round è incredibile. Anche la trazione integrale mi ha sorpreso: sapevo che sarebbe stata efficace con l'aderenza aggiuntiva in partenza e in regime di Attack Mode, ma percepire il livello di prestazioni è stato incredibile».


Soddisfatto del PitBoost?
«Finora l'abbiamo usato solo una volta, ma da quello che abbiamo visto si è rivelato un'ottima funzione, che migliorerà con il tempo. Fuori della pista, i progressi e l'impatto che offrirà agli utenti della strada saranno enormi quando diventerà più facilmente disponibile: è molto soddisfacente rilevarne l'impatto anche oltre il campionato».


E il nuovo Attack Mode con la trazione integrale?
«La nuova trazione Attack Mode ha aggiunto un elemento alla sua efficacia e alle prestazioni che vediamo nelle auto. Le monoposto sono come razzi: impressionante».


Pensate di tornare in Italia?
«L'Italia è sinonimo di auto, corse e passione, quindi per qualsiasi sport motoristico deve essere nel calendario. Come Formula E ci piacerebbe molto tornare in Italia per offrire il nostro spettacolo ai tifosi. Negli ultimi anni è stato difficile individuare una soluzione duratura, ma ci piacerebbe tornare e mostrare agli appassionati e al motorsport più in generale come si presenta il futuro delle competizioni motoristiche».


Il più bel ricordo legato alla FE?
«Me ne vengono in mente moltissimi, come l'arrivo di tutte le auto a Donington prima della stagione inaugurale e il verde a Pechino per la nostra prima gara».


Quello meno bello?
«Una volta, nei primi anni, un camion rimase bloccato nel traffico con delle barriere fondamentali per la gara... poi arrivò un tempo».


Rivedremo una donna correre in Formula E?
«Per quanto mi riguarda, spero molto presto. Abbiamo talenti incredibili a cui vengono date opportunità nei nostri test riservati alle donne. Abbiamo l'iniziativa Fia Girls on Track e il ritorno delle prove riservate alle donne a ottobre: stiamo facendo del nostro meglio per supportarle, ma la decisione finale è delle scuderie».


Cosa o chi ti piacerebbe portare in Formula E?
«Se potessi, riporterei una gara a Parigi, per correre nel cuore della città, ma se dovessi scegliere un pilota nella serie, passato o presente, direi il leggendario Ayrton Senna».


Cosa dobbiamo aspettarci dalla Gen4?
«La Gen4 porta a un livello superiore ciò che abbiamo costruito negli ultimi quattro anni nell'ambito dei progetti Gen3 e Gen3 Evo. La potenza e la velocità faranno un altro grande balzo in avanti. Inoltre integreremo anche un maggiore supporto per talenti emergenti come il servosterzo. Dobbiamo ancora annunciare le specifiche complete e il loro aspetto: lo faremo più avanti l'anno prossimo».

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domenica 4 maggio 2025 - Ultimo aggiornamento: 12:12 | © RIPRODUZIONE RISERVATA