La Jaguar I-Type 4

Jaguar, grandi ambizioni per il felino british. Modifiche sostanziose per la monoposto

di Alberto Sabbatini
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ROMA - Jaguar è stato il secondo marchio premium dell’automobilismo a entrare nel campionato Formula E, fin dal 2016. Ed è stato anche il primo costruttore di auto di lusso ad abbinare l’impegno nel motorsport con quello commerciale, lanciando sul mercato una berlina completamente elettrica rivale della Tesla, la I-Pace.

L’impegno del marchio inglese è stato tale che ha anche dato vita a un monomarca di contorno alla Formula E, proprio con le versioni preparate da corsa della I-Pace. Nei primi anni però Jaguar ha vissuto stagioni di alti e bassi e la prima vittoria in Formula E è arrivata soltanto due anni e mezzo dopo il debutto, lo scorso aprile nel Gran Premio di Roma grazie al neozelandese Mitch Evans.
Il team Panasonic Jaguar ha anche passato diverse vicissitudini a livello di piloti: una separazione traumatica a metà stagione con Nelson Piquet junior dopo la gara cinese di Sanya ha costretto il team a riorganizzare la propria formazione sostituendo a campionato in corso il brasiliano con l’inglese Alex Lynn. Per fortuna, dopo quella vicenda, la sorte si è messa finalmente a girare a favore del team Jaguar che dalla gara successiva ha imbroccato una striscia positiva di risultati eclatanti vincendo l’E-Prix di Roma e raccogliendo due secondi posti nelle gare conclusive in Svizzera e a New York che hanno permesso alla Jaguar di recuperare terreno e chiudere l’annata 2019 al 5° posto nella classifica piloti con Evans e al 7° posto fra i Team.

Nella prima parte della stagione 2019, in cui Jaguar ha corso come tutti gli altri con le nuove monoposto generazione 2 dotate di motore più potente da 270 cavalli e autonomia raddoppiata, la performance del team era stata rallentata da problemi tecnici e di messa a punto delle vetture che riguardavano soprattutto il sistema di gestione dell’energia. Per cui, in vista di questa sesta stagione, che partirà domani, Jaguar ha lavorato in profondità sulla vettura.

Non si è limitata come altri concorrenti a un lavoro di affinamento generale, ma ha riprogettato completamente l’intero gruppo powertrain della monoposto. Anche se la Formula E è fondamentalmente una categoria monotipo, dove tutte le monoposto sono uguali perché telaio, aerodinamica, sospensioni e batteria vengono realizzate da un fornitore unico, i team hanno una certa libertà di intervento sul powertrain della vettura. Cioè l’insieme di motore elettrico, inverter, cambio e sospensione posteriore.
E anche sul software di gestione dell’energia, che è fondamentale perché condiziona la prestazione dell’auto e l’autonomia sulla distanza di gara. Jaguar ha riprogettato il retrotreno della monoposto riuscendo anche a ridurre il peso dei vari componenti.
In questo modo ha alleggerito la massa complessiva della vettura. Il vantaggio che ne risulta è l’abbassamento del baricentro della monoposto e questo consente una migliore maneggevolezza e una guidabilità superiore nelle curve.

I risultati si sono visti subito: nel test pre-campionato svolti sulla pista spagnola di Valencia, la Jaguar I-Type 4 di Evans ha stabilito il secondo miglior tempo della sessione finale di prove. La monoposto, nelle mani dei suoi due piloti, ha coperto nei test di Valencia, senza apparenti problemi, ben 334 giri pari a 1.336 km: ovvero l’equivalente di ben 12 gran premi di Formula E. Quasi la distanza completa dell’intero campionato che si svolge su 14 corse. Gli obiettivi di prestazione ed affidabilità in vista della stagione che sta per cominciare sembrano perciò raggiunti.

A livello piloti, la Jaguar ha confermato il 25enne neozelandese Mitch Evans, ormai un veterano della Formula E a dispetto della giovane età, poiché ha ben 37 gare all’attivo con una vittoria e 4 podii.
Al suo fianco c’è una new entry: l’inglese James Calado, 30 anni, che proviene dalle corse GT dove è stato lungamente legato alla Ferrari con cui ha vinto il campionato del mondo Piloti classe GTE nel 2017 e la 24 Ore di Le Mans della categoria nel 2019. Calado in Formula E ritroverà una sua vecchia conoscenza dei tempi del karting: il francese Vergne, campione in carica della F.E, che Calado da ragazzino aveva battuto aggiudicandosi il campionato europeo karting. Com’è piccolo il mondo.
 

 

 

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Giovedì 21 Novembre 2019 - Ultimo aggiornamento: 13:41 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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