
Torna il Giaguaro nell'habitat di caccia preferito. Jaguar punta a ripetere il dominio totale della scorsa edizione

FE, nelle prime libere Günther (Ds Penske) il più veloce, come l'ultima volta a Jakarta. Poi da Costa (Porsche) e Mortara (Mahindra)

FE, Modlinger (Porsche): «Il mondiale è aperto. E nemmeno quello piloti è chiuso»

FE, a Jakarta tutti all'inseguimento di Rowland (Nissan). Günther (Ds) in Indonesia ha due pole, un primo e un terzo posto
Dopo l'eliminazione di Roma, dove ha centrato quattro delle sue 12 affermazioni, dal calendario della Formula E, il circuito di Monaco è indubbiamente uno di quelli preferiti da Mitch Evans, il pilota neo zelandese della Jaguar Tcs vice campione del mondo uscente. Sul tracciato monegasco il 31enne “kiwi” è sempre andato a punti e, soprattutto, è il vincitore dell'ultimo trionfale ePrix, quando la scuderia aveva colonizzato il podio anche con Nick Cassidy, compagno di squadra e connazionale di Evans, finito secondo. Nel 2023 l'ordine d'arrivo era a posizioni invertite, quando però Cassidy correva ancora con la monoposto della squadra cliente, la Envision Racing.
Per riscattare il deludente avvio di una stagione in cui il team guidato da James Barclay (che in agosto, a fine campionato, lascerà il blasonato costruttore britannico per il quale ha lavorato 12 anni) doveva difendere il titolo a squadre e quello costruttori ottenuti al temine del decimo mondiale elettrico la Jaguar non potrebbe avere a disposizione un appuntamento migliore.Già ufficialmente impegnato in Formula E fino al 2030, ossia per i quattro anni delle monoposto Gen4 (l'annuncio era stato dato proprio un anno fa alla vigilia della corsa del Principato), il costruttore ha una tradizione positiva in Costa Azzurra soprattutto con Evans: decimo all'esordio nel 2017, sesto nel 2019 e terzo nel 2021 quando l'ePrix era a cadenza biennale. E poi secondo nel 2022 e nel 2023 fino al successo del 2024. Nemmeno il coetaneo Cassidy è mai rimasto a bocca asciutta a Monaco: ottavo al debutto nel 2021 e poi settimo, primo (sempre con la monoposto I-Type fornita dalla Jaguar) e secondo lo scorso anno con il bolide del team ufficiale della casa di Coventry. Come molti altri colleghi, Evans non ha mai nascosto la propria predilezione per i tracciati urbani: «Preferisco di gran lunga correre lungo le strade cittadine», ha dichiarato. «Con le nostre emissioni zero dovremmo essere sulle strade per promuovere questa tecnologia avvincente», ha aggiunto.
La Jaguar ha debuttato in Formula E nella terza stagione con un quarto posto a Città del Messico quale miglior risultato, ottenuto da Evans. Il primo podio è arrivato al quattordicesimo assalto, ossia nel secondo ePrix del quarto campionato, il secondo della scuderia: sempre Evans aveva ottenuto la piazza d'onore a Marrakech. Anche la prima vittoria è stata collezionata dal pilota neozelandese, nel 2019 a Roma (ne sono poi arrivate altre tre), seguite nella stessa stagione dai secondi posti a Berna e a New York. Oltre a Evans, delle altre otto guide mandate in pista al volante di una Jaguar I-Type, tra le quali anche il primo campione del mondo della specialità, il brasiliano Nelson Piquet jr, solo due sono riusciti a vincere: Sam Bird e Cassidy, entrambi due volte. In 116 gare, la scuderia ha conquistato 17 ePrix (12 in tre sole stagioni), salendo complessivamente 47 volte sul podio (14 lo scorso campionato) e collezionando anche 11 pole e 14 giri veloci per un totale di 1.446 punti e 497 tornate in testa. La Jaguar Tcs è la scuderia che ha vinto più gare in assoluto, se si escludono gli avvicendamenti delle squadre (Nissan è a quota 21, ma il computo include anche i successi iniziali conquistati quando il team era Renault e.Dams).
Nell'album dei (bei) ricordi di Barclay c'è il doppio alloro della stagione 10: «Sono i primi titoli mondiale di Jaguar dal 1991 in poi. Dobbiamo esserne terribilmente orgogliosi», aveva dichiarato. In questo campionato le cose stanno andando decisamente meno bene, nonostante l'affermazione di Evans nella gara di apertura, in dicembre in Brasile. L'ottava posizione con appena 35 punti e addirittura tre gare su cinque archiviate senza muovere il tabellino sono tutt'altro che una consuetudine per il costruttore britannico. Ma, come detto, quello di Monaco è un fine settimana del tutto speciale per Jaguar. Non è solo il primo in Europa (in luglio gli altri due per un totale di quattro ePrix tra Berlino e Londra), ma, forse, anche quello della rinascita.