
La puledra tedesca signora delle corse. Porsche cerca la prima affermazione nel Principato

FE, Hui (Kiro): «Cupra è stata paziente. E questa monoposto è forte abbastanza per vincere: non abbiamo scuse»

FE, Hui (Kiro): «Cupra è stata paziente. E questa monoposto è forte abbastanza per vincere: non abbiamo scuse»

FE, nelle prime libere Günther (Ds Penske) il più veloce, come l'ultima volta a Jakarta. Poi da Costa (Porsche) e Mortara (Mahindra)
Sono qui per vincere», aveva detto Florian Modlinger, classe '81, chiamato da Porsche a dirigere le operazioni in Formula E nel 2022. Con trascorsi in Maserati, Bmw, Audi e Abt, Modlinger è molto più di un ingegnere e ha ancora grandi obiettivi, perché il titolo piloti conquistato lo scorso anno con Pascal Wehrlein dovrebbe essere solo il primo di una serie. Nel frattempo ha stretto un accordo con la ex scuderia di Hong Kong Ert con base nel Regno Unito, oggi Cupra Kiro dopo essere stata acquistata da un fondo statunitense, diventando così la prima casa automobilistica del mondiale elettrico con due team clienti. Come Porsche ha sotto contratto non solo il tedesco campione del mondo in carica, ma anche il portoghese Antonio Felix da Costa, che un titolo lo ha già vinto e che attualmente è il secondo della generale, e l'elvetico Nico Müller, che corre con la Andretti, l'altro team cliente.
Sulla gara di Monaco, la più esclusiva del circuito, si è concesso una interessante elaborazione: «La conosciamo tutti e oltre alla classe regina del motorsport, anche noi gareggiamo sullo stesso tracciato. È pacifico che la Formula 1 – spiega – abbia tempi sul giro più veloci di circa il 18%. Ma con un pieno di benzina equivalente ai nostri 38,5 kWh di energia le monoposto di F1 percorrerebbero appena una manciata di giri prima di esaurire il serbatoio, mentre in Formula E bastano per 45 minuti». Il dato sembra non lasciare dubbi sulla validità dell'alimentazione a batteria con la possibilità di rigenerare energia, che appare come quella del futuro: «Non sta a me esprimere un giudizio – insiste – dico solo che questo esempio evidenzia la notevole efficienza della propulsione elettrica. Nella Porsche 99x Electric da competizione supera il 97%, un parametro molto simile a quello delle nostre auto sportive stradali. Le unità ibride di Formula 1 hanno una resa inferiore al 55%, comunque di molto superiore a quella dei motori a combustione impiegati normalmente. Personalmente, ritengo che ci siano anche altri ambiti di sviluppo con grandi potenzialità per i sistemi elettrici, ad esempio nel campo dell'accumulo di energia».
La Formula E è solo all'undicesima stagione, ma sembrano trascorsi anni luce da quando, per completare una gara, i piloti dovevano cambiare macchina: «Per noi il progresso si misura in quella che chiamiamo “efficienza complessiva del veicolo” e determina per quanto tempo e a quale velocità possiamo guidare con una carica della batteria. Ma non è solo una questione di accumulatore: anche la resistenza all'aria e al rotolamento e le perdite di energia in tutti i componenti in movimento sono fattori che incidono. L'aumento dell'efficienza è particolarmente evidente nella quota di energia di recupero sull'energia totale: allora era circa il 25%, oggi arriva al 55%». Con 105 punti, la Tag Heuer guida la classifica a squadre, occupa le posizioni due e tre della generale individuale e come Porsche è seconda nel trofeo costruttori grazie anche al contributo, per il momento soltanto minimale da parte della Andretti e della Cupra Kiro. Almeno finora, la pista più glamour del motorsport è risultata ancora un tabù per i piloti della scuderia ufficiale: la pole del 2024 e la vittoria nell'ultima gara possono tuttavia indurre a un cauto ottimismo. Ma Modlinger, sempre cortese, sorride quasi sempre solo a gara finita. E nel corso di questo fine settimana conta di farlo.