La nuova Audi A8

A8, l'ammiraglia delle ammiraglie. Audi svela la nuova generazione

di Cesare Cappa
  • condividi l'articolo

BARCELLONA - La nuova Audi A8 presenta una serie di innovazioni tali per cui la professione dell’autista potrebbe considerarsi superflua. Al recente Summit della Casa dei Quattro Anelli, tenutosi a Barcellona, ha fatto il suo debutto in società l’ammiraglia delle ammiraglie. La più tecnologica, la più computerizzata e la più “autonoma” di tutte le vetture di Ingolstadt. Imponente - 5,17 metri, 37 mm in più rispetto al modello che va a sostituire - seriosa, con quel taglio che la rende perfetta per essere definita la classica berlina di rappresentanza. La vettura teutonica annovera tutti gli ultimi ritrovati della scienza e della tecnica in materia di sistemi di assistenza alla guida, rete di bordo a 48 volt, illuminazione e ovviamente materiali.
 

Passo dopo passo si scopre quanto il contenuto sia più importante del contenitore. Per questo lo stile pare abbastanza accollato, lasciando che quello che si trova sotto pelle sia il protagonista assoluto. Così, senza farsi prendere troppo dall’entusiasmo, si può affermare che si tratti della prima automobile ad essere classificata come livello 3 relativamente al grado di sistemi di assistenza alla guida. Poche semplici parole, Audi AI Traffic Jam Pilot, svelano in anteprima quanto la nuova A8 sia autonoma in una situazione di incolonnamento. Chi siede al volante può anche non monitorare la situazione, a meno che non sia il sistema stesso a richiederne l’intervento. Il sistema di radar, telecamere e sensori, gestisce, su strade a due corsie di marcia separate da una barriera e sino ad una velocità di 60 km/h, partenza, accelerazioni, sterzate e frenate senza l’ausilio di chi si trova al volante. Durante questa fase, una piccola telecamera sul cruscotto riconosce se il conducente è stanco o addormentato, avvisandolo se fosse necessario.

Quando la velocità supera i 60 km/h, il conducente deve riprendere il controllo della guida. Appreso che possa anche guidare da sola, potrebbe sembrare superfluo parlare di motorizzazioni. Però il costo del carburante è ancora a carico di chi possiede la vettura, quindi una panoramica a riguardo è fondamentale. L’efficienza è garantita dalla rete di bordo a 48 Volt. Una soluzione tecnica che si sta facendo sempre più strada nel modo delle quattro ruote. L’alimentazione di tale rete è resa possibile dalla presenza di un alternatore-starter azionato a cinghia (RSG), collegato all’albero motore del propulsore tramite la trasmissione a cinghia. Una batteria agli ioni di litio, situata sotto il fondo del vano bagagli, funge da accumulatore. Questo particolare apparato consente, ad esempio, di poter viaggiare per inerzia nel range di velocità compreso tra 55 e 160 km/h senza produrre alcun rumore. Senza contare la funzione di recupero dell’energia in fase di frenata, che risulta essere molto più efficiente.
 

 

Di fatto la famiglia di motorizzazioni di nuova Audi A8 sarà così formata: un V6 3.0 TDI da 286 cv e un V6 3.0 TFSI da 340 cv, a cui seguiranno due V8, il 4.0 TDI da 435 cv e il 4.0 TFSI da 460 cv. Dopodiché sarà la volta del W12 da 585 cv per la A8 L (quella con il passo più lungo). Variante che verrà proposta anche nel formato e-tron, ossia l’ibrido dei quattro anelli. Formato da un 3.0 TFSI e da un’unità elettrica integrata nel cambio, sviluppa una potenza complessiva di 449 cv e una coppia di 700 Nm. La trazione integrale quattro è di serie su tutta la gamma A8, così come il cambio automatico a 8 rapporti. Il gioco di luci non poteva che essere uno degli aspetti dominanti in ottica design. Il gruppo ottico non è semplicemente funzionale, ma istituzionale. In virtù di quanto sia un elemento rilevante per Audi. Sulla nuova A8 sono disponibili i proiettori a LED Matrix HD.

Il modello a “matrice” consente di frazionare la luce in funzione della specifica situazione di marcia, garantendo (quasi) sempre una porzione in cui la luminosità è massima. Più pronunciato il concetto stilistico se viene presa in esame la sezione posteriore dell’ammiraglia tedesca. La striscia luminosa segue tutta la porzione. Alle estremità si inseriscono gli OLED segmentati, che si fondono diventando così un tratto distintivo del modello.
Il corpo vettura segue la rotta dell’Audi Space Frame. Ma la direzione tracciata con l’alluminio non è più la stessa.

Oggi si parla di struttura in multimateriale. Elementi diversi “fusi” per dare vita all’imponente ammiraglia. Protagonisti di questa nuova avventura sono ancora una volta l’alluminio, poi l’acciaio, il magnesio e il materiale plastico rinforzato con fibra di carbonio (CFK). La cellula dell’abitacolo composta da parti in acciaio lavorato a caldo, è completata da una parete posteriore realizzata in CFK, formata da 19 strati sovrapposti. Un numero che ben rappresenta la complessità di un progetto altamente tecnologico. Basti pensare che Audi impiega 14 diversi processi di saldatura per mettere insieme la struttura multimateriale di cui sopra.
 

  • condividi l'articolo
Mercoledì 2 Maggio 2018 - Ultimo aggiornamento: 13:08 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
COMMENTA LA NOTIZIA
0 di 0 commenti presenti