Una panoramica del salone di Genova

Salone di Genova 2019: il boom della nautica non si ferma, crescono espositori e visitatori

di Sergio Troise
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GENOVA - Quando si organizzano grandi eventi e tra gli ospiti d’onore ci sono i politici, in genere il leit motiv è la protesta: i rappresentanti di Governo vengono tirati per la giacca un po’ da tutti, vengono avanzate puntualmente richieste di aiuto, o almeno di attenzione, vengono reclamati interventi pubblici e nei casi peggiori si minacciano licenziamenti, cassa integrazione, chiusure. Era così, fino a qualche tempo fa, anche per la nautica. E il Salone di Genova era diventato la cassa di risonanza della protesta di un settore messo in ginocchio prima dalla crisi economica post 2008, poi dai provvedimenti del governo Monti.

Le ultime rappresentazioni di questa autentica fiera dei sogni che va in scena ogni anno da 59 anni hanno segnato una inversione di rotta: una svolta radicale, che nell’ultima edizione andata in scena dal 19 al 24 settembre è culminata in un successo a tutto tondo: per numero di espositori (986, provenienti da 28 Paesi, con oltre 1000 imbarcazioni esposte su un’area di oltre 200.000 metri quadri tra spazi a terra e in acqua) e per affluenza di visitatori: si sono registrati ai tornelli 188.404 ingressi, numero che segna un +8% rispetto al 2018.

La grande maggioranza degli operatori si è detta inoltre soddisfatta per i contratti conclusi e per le trattative avviate. Ma l’aspetto più rassicurante emerge dai dati economici illustrati nel rapporto “Nautica in cifre”, la pubblicazione curata ogni anno da Ucina e Fondazione Edison per dare un quadro esauriente dello stato di salute del comparto.

Il quadro emerso è talmente incoraggiante che Saverio Cecchi, insediatosi tre mesi fa al vertice di Ucina-Confindustria nautica, non ha avuto esitazioni nel dichiarare che “il nostro settore è quello su cui il Governo deve puntare per far crescere economia e occupazione, in particolare per il significativo incremento della forza lavoro, che nell’ultimo biennio ha registrato una crescita di oltre il 20% degli addetti diretti”. La nautica da diporto, dunque, come esempio trainante per le politiche industriali del Paese. Chi l’avrebbe mai detto!

D’altra parte l’opinione del numero uno degli operatori nautici italiani è suffragata da cifre inequivocabili, tutte riportate nella succitata pubblicazione “Nautica in cifre” presentata a Genova nell’ambito del convegno Boating Economic Forecast, al quale hanno partecipato, con Cecchi, il professore Marco Fortis, vice presidente di Fondazione Edison; Enrico Duranti, presidente di Assilea (l’Associazione Italiana Leasing); Giorgio De Rita (segretario generale Censis) e Stefano Pagani Isnardi (Ufficio Studi di Ucina).

Il fatturato globale del settore nel 2018 è risultato dunque pari a 4,27 miliardi di euro, con un 10,3% in più rispetto al 2017: una crescita ancora a due cifre per il quarto anno consecutivo. A partire dal 2013, il fatturato dell’industria nautica da diporto in Italia ha registrato un incremento del 75%: una performance che nessun altro settore industriale è stato in grado di generare nel nostro Paese.

Aumenta anche il numero degli addetti diretti, per un totale di 22.310 (+13,8% sul 2017), così come il contributo della nautica al Pil (2,02‰, in crescita del 10,6% rispetto all’anno precedente). A conferma di un trend positivo per tutto il settore, cresce, infine, anche il mercato interno dell’intera industria nautica, con un 10,7% in più, per un totale di 1,48 miliardi di euro e con un aumento specifico del 15,2% per il mercato domestico della produzione italiana.

La ripartizione del fatturato per comparto vede la prevalenza della cantieristica (2,75 miliardi di euro, pari al 64,5% del totale), seguita dagli accessori (1,16 miliardi di euro, per una quota del 27,1%) e dai motori (358 milioni di euro, 8,4% del totale). A proposito di motori, è vero che nel settore dei fuoribordo prevalgono nettamente i prodotti d’importazione (americani e giapponesi), ma è importante notare come le vendite in Italia siano in crescita costante dal 2013, anno in cui furono vendute 11.109 unità, passate a 12.334 nel 2014, 14.028 nel 2015, 15.530 nel 2016 e via via salite fino alle 16.884 del 2018. Certo, sono ancora lontani i tempi d’oro, quando – prima della crisi mondiale del 2008 – si vendevano in Italia più di 20.000 motori l’anno (21.626 il picco del 2010); ma tra gli operatori del settore si registra un certo ottimismo, soprattutto per la crescita del fatturato, legata alle forniture di fuoribordo di potenza elevata destinati a barche di dimensioni sempre più grandi. Senza dire del boom dei gommoni, comparto nel quale noi italiani siamo primi al mondo per il segmento superiore ai 7 metri.

Positivi, sulla scia degli anni scorsi, anche i dati sulle esportazioni, settore che ha permesso all'industria nautica nazionale di reagire alla crisi degli scorsi anni grazie all’eccellenza del Made in Italy, riconosciuta in tutto il mondo. I dati confermano il nostro Paese leader internazionale nella produzione di superyacht (barche sopra i 24 metri). Se non bastasse il nostro primato emerge anche dal Global Order Book, che assegna all’Italia il 46% degli ordini mondiali.

Le elaborazioni di Fondazione Edison su dati Istat e ITC-UN Comtrade, nella classifica 2018 degli esportatori mondiali nel settore della cantieristica nautica, posizionano l’Italia al secondo posto, dopo i Paesi Bassi, con 2.175 milioni di dollari e il 13,2% di quota export mondiale, in crescita del 16,1% rispetto al 2017. Per quanto riguarda i principali mercati esteri, al primo posto si trovano gli USA con il 23,9% delle esportazioni dall’Italia di unità da diporto, per un valore di 476 milioni di dollari.

Tutto ciò riguarda il 2018. Ma le prime indiscrezioni sull’andamento del settore nell’anno in corso lasciano pensare a una conferma del trend positivo, di cui si potrà avere certezza nel corso dell’anno 2020. In proposito il presidente di Assilea (Associazione Italiana Leasing), Enrico Duranti, ha anticipato che “nel primo semestre 2019 Assilea ha riscontrato una situazione stabile nel numero di contratti rispetto al primo semestre 2018”.

Il professore Fortis, da parte sua, ha tenuto a sottolineare come “il settore stia andando molto bene” e ha ricordato che “il recupero è ormai in atto da cinque anni, dopo i minimi raggiunti nel 2013” e che “in questo momento si registra una buona tendenza complessiva”. Più in particolare, l’esperto di Fondazione Edison si è soffermato sulle ottime performance delle nostre aziende sui mercati esteri. “Soltanto l’export delle imbarcazioni made in Italy vale oggi oltre 2 miliardi di euro” ha sottolineato Fortis.

A margine del convegno, il sottosegretario agli Esteri Ivan Scalfarotto ha dichiarato: “Sono contento di aver partecipato all’apertura del Salone Nautico a Genova, appuntamento fondamentale per questo settore di spicco dell’economia italiana anche in termini di export. Il Governo è attento e vicino a questa industria che contribuisce a rendere l’Italia celebre nel mondo.”

Musica per le orecchie degli operatori e degli amministratori locali, in testa il sindaco di Genova Marco Bucci e il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, i quali si sono spesi in parole di grande apprezzamento per la città e il territorio che hanno ospitato la 59ma edizione del Salone nautico. “Un’edizione – ha detto da parte sua Carela Demaria (presidente della società i Saloni nautici, emanazione di Ucina delegata all’organizzazione) con cui anche quella dei 60 anni, l’anno prossimo, dovrà fare i conti”.

 

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Mercoledì 25 Settembre 2019 - Ultimo aggiornamento: 26-09-2019 18:22 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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