Il nuovo Hyundai Tucson svelato a Berlino

Tucson torna nella gamma Hyundai:
nome storico per il modello più evoluto

di Giampiero Bottino
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BERLINO - Ritorno al futuro. Un nome dal sapore antico per un modello che segna un deciso passo avanti di Hyundai, il marchio coreano che procede a passi da gigante nella costruzione di un’immagine forte, degna di un costruttore che ha ormai poco da invidiare a chicchessia in termini di qualità tecnologie e stile.

In questo processo viene attribuito un ruolo importante al nuovo Tucson, il Suv compatto che va a inserirsi nel segmento più vivace del mercato globale prendendo il posto dell’ix35 e assumendo un importante significato simbolico, visto che la sua prima apparizione di fronte alla stampa specializzata europea, in attesa del debutto pubblico al Salone di Ginevra, coincide con un traguardo importante appena tagliato dal costruttore: un milione di Suv venduti in Europa (di cui 130.000 hanno preso la via del nostro Paese).

La decisione di rispolverare il nome del modello prodotto con buoni risultati dal 2004 al 2009 non deve suonare come una bocciatura dell’ix35 che ne aveva preso il posto e che in 5 anni ha conquistato in Italia 55.000 clienti, arrivando nel 2014 a valere il 22% del fatturato totale di Hyundai Europa. La new entry è stata battezzata Tucson perché si tratta di un prodotto globale (ma gli esemplari destinati all’Europa usciranno tutti dalla fabbrica ceca di Nosovice), e proprio per questo si differenzia anche nel nome dalle vetture dalla gamma “i” specifiche per il mercato europeo.

Distinzioni “anagrafiche” a parte, è bastato il primo approccio nella capitale tedesca per rendersi conto che il Tucson rappresenta un’evidente evoluzione stilistica rispetto all’ix35. L’evidente spostamento all’indietro del montante anteriore ha radicalmente modificato le proporzioni della vettura, ora caratterizzata da proporzioni che la fanno sembrare molto più grande di quanto non sia in realtà, visto il contenuto aumento delle dimensioni (+6 cm la lunghezza, +3 la larghezza, -3 l’altezza). Piccoli cambiamenti, ma capaci nell’insieme di conferire al Tucson una presenza su strada molto più importante.

A rafforzare questo effetto concorre il frontale, reso più imponente dalla grande calandra esagonale collegata ai gruppi ottici anteriori caratterizzati dalla fascia superiore a Led (utilizzati anche per le luci diurne), mentre la linea di cintura alta e l’andamento dei finestrini disegnano una fiancata filante, elegantemente raccordata alla coda come vuole la filosofia di Peter Schreyer, “president” di Hyundai Corporation – titolo ad personam mai attribuito prima a un non coreano – chiamato a sovrintendere il design del gruppo dopo aver rivoluzionato quello della controllata Kia. Una delle priorità del designer tedesco è proprio la coerenza – «Non sempre facile da raggiungere», assicura – tra tutte le facce di una vettura.

Nel caso del Tucson, il risultato è più che positivo, e il nuovo Suv (o crossover) coreano esibisce un’impronta stilistica d’ispirazione chiaramente europea, a conferma che nella definizione dl look hanno prevalso le proposte del centro stile di Rüsselsheim diretto da Thomas Burkle rispetto a quelle avanzate – nella competizione interna tipica della prassi progettuale Hyundai – dai colleghi degli studi di design americano e coreano. Quando c’entra lo stile, difficile che non ci sia di mezzo lo zampino di un italiano: nel caso specifico si tratta di Nicola Danza, che ha avuto un ruolo importante nella definizione degli esterni del Tucson e che ha presentato ai giornalisti, con pochi tocchi della sua sapiente matita, lo sviluppo e i dettagli salienti del progetto.

Se il look è il protagonista numero uno di ogni presentazione statica, il Tucson promette innovazioni tecniche e componenti meccaniche all’altezza delle ambizioni. Tra le soluzioni di serie o in opzione non mancano i sedili anteriori riscaldati e ventilati, il portellone ad apertura automatica e la capacità di parcheggiare automaticamente, mentre il sistema di navigazione garantisce un’estrema rapidità di reazione e la possibilità di usufruire per sette anni dei servizi Tom Tom Live, con aggiornamento costante delle mappe e informazioni sul traffico.

All’avanguardia sono anche i servizi di assistenza alla guida in grado di incrementare al sicurezza, spesso ereditati dall’ammiraglia Genesis: ci sono la correzione automatica della traiettoria in caso di abbandono involontario della corsia di marcia, la frenata automatica in città e fuori, il monitoraggio del traffico trasversale, il controllo dell’angolo cieco, la lettura dei limiti di velocità e il cofano predisposto per attutire eventuali impatti con pedoni e ciclisti.

Per quanto riguarda la propulsione, la gamma motori sarà composta da cinque unità: i benzina 1.6 aspirato da 135 cv e turbo da 176, quest’ultimo abbinabile al cambio doppia frizione a 7 marce in alternativa al manuale a 6 rapporti, c’è solo il cambio manuale per il turbodiesel 1.7 Crdi da 115 cv, mentre i 2.0 da 136 e 184 cv prevedono anche l’opzione dell’automatico, sempre a 6 marce. Poiché la commercializzazione inizierà solo nella seconda metà dell’anno, nessuna anticipazione è stata fornita per quanto riguarda i prezzi.

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Domenica 22 Febbraio 2015 - Ultimo aggiornamento: 23-06-2017 16:40 | © RIPRODUZIONE RISERVATA