Da sinistra la nuova iX e la i4, le due nuove elettriche di Bmw

Bmw, la X silensiosissima. Con iX e i4 il Gruppo di Monaco accelera sulla transizione
energetica

di Nicola Desiderio
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BMW prevede di tagliare la produzione di 90mila unità nel 2021, ma vede i profitti crescere al 9,5-10,5% nel 2021. La crisi dei semiconduttori dunque abbassa i volumi, alza i guadagni e non cambia i programmi del costruttore di Monaco che nel 2023 prevede di avere a listino 13 ibride plug-in e 12 elettriche con l’obiettivo di raggiungere il 50% delle vendite con vetture ad emissioni zero riducendo le emissioni di CO2 dell’80% del 2030. Della partita saranno anche i marchi Rolls-Royce e Mini e agli obiettivi contribuiranno non solo le 7 milioni di auto ricaricabili che il gruppo tedesco per allora metterà su strada, ma anche l’idrogeno, come testimonia la iX5 Hydrogen Next.

Celle a combustibile fornite da Toyota con motore e serbatoi da 700 bar fatti in casa, il suv tedesco ha una potenza di 275 kW e un’autonomia di 500 km. Nel frattempo continua il processo di elettrificazione, partendo dalle versioni mild-hybrid a 48 Volt per i motori a benzina e a gasolio e finendo alle elettriche pure che in BMW sono di casa dal 2014, da quando cioè fu presentata la i3. A farle compagnia ora ci sono la iX3, la i4 e la iX forti di tecnologie che puntano non solo ad eliminare il tubo di scarico, ma ad estirpare la CO2 da tutto il ciclo produttivo.

Ad esempio, la iX ha un’impronta di carbonio inferiore del 45% rispetto ad una X5 o ad una X6 di pari dimensioni e causa emissioni di CO2 nell’intero ciclo di vita (200.000 km) tagliate dal 46% al 74%. Senza contare che l’impianto di Dingolfing funziona solo con energia idroelettrica, BMW ha già tagliato del 70% l’anidride carbonica emessa per fabbricare ogni vettura rispetto al 2006 e la taglierà di un ulteriore 80% entro il 2030. La sostenibilità riguarda anche le batterie e i motori. Le prime sono prodotte con litio etico, celle a bilancio zero di CO2 e riciclabili già al 90%; i secondi fanno a meno delle terre rare riducendo così costi e impatto con l’ambiente. Tutto questo per un suv con un’aerodinamica da record (cx di 0,25), interni in pelle trattati con estratti della foglie di ulivo, rivestimenti in lana, microfibra ricavata da reti da pesca, legni certificati FSC e 60 kg di plastica riciclata. Due le versioni: una da 240 kW e batteria da 76,6 kWh per un’autonomia di 375 km e un’altra da 385 kW (0-100 km/h in 4,6 s.) e una batteria da 111,5 kWh ricaricabile fino a 195 kW per un’autonomia di 630 km. All’avanguardia la connettività che permette di trasformare uno smartphone Apple nella chiave della vettura e la sicurezza (coordinata da un computer più potente di 20 volte rispetto alle BMW attuali).

In arrivo la M60 da 440 kW, ma la prima M elettrica è la i4 M50, coupé 4 porte derivata dalla Serie 4 Gran Coupé capace di scaricare a terra per 10 secondi fino a 400 kW e 795 Nm per uno 0-100 km/h in 3,9 s. La batteria da 83,9 kWh si ricarica fino a 205 kW e consente un’autonomia di 510 km che diventano 590 km con la eDrvive40 a trazione posteriore da 250 kW. Nel futuro prossimo diventeranno elettriche anche la Serie 5, la Serie 7, la X1 e persino la M5 mentre tra i mezzi a ruote alte sta per fare il suo debutto la XM Concept, super suv ibrido plug-in da oltre 750 cv che anticipa la prossima X8 e la sua versione più sportiva. E a proposito di competizioni e ibrido, attesa c’è anche per la vettura che BMW sta preparando insieme a Dallara e schiererà nel campionato IMSA dal 2023. Il prototipo risponde al regolamento LMDh e potrebbe correre anche alla 24 Ore di Le Mans, gara vinta dal costruttore tedesco nel 1999.

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Martedì 30 Novembre 2021 - Ultimo aggiornamento: 20-12-2021 19:48 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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1 di 1 commenti presenti
2021-12-15 14:44:23
SilenZiosa... 🤦🤦