La Tipo 6 LMH Competizione di Isotta Fraschini

Isotta Fraschini, la regina di Milano: parte la sfida alla 24 Ore di Le Mans

di Giampiero Bottino
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MILANO - La Isotta Fraschini riaccende i motori. E riparte dalle piste, come fece la società fondata nel gennaio 1900 a Milano da Cesare Isotta e dai fratelli Oreste, Antonio e Vincenzo Fraschini, successivamente supportati da altri imprenditori tra cui Ludovico Prinetti, ex già comproprietario della Prinetti & Stucchi, che già dal 1898 produceva tricicli e quadricicli a motore, il quale convinse i soci a passare alla produzione di auto di lusso.
Fu proprio il binomio sportività-esclusività a propiziare il successo dell’azienda che nella prima metà del XX Secolo conquistò una schiera di Vip, da Rodolfo Valentino a Gabriele d’Annunzio, dal “re di maggio” Umberto di Savoia a Mussolini. Nasceva una leggenda italiana, vanto dell’imprenditoria milanese, che oggi – dopo oltre 70 anni di “sonno” interrotto solo da qualche timido, e inutile, tentativo di resurrezione – si ripropone guardando al futuro, ma sempre nel rispetto del passato al quale fa riferimento anche la location scelta per presentarne sia il piano industriale da 100 milioni di euro («quasi un terzo già allocato» precisa il presidente Alessandro Fassina), sia il primo prodotto: la Tipo 6 LMH Competizione. Questa hypercar ibrida trazione integrale è stata infatti svelata nella sede dell’Automobile Club di Milano dove nel 1904 l’allora neonata società aveva ottenuto la prima licenza di costruttore di automobili.

Nata per competere nel Wec, il Mondiale Endurance del 2024, con il Team Vector Sport guidato da Gary Holland, attende l’omologazione Fia per scendere in pista, probabilmente in giugno a Monza e non a Le Mans come in un primo tempo si era ipotizzato. Il powertrain costituito da un 6 cilindri 3.0 turbo da 700 cv abbinato a un’unità elettrica da 270 cv, è stato sviluppato («in tempi rapidissimi» sottolinea il direttore sportivo Claudio Berro, ex Ferrari) da un autentico “mago” del settore come Sergio Michelotto, fondatore della società di engineering che porta il suo nome, in collaborazione con la tedesca Hwa, nell’ambito di un progetto che ha coinvolto tra gli altri Bosch per l’elettronica, Brembo per i freni, Williams per sistema batteria e galleria del vento, Xtrac per il cambio sequenziale a 7 marce.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la Competizione non è la più potente delle tre versioni realizzate sulla stessa base. Svincolata dai limiti regolamentari imposti dal Wec, la declinazione Pista dedicata ai clienti amatoriali desiderosi di cimentarsi in circuito (con l’assistenza diretta del brand) di cavalli ne ha infatti ben 1.020, per un prezzo di 2.750.000 euro più tasse. Mentre la Strada si distingue per le modifiche al look, all’altezza da terra e al peso che la rendono (leggermente) meno esasperata e più adatta a destreggiarsi nel traffico “normale” dove si può circolare con l’omologazione come esemplare unico ripetibile. Le ambizioni della nuova Isotta Fraschini non si fermano certo a questo tris d’assi, di cui è prevista la produzione di 50 esemplari nell’arco di 5 anni. Per il 2026 è infatti in programma un’inedita hypercar a due posti destinata, a regime, a una produzione nell’ordine di 30/40 esemplari all’anno.

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Giovedì 8 Giugno 2023 - Ultimo aggiornamento: 14:00 | © RIPRODUZIONE RISERVATA