La Porsche 963

Porsche, caccia alla ventesima. Dal 1970 ha dominato 19 edizioni della 24 Ore, ora vuole la cifra tonda con un poker di 963 al via

di Mattia Eccheli
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Il ventesimo sigillo. Anche nel 2025 Porsche insegue la vittoria numero 20 alla 24h di Le Mans, la gara di endurance più dura e famosa al mondo, che la casa di Zuffenhausen ha dominato nell'ultimo mezzo secolo: 19 successi a partire dal 1970 in poi, fra i quali sette consecutivi tra il 1981 e il 1987. Nella sola classe regina, quella delle Hypercar, Porsche è al via con quattro 963 ibride: tre schierate assieme alla scuderia statunitense Penske e una affidata alla tedesca Proton Competition. Il costruttore tedesco non vuole e non può permettersi di lottare per posizioni che non siano la prima o, nella peggiore delle ipotesi, da podio. Le soddisfazioni arrivano dall'altra sponda dell'Atlantico, dove nella classe Grand Touring Prototype del circuito Imsa Porsche guida con due vittorie su due sia la classifica piloti con Felipe Nasr, Nick Tandy e Laurens Vanthoor sia la graduatoria costruttori.

Il brasiliano e il britannico condivideranno l'abitacolo della macchina numero 4 anche a Le Mans, dove, come nella 6h di Spa-Francorchamps, il loro compagno di squadra è Pascal Wehrlein, campione del mondo in carica di Formula E. Sulla 5 ci sono i francesi Julien Andlaure e Mathieu Jaminet e il danese Michael Christensen, mentre a bordo della 6 si alternano il transalpino Kevin Estre, lo stesso Vanthoor e l'australiano Matt Campbell. La Porsche Penske ha come riserva l'elvetico Nico Müller, altro pilota impegnato in Formula E e sotto contratto con il costruttore tedesco, che ha maturato esperienza nel WEC con il team Peugeot e con il quale aveva chiuso nono assoluto l'edizione del 2023. Al volante della 963 numero 99 della Proton Competition ci sono lo svizzero Neel Jani, l'uomo dei giri veloci, la giovane promessa cilena Nico Pino e l'argentino Nicolas Varrone.

A differenza che nell'Imsa, dopo tre prove nel World Endurance Championship la Porsche è non meno che attardata nella classifica: è sesta fra i costruttori, mentre i suoi primi piloti compaiono in tredicesima posizione. La nona piazza del migliore dei suoi equipaggi nell'ultima uscita, la 6h di Spa-Francorchamps, tradizionalmente la “prova generale” prima della 24h di Le Mans, non ha soddisfatto Thomas Laudenbach, vice presidente con delega al motorsport: «La squadra ha fatto un ulteriore sforzo, ma forse non abbiamo fatto tutto alla perfezione», aveva osservato molto diplomaticamente. Nel ringraziare i piloti e il personale, Laudenbach aveva anche riconosciuto che «non c’erano le condizioni per un risultato migliore». Dopo aver garantito che sarebbero state analizzare le ragioni, aveva aggiunto che ci sarebbe stato anche «enorme bisogno di una forte azione fuori dalla nostra organizzazione: lo svolgimento della gara parla da solo», riferendosi al movimentato andamento della 6h, caratterizzato da tre Safety Car e da numerose bandiere gialle.

I risultati, almeno finora, sembrano escludere che la scuderia si stia “nascondendo” per evitare di venire penalizzata con il Balance of Performance, il contestato sistema mediante il quale gli organizzatori all'ACO cercano di bilanciare le prestazioni fra vetture con alimentate da tecnologie differenti. È tanto contestato, ma questa non è una novità, che ai protagonisti è addirittura proibito commentarlo. Per Wehrlein, che arriva a Le Mans dopo il secondo posto nell'ultimo ePrix di Formula E a Shanghai che gli ha fruttato di nuovo la piazza d'onore provvisoria nel mondiale individuale con 9 punti di distacco in meno da recuperare al battistrada Oliver Rowland, quello di questo fine settimana rappresenta un debutto assoluto alla 24h, anche se non nel WEC (a Spa ha chiuso nono): «Sono molto contento di esserci – sorride – e anche se non tutto dipende dai singoli, guidare a Le Mans era un mio grande obiettivo. Nella mia carriera vorrei conquistare quanti più titoli possibili in specialità e classi diverse. E un giorno sarebbe bello poter dire di aver vinto anche la 24h».

Per Porsche la gara è anche una vetrina e non solo perché sul circuito si affaccia uno dei suoi Experience Center, ma anche perché è praticamente pronta per andare in produzione la derivazione stradale del bolide ibrido da competizione, la 963 Rsp, con la quale tornerà ad offrire un modello di serie ispirato a Le Mans a vent'anni di distanza dall'ultimo, la 911 Gt1. Ma mentre le prestazioni, tipo i 680 Cv di potenza del bolide del WEC sono noti, quelli della declinazione stradale dal costo certamente proibitivo (non meno di un prezzo a sette cifre) sono ancora molto ben custoditi. Porsche ha anche tre macchine – le 911 Gt3 – in gara nell'LMGt3, una delle quali corre con licenza italiana, ossia quella del team Iron Dames con l'equipaggio femminile composto da Célia Martin, Rahel Frey e Sarah Bovy chiamata al posto dell’infortunata Michelle Gatting.

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venerdì 13 giugno 2025 - Ultimo aggiornamento: 10:11 | © RIPRODUZIONE RISERVATA