La GR 010 in livrea speciale

Toyota, la regina rivuole lo scettro. La casa di Nagoya, che ha dominato 5 volte di fila fino al 2022, viene da un periodo opaco

di Nicola Desiderio
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l digiuno può indebolire, ma può anche rendere più feroci e determinati. Certo è che la Toyota, vincitrice di 5 edizioni di fila della 24 Ore di Le Mans tra il 2018 e il 2022, forse non ha mai vissuto un periodo più magro di questo da quando è tornata nelle corse di durata nel 2012. Tre gare con un quarto posto come migliore piazzamento sono un bottino troppo striminzito per un team che nel 2023 ha lasciato ai concorrenti una sola corsa del calendario e lo scorso anno ne ha fatte sue ancora 3 su 8 conquistando il suo settimo titolo Costruttori, senza contare la fatica per rientrare almeno nella la top ten in qualifica: il 15° e 16° posto in griglia a Spa-Francorchamps è emblematico di una crisi evidente.

La GR 010 soffre sia sul giro secco sia nel passo gara a causa dell’anzianità di un progetto nato quando il regolamento delle Le Mans Hypercar (LMH) obbligava ancora a produrre una versione stradale della vettura da corsa e prevedeva pneumatici uguali per entrambi gli assali, la trazione integrale a partire da 120 km/h e il differenziale autobloccante per il motore elettrico anteriore. Per non parlare del famigerato Balance of Performance che obbliga i prototipi giapponesi a gravosi handicap per potenza, energia, aerodinamica e soprattutto per il peso. Secondo Kamui Kobayashi – vincitore nel 2021 a Le Mans con 6 secondi posti e un altro podio con Toyota, detentore del record della pista (3’14”791 a quasi 252 km/h di media…), nonché due volte iridato e vincitore alla 24 Ore di Daytona – tale accanimento è la dimostrazione che la GR010 è ancora la macchina migliore, ma forse l’esperto pilota giapponese, che riveste anche il ruolo di team principal, parla più con il cuore che con la ragione perché lo scorso anno la forza della vettura era tale da essere ancora competitiva, soprattutto nel passo gara e nei circuiti più guidati, mentre oggi deve vedere avversari sempre più numerosi partire di fronte ed allontanarsi rapidamente, senza alcuna possibilità non solo di vittoria, ma anche di salire sul podio.

Eppure a Colonia, dove ha sede il ramo del Gazoo Racing che gestisce il programma WEC, la determinazione rimane la stessa, ben sapendo che a Le Mans può succedere di tutto e la dea bendata potrebbe decidere di ricompensare il costruttore giapponese delle frustrazioni di inizio stagione e di tutto quello che gli ha tolto negli anni passati. Si sprecano infatti le edizioni della 24 Ore di Le Mans nelle quali la Toyota era partita con il favore del pronostico e dove guasti e incidenti le hanno negato la vittoria. La più clamorosa nel 2016 quando la rottura di un banale manicotto di aspirazione ferma Kazuki Nakajima e la sua TS050 a pochi metri dal traguardo, due anni prima lo stesso Nakajima vede svanire i propri sogni di vittoria al mattino della domenica mentre, al volante di una TS040 con la quale aveva conquistato la pole position e che dava un secondo al giro a tutti gli avversari, deve fermarsi per la fusione di un filo di un’apparecchiatura di monitoraggio della FIA. Anche Kobayashi ha di ché maledire la sorte, soprattutto nel 2023 quando, mentre è in testa, tampona nel buio una GT fermatasi per un guasto elettrico dopo la curva Dunlop oppure nel 2017 quando rompe la frizione all’uscita dei box per un errato segnale di in giudice di pista. Altro episodio celebre risale al 1999 quando la TS020, meglio nota come GT-One, fa la pole e il giro più veloce in gara, ma a pochi giri dalla fine viene fermata dall’esplosione di uno pneumatico.

E proprio alla GT-One si ispira la livrea con la quale correrà la GR010 numero 7 di Kobayashi, Mike Conway e Nyck de Vries. Il prototipo giapponese, a parte qualche modifica aerodinamica, è sempre lo stesso ed è spinto da un V6 3.5 biturbo affiancato da un motogeneratore elettrico da 200 kW collegato alle ruote anteriori. La numero 8 invece manterrà la livrea nera opaca, che sta a significare odio per la sconfitta, e sarà guidata ancora da Brendon Hartley e Ryo Hirakawa e Sébastien Buemi che, con 4 affermazioni (2018, 2019, 2020 e 2022), è il pilota in attività più vittorioso a Le Mans oltre ad avere in bacheca altrettanti campionati WEC, frutto di 23 vittorie, e un titolo di Formula E. La speranza è che un BoP più clemente, i suddetti crediti con la Fortuna e la rabbia della belva ferita possano restituire alla Toyota la possibilità di agguantare la preda che tutti vogliono: la vittoria a Le Mans.

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venerdì 13 giugno 2025 - Ultimo aggiornamento: 10:07 | © RIPRODUZIONE RISERVATA