L Alfa 6C 2500 Sport del 1947 regina dell asta Finarte

130.000 visitatori per Auto e Moto d’epoca a Padova. L’Alfa 6C 2500 Sport del 1947 regina dell’asta Finarte

di Sergio Troise
  • condividi l'articolo

PADOVA - I Saloni dedicati all’auto non vivono un momento di gloria e le numerose assenze registrate il settembre scorso a Francoforte ne hanno dato conferma. Eppure in Italia è stato appena celebrato un evento che ha richiamato 130.000 visitatori in quattro giorni, molti provenienti dall’estero. Si è svolto dal 24 al 27 ottobre nell’area fieristica di Padova ed è stato dedicato, come ormai tradizione da 36 anni, alle auto (e alle moto) d’epoca: veicoli storici, in alcuni casi risalenti ai primi del 900, nella maggioranza con più di 30 anni di vita (veri e propri veicoli storici), ma anche più recenti (dopo i 20 anni rientrano nel cosiddetto “interesse collezionistico”).

Come si spiega lo strano fenomeno? Gli esperti non hanno dubbi: questione di passione. Fatte salve le dovute eccezioni, l’auto moderna è diventata uno strumento di mobilità, in molti casi un oggetto complicato (ibrido, elettrico, hi-tech); l’auto storica è invece un oggetto di culto da preservare, conservare, amare, curare. In alcuni casi, a dire il vero, rappresenta anche un investimento economico, visto che molti modelli acquistano valore nel tempo. Le vendite all’asta ne sono prova ulteriore, anche se il ritrovamento di un “ferro vecchio” abbandonato in un fienile o in una polverosa rimessa è il sogno di tutti gli appassionati.

“In un momento di difficoltà per gli eventi del settore, Padova cresce dando un segnale in controtendenza” ha osservato con soddisfazione l’organizzatore Mario Carlo Baccaglini, che sin dal giovedì, giornata esclusiva dedicata alle anteprime, con biglietti per il pubblico in vendita a 45 euro (25 negli altri giorni del weekend) ha registrato un’affluenza davvero ragguardevole.

“Perché cresciamo? Perché a Padova mettiamo al centro di tutto la passione del visitatore, che solo qui può trovare oltre 5.000 auto d’epoca di altissima qualità. I risultati che raccogliamo oggi confermano il nostro salone come l’evento di riferimento per gli appassionati di tutto il mondo, per gli addetti del settore, e anche per gli osservatori. Tra i tanti giornalisti stranieri che abbiamo accolto in questi giorni a Padova c’è stato anche un gruppo di quindici tedeschi arrivati in macchina da Monaco. E poi – ha aggiunto ancora l’organizzatore – abbiamo saputo cogliere il fenomeno delle youngtimer, i modelli anni 80 che affascinano i giovani e permettono loro di entrare nel mondo delle auto d’epoca attraverso la porta giusta, quella della passione, il vero carburante della nostra manifestazione”.

Al successo del Salone di Padova ha contribuito, con iniziative prese in proprio, anche ACI Storico, filiazione dell’Automobile Club d’Italia dedicata proprio alla salvaguardia del patrimonio motoristico nazionale. E lo ha fatto contribuendo all’allestimento della mostra “Le Rosse in abito da corsa” dedicata alle mitiche “barchette” Ferrari, otto auto di assoluto prestigio tra le quali anche la prima Ferrari mai costruita, fornita dalla Collezione Righini, una delle più importanti del mondo.

“Anche quest’anno gli appassionati ci hanno premiato testimoniando il loro interesse per la storia dell’automobile con un’affluenza continua alla mostra” ha affermato Angelo Sticchi Damiani. “Auto e Moto d’Epoca – ha aggiunto il presidente di ACI e ACI Storico - ha una forza di richiamo straordinaria e rappresenta anche un punto nevralgico di confronto tra gli operatori, come nel caso del nostro dibattito sul tema fiscalità e auto storiche da cui è emerso quanto sia ormai necessario predisporre una lista di salvaguardia per avere sotto controllo il parco circolante delle vetture ultraventennali, per tutelare i veicoli di reale interesse storico e rottamare quelli semplicemente vecchi, non sicuri e altamente inquinanti”.

Un tema, quest’ultimo, che vede ACI Storico su posizioni diverse da quelle dell’ASI (Automotoclub Storico Italiano), organismo privato delegato dallo Stato a certificare l’autentica dei veicoli. Una pratica contestata dall’ACI e difesa a spada tratta dall’ASI, che da questa attività di certificazione ricava benefici economici non indifferenti.

Sull’argomento, il presidente ASI Alberto Scuro ha dichiarato a Padova che “è stato intrapreso un percorso evolutivo e virtuoso in tema di certificazioni, con il solo obiettivo di tutelare sempre di più e sempre meglio questo settore.” E ancora: “Siamo orgogliosi – ha detto Scuro - di rappresentare il riferimento di questo mondo di passione e di continuare ad essere fedeli alla nostra filosofia legata ai principi dell’originalità, della cultura e delle emozioni. Sono questi i valori più importanti che animano il motorismo storico. La passione non ha prezzo, non si misura con il valore economico del veicolo d’epoca desiderato o conservato, magari appartenuto alla stessa famiglia da più generazioni. Allo stesso modo, il valore dell’originalità, che abbiamo voluto evidenziare al salone di Padova, va inteso come patrimonio storico, culturale, sociale e industriale che ogni veicolo storico deve preservare, affinché rimanga fedele testimone per il futuro della nostra storia.”

Per i collezionisti italiani, che siano fedelissimi dell’ASI o soci di ACI Storico, rimane comunque di stretta attualità il problema della normativa sulla circolazione di questi veicoli, sempre più penalizzati da divieti e limitazioni imposti dalle amministrazioni comunali. Proprio in questa ottica ha fatto rumore la proposta di Ruote da Sogno, che – oltre alla consueta presenza con modelli d’eccellenza, come la Ferrari 250 GTL Lusso del 1964 e la Maserati 3500 GT – ha lanciato uno sguardo al futuro dell’auto d’epoca verso l’ecosostenibilità, presentando un progetto che consente di riconvertire l’auto storica in elettrica, mantenendo la targa e il libretto di circolazione originari. Una trovata che tuttavia non incontra i favori dei puristi del collezionismo, ostinatamente convinti del fatto che un oggetto d’epoca va preservato per quello che è.

Nel corso della 36ma edizione di Auto e Moto d’epoca si è svolta anche l’asta organizzata da Finarte in collaborazione con Automotive Masterpieces, che – informa una nota ufficiale - ha totalizzato oltre 2 milioni e 300.000 euro di vendite totali. Il prezzo più alto - 639.060 euro – è stato pagato per una restauratissima Alfa Romeo 6C 2500 Sport del 1947 (chassis numero 915303), unica cabriolet Pinin Farina ad avere partecipato, nel 1949, alla Mille Miglia e, in seguito, anche alla Coppa Intereuropa, alla Coppa d’Oro delle Dolomiti e alla Stella Alpina.

Grande risultato, nell’asta di Finarte, anche per una coppia di Porsche 911 gemelle: una d’epoca, restaurata a perfezione, e una moderna, allestita su misura, in livrea matching con la prima. Lotto battuto anch’esso per 639.060 euro. E’ stato inoltre venduto il rarissimo esemplare di Fiat-Abarth 750 Spyder Zagato (chassis numero 100 519476), che si ritiene essere quello presentato al Salone di Torino del 1958, l’unico con pinne aerodinamiche sul baule posteriore. Andrà a far parte di un’importante collezione di vetture Abarth, per la cifra di 81.529 euro.

Molto apprezzate le “piccole”, oggetto di grande curiosità e richieste. Sono state vendute una piccola Isetta, una Citroën 2CV eleggibile Mille Miglia e due Autobianchi Bianchina, Trasformabile e Convertibile. Altro importante pezzo venduto, l’imponente Mercedes-Benz 280 SE 3.5 del 1970, un esemplare conservato che necessita di cure. 186.352 euro il prezzo battuto. Molto meno è costata una Lancia Appia Convertibile Vignale, autentico gioiello in condizioni da concorso. Tra le sportive, hanno avuto successo due Alpine A110, una storica e una moderna; una sempreverde Porsche 356 in versione A Cabriolet con restauro da favola; un’Alfa Romeo Giulietta Sprint Speciale e una Fiat Dino Spider.

E’ rimasta invece invenduta la Maserati 3500 GT Touring (chassis AM101 1714) del 1961 utilizzata a suo tempo da Manuel Fangio durante i suoi soggiorni in Italia. Evidentemente la base d’asta fissata a 475.000 euro è stata ritenuta troppo alta per una macchina da restaurare totalmente, con previsione di spesa non inferiore a 300.000 euro. Ciò detto, pare che dopo la conclusione dell’asta siano state avviate trattative private e che sia possibile concludere la vendita in separata sede. Del resto è noto agli esperti del settore che Padova non è la sede ideale per aste super milionarie (tipo Monterrey) e che le irruzioni sul mercato delle auto storiche di avidi speculatori (orientatisi ora su opere d’arte e orologi) siano in netto calo. A Padova la scena è stata dominata piuttosto dalle youngtimer e numerose sono state le trattative tra privati o tra appassionati e commercianti specializzati.

Mercato a parte, tra le case automobilistiche “scese in campo” direttamente si è distinta in particolare la spagnola Seat, al debutto assoluto nel mondo delle auto storiche. Lo ha fatto per celebrare il 35 anni di vita della Ibiza e per testimoniare l’evoluzione dello stile e della tecnologia di questo marchio latino perfettamente integrato nel Gruppo Volkswagen. Il fil rouge che unisce tradizione e innovazione è stato al centro anche dello stand Ford, dove è stata illustrata l’evoluzione del Transit, veicolo commerciale che ha scritto la storia del marchio euroamericano e si prepara a vivere una nuova vita con i modelli Mild Hybrid e Hybrid Plug-in. Bellissimo, nello stand padovano, il Transit 12 posti del 1959 appartenente al collezionista napoletano Paolo Morra Greco, che ne ha curato il restauro ad Avellino non senza difficoltà “in quanto – ha raccontato - è difficilissimo trovare ricambi originali”.

Tra i marchi stranieri, anche Bentley è scesa in campo a Padova per sottolineare il forte legame tra passato e presente con la Bentley S1 del 1956 e la splendida Continental GTC di ultima generazione. Si sono affidate ai registri di marca e di modello la Citroen, per l’ennesimo festeggiamento dei 100 anni di vita; la Peugeot, per il 50° anniversario della 304, e la Mercedes, che ha puntato soprattutto sull’evoluzione del concetto di station wagon (ma non solo).

Horacio Pagani ha festeggiato a Padova i 20 anni della Zonda, prima hypercar della sua straordinaria produzione in tiratura limitata, mentre i classici di Alfa Romeo, Ferrari, Maserati e Porsche hanno popolato gli stand dei dealers più accorsati, tra i quali anche alcuni deb eccellenti. Per la prima volta a Padova, ad esempio, si sono visti Dr. Konradsheim, con le sue Porsche di altissimo livello, e Girardo & Co., tra i commercianti più conosciuti a livello mondiale, che ha puntato su vetture da competizione come la 33TT3 del 1972, ultima Alfa ad aver corso a Le Mans. Tra le auto non da corsa, Getauto ha esposto invece una autentica rarità, ovvero un introvabile esemplare di Alfa Romeo 1600 GTA stradale. Richiesta: 290.000 euro.

Per gli olandesi di Real Art on Wheels è stata una prima volta fruttuosa a Padova, con la vendita di tre auto, tra cui una one-off, la Porsche 993 2S Cabriolet del 1998. Altra chicca, e stessa soddisfazione, per la vendita dei due minivan Alfa Romeo F12 del 1970 e T10 Romeo del 1960, due mezzi introvabili recuperati e restaurati con maestria da due appassionati della provincia di Modena. Tra le auto accessibili a un pubblico più vasto si è confermata forte la richiesta per il Maggiolino Volkswagen e per l’italianissima Fiat 500.

A proposito di Fiat, purtroppo FCA Heritage è stata tra i grandi assenti dell’evento, ma grazie ai registri di marca e di modello, e al Mauto di Torino, non sono mancate le auto più rappresentative della storia del Made in Italy. In proposito la direttrice del museo torinese, Mariella Mengozzi, ha osservato: “Siamo molto felici di aver portato per la prima volta il Mauto a Padova. Con l’auto di Carlo Biscaretti di Ruffia, che fondò il nostro museo, e la leggendaria Itala della Pechino Parigi, abbiamo voluto mettere in pratica la missione comune che ci lega ad Auto e Moto d’Epoca: far conoscere e conservare la storia dell’automobile. In questa città molto bella e vivace abbiamo incontrato tanti professionisti del settore, anche internazionali, con i quali in futuro potremo realizzare nuove iniziative; allo stesso tempo abbiamo potuto far scoprire il nostro museo al grande pubblico di appassionati dell’auto. Complessivamente, un’esperienza molto positiva”.

Piena soddisfazione anche per la Fondazione Gino Macaluso: “La partecipazione ad una manifestazione così importante è stata un’ottima occasione per divulgare la cultura dell’auto storica, che è la nostra missione” si legge in una nota del sodalizio nato un anno fa proprio allo scopo di valorizzare l’automobile non come mezzo di trasporto, ma come oggetto di culto che ha coniugato l’innovazione tecnologica con la cultura umanistica e la tradizione artigianale con la bellezza del design d’avanguardia e che ha influenzato costumi e società del secolo scorso.

Già fissata la data della prossima edizione: nel 2020 Auto e Moto d’epoca si svolgerà, sempre a Padova, dal 22 al 25 ottobre.

  • condividi l'articolo
Giovedì 31 Ottobre 2019 - Ultimo aggiornamento: 14-11-2019 14:56 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
COMMENTA LA NOTIZIA
0 di 0 commenti presenti