Il posteriore aggressivo della Audi R8 Spyder

Audi R8, il fascino della spyder: il massimo per prestazioni e piacere di guida

di Sergio Troise
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BARCELLONA - Poche, esclusive, prestazionali, costose. È l’identikit delle supercar, per la gran parte dei comuni mortali auto da sogno, per pochi privilegiati auto da utilizzare per soddisfare una passione (o per ostentare uno status symbol?) più che un’effettiva esigenza di mobilità. Di auto così se ne vedono poche, soprattutto nelle versioni decappottabili, quelle che uniscono le prestazioni estreme al piacere del viaggiare in plein air. Ma il trend è in crescita e nei primi nove mesi dell’anno sono state immatricolate in Italia 1.019 unità (furono 996 nel 2015, 818 nel 2014, 726 nel 2013). Leader della categoria è la Porsche 911 Turbo Cabriolet.
 

 

L’ultima arrivata è l’Audi R8 V10 Spyder, che si distingue dalla precedente per impercettibili variazioni in larghezza (+36 mm) e lunghezza (-14), una riduzione di peso di 25 kg (1.795), oltre che per la rivisitazione delle forme e dell’aerodinamica. È la decappottabile più potente e veloce della storia dell’Audi, una belva hi-tech dall’aspetto aggressivo, che – come la coupé da cui deriva - risponde a tutti i requisiti richiesti dal top della categoria: struttura in alluminio e fibra di carbonio, motore posteriore-centrale, potenza esorbitante, trazione integrale, cambio doppia frizione, sospensioni sofisticate, aerodinamica spinta. Nel caso specifico, va messo in conto anche il valore aggiunto dell’automatismo per accedere al… cielo: schiacci un pulsante e la capote in tessuto, montata su un’intelaiatura in carbonio di appena 44 kg, si apre in 20 secondi, anche in movimento, fino a 50 km/h.

Il giocattolone costa 184.400 euro, di più se ci si trastulla con la lista degli optional, che comprende anche i fari con tecnologia laser e gli ammortizzatori a controllo elettronico. Nell’allestimento base, la nuova Spyder dell’Audi offre comunque qualità e dotazioni da autentica supercar.

A cominciare dal 10 cilindri aspirato di 5,2 litri, motore in controtendenza rispetto alla dilagante moda dei più piccoli turbo in dotazione alla concorrenza, ma in grado di assicurare 540 cv/540 Nm e prestazioni da urlo: 0-100 in 3,6 secondi (un decimo più della coupé) e velocità massima di 318 km/h (contro 320). Se a ciò s’aggiungono pregi e piaceri legati al comportamento dinamico, alle risposte fulminanti del cambio (S tronic doppia frizione 7 marce) e al sound (regolabile) proveniente dallo scarico, si avrà chiaro il quadro di un’esperienza di guida entusiasmante.
Grazie al sistema cylinder on demand, che in certe condizioni mette a riposo 5 dei 10 cilindri, alla funzione veleggiamento e allo Start&Stop, la R8 è capace anche di contenere consumi ed emissioni. La Casa può dichiarare dunque 11,7 litri/100 km con CO2 a 277 gr/km.

Sotto pelle sono tutti da scoprire anche altri valori non trascurabili: per la parte strutturale si è badato a rinforzare la scocca (come d’obbligo su tutte le scoperte) senza incidere troppo sul peso e salvaguardando la rigidità torsionale, che anzi è aumentata del 50%. Inutile dire che gli allestimenti interni sono al top. L’unico limite riscontrabile è lo spazio: due posti secchi e nulla più. Il bagaglio non può andare oltre un borsone da sistemare nel piccolo vano anteriore (112 litri). In compenso, al volante ci si sente subito a proprio agio: il virtual cockpit con schermo da 12,3 pollici e grafica 3D è un assistente di guida straordinario, al pari dei sistemi governati dall’elettronica, come il Drive Select che consente di regolare l’impostazione di guida calibrando le risposte di telaio, motore, cambio, scarico. Un ruolo importante lo svolge anche il differenziale autobloccante meccanico sull’assale posteriore.

Oltre alla nuova R8 Spyder, Audi Sport lancerà altre otto novità nei prossimi 18 mesi. Lo ha rivelato Stephan Winkelmann, da otto mesi alla guida della filiazione sportiva della Casa di Ingolstadt, dopo una lunga militanza a capo della Lamborghini (di proprietà Audi). Ma se gli domandate quali sono gli obiettivi di vendita, vi risponderà che «per Audi Sport il prestigio e l’esclusività sono più importanti dei volumi» e che «le priorità sono altre, ricerca e sviluppo in testa. Per noi – afferma il manager italo-tedesco – è importante aggiornare la gamma delle Audi sportive partendo dalla progettazione del modello base, seguire l’attività racing e occuparci di Audi Collection, ma soprattutto dobbiamo guardare al domani, anzi al dopodomani dell’auto, consapevoli di dover concentrare l’attenzione su un modello di sportività sostenibile. E credo che entro cinque, massimo dieci anni si attuerà la trasformazione».

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Mercoledì 9 Novembre 2016 - Ultimo aggiornamento: 19:22 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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