La Honda e

Honda, la tecnologia nel cuore. Si occupa di motori elettrificati dagli anni ‘90 quando per investire sull’ibrido lasciò la F1. Adesso la zero emission

di Alberto Sabbatini
  • condividi l'articolo

ROMA - La storia Honda nell’ibrido risale a a quasi trent’anni fa e si intreccia con quella della Formula 1 e di Ayrton Senna. Pochi sanno che Honda, assieme a Toyota, è stata uno dei precursori della tecnologia ibrida nelle automobili. Ben lo sapeva invece Ayrton Senna che, dopo aver vinto tre titoli mondiali con i giapponesi, alla fine del 1992 fu appiedato insieme al team McLaren dalla Honda perché il marchio giapponese aveva deciso di abbandonare la F1 per concentrare ricerche ed investimenti nella tecnologia ibrida.

Era l’epoca in cui in California, fiorente mercato automobilistico per Honda, si stava sviluppando una forte coscienza ecosostenibile. Lo stato varò nuove leggi ambientali per favorire i veicoli a basse emissioni (ULEV). Chi voleva continuare a vendere auto avrebbe dovuto fornire ai californiani vetture più ecologiche. Perciò Honda in quel 1992 decise che dopo aver vinto tutto nelle corse sarebbe stato più saggio e strategico investire nella nuova tecnologia.  Pochi anni dopo Honda lanciò finalmente la propria Insight, una compatta coupé di nemmeno 4 metri riconoscibilissima dalle ruote posteriori carenate dotata di propulsore ibrido. Oggi Honda ha messo a frutto tanti anni di ricerche in questo campo lanciando una gamma interamente nuova di modelli elettrificati. E per non farsi mancare niente da quando i regolamenti provvedono motori turbo ibridi è tornata anche in F1. 

La nuova gamma elettrificata Honda è basata su tre modelli, di cui due assolutamente inediti destinati al lancio proprio in questi giorni. Al fianco dell’attuale Suv CR-V ibrido con motore 2 litri da 184 cv, arriveranno così la nuova Jazz, una due volumi full hybrid lunga 4,05 metri e la Honda-e, una utilitaria full electric lunga meno di 4 metri caratterizzata da forme sbarazzine e interni avveniristici. La Jazz, che sarà disponibile soltanto con motore ibrido, è spinta da un 4 cilindri di 1,5 litri abbinato a due motori elettrici. La potenza complessiva è di 109 cavalli trasmessa attraverso le ruote anteriori da una trasmissione a variazione continua (e-CVT) ottimizzata per la massima efficienza. La Jazz è dotata di tre modalità di guida, può marciare con il motore elettrico, a scoppio o con entrambi lasciando decidere al computer in base alla situazione: nella maggior parte delle condizioni di guida in città, il veicolo funziona in EV Drive e Hybrid Drive, passando dall’una all’altra modalità in modo fluido ed impercettibile. In autostrada viene utilizzata la modalità Engine Drive, che può essere integrata dal propulsore elettrico, per una maggiore accelerazione. La Jazz verrà venduta in tre allestimenti (Confort, Elegance, Executive) a partire da 22.600 euro e ad essa si aggiunge una variante Crosstar con look leggermente diverso e ispirata agli sport utility. 

Un mese dopo arriverà sul mercato la Honda e, city car elettrica veramente intrigante e anticonvenzionale. È un concentrato di tecnologia, fra cui il doppio display interno di oltre 24” largo quasi quanto tutta l’auto, e gli specchietti retrovisori digitali formati da piccole telecamere. Vista la sua natura avveniristica sarà zeppa di tecnologia: interconnessa e dotata di un sistema di intelligenza artificiale; il suo motore elettrico in due versioni (da 136 o 154 cavalli) consentirà un’autonomia fino a 220 km. La versione più potente costerà a partire da 38.500 euro. In listino però la Honda propone ancora la supercar NSX, da 581 cv con V6 turbo e tre motori elettrici. E nel giro di due anni arriveranno altri tre modelli ibridi che porteranno a 7 il totale delle Honda elettrificate. Senza dimenticare che i giapponesi costruiscono, ma non vendono a privati in Europa, anche la Clarity, una fuel cell a idrogeno.

  • condividi l'articolo
Mercoledì 1 Luglio 2020 - Ultimo aggiornamento: 17:09 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
COMMENTA LA NOTIZIA
0 di 0 commenti presenti