Jaguar Land Rover si chiamerà in futuro semplicemente JLR. Tutto ruota sui marchi Range Rover, Defender, Discovery, Jaguar
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ROMA - Destination Zero. È il programma che Land Rover (insieme a Jaguar) ha lanciato per i prossimi anni. Zero incidenti. Zero traffico. E naturalmente zero emissioni. Il marchio è partito un po’ in ritardo rispetto alle rivali tedesche, ma ha tutta la voglia di recuperare terreno, proponendo sull’intera gamma versioni elettrificate totalmente elettriche, ibride plug-in o ibride leggere (mild hybrid).
Tecnologie che ben si adattano nelle tradizionali caratteristiche off-road delle auto inglesi e hanno spinto Tata (proprietario del marchio) a investire circa 1 miliardo di sterline: in particolare, le risorse andranno negli storici stabilimento di Castle Bromwich e di Solihull, dove usciranno nei prossimi mesi i primi modelli sviluppati sulla nuova architettura modulare longitudinale MLA, realizzata per produrre versioni dalle diverse dimensioni e alimentazioni, anche completamente elettriche o ibride plug-in, sulla stessa linea di montaggio.
In particolare dalla MLA potrebbe arrivare anche un inedito grande crossover in stile Velar esclusivamente elettrico (a questo si aggiungerebbero due modelli a batteria di Jaguar). L’elettrificazione Land Rover può contare anche su una partnership per componenti e motori con Bmw.
Adottato il sistema mild hybrid, la forma più leggera d’ibridizzazione, su tutta la gamma, la strategia degli inglesi sembra però ruotare soprattutto intorno alla soluzione ibrida plug-in, con un motore elettrico abbinato a un propulsore a benzina e una grande batteria, ricaricabile sia in viaggio sia ad una colonnina, in grado di far viaggiare le Land Rover anche in sola modalità elettrica.
Il manifesto di questo piano è la nuova Defender, un’icona molto attesa dai fedelissimi del marchio che sembra aver perso le ruvidezze estetiche delle precedenti (parte del suo fascino), per conquistare un’anima più urbana e sostenibile.
La Defender sarà disponibile dall’inizio del prossimo anno anche in una versione ibrida plug-in che si annuncia senza compromessi nel carattere fuoristradistico che le compete di diritto nella storia dell’industria automobilistica. Il sistema è il P400e, già adottato su Range Rover Classic e Sport, con un motore 2 litri benzina affiancato da un elettrico, per una potenza complessiva di oltre 400 cavalli. La Defender plug-in potrà viaggiare a zero emissioni per circa 60 chilometri.
Nel frattempo la tecnologia plug-in oggi equipaggia Range Rover Evoque e Discovery Sport nelle versioni P300e che combinano il piccolo 3 cilindri benzina 1.5 della famiglia Ingenium da 200 cavalli a un motore elettrico da 109 cavalli posizionato sull’asse posteriore. La batteria è agli ioni di litio e offre una capacità di 15 chilowattora per un’autonomia in elettrico di 68 chilometri. Nel ciclo di omologazione Wltp le emissioni di CO2 di Evoque e Discovery Sport P300e si fermano a 32 grammi per chilometro. La velocità massima raggiungibile con la sola batteria è di 135 chilometri orari. L’80% della ricarica si ottiene in 30 minuti ad una colonnina veloce oppure in poco più di un’ora e 20 minuti ad una wallbox casalinga. Prezzi da 51.500 euro per la Discovery Sport e 53.000 euro per la Evoque. In attesa del Defender è già un bell’andare.
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