Vasto, rissa alla festa del carciofo: in tre finirono all’ospedale, bar chiuso

Liti per futili motivi scaraventate sedie. I precedenti nel locale

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di Miriam Giangiacomo
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Giovedì 9 Maggio 2024, 07:50

Una violenta rissa, tre persone finite al pronto soccorso e l'attività di un bar, situato nel cento di Cupello, sospesa per 15 giorni. Il provvedimento di sospensione è stato emesso dal questore di Chieti, Aurelio Montaruli, su proposta dei carabinieri della Compagnia di Vasto, dopo che nella notte tra il 27 e 28 aprile scorsi, nel pieno dello svolgimento del frequentatissimo Festival del Carciofo a Cupello, per futili motivi si è scatenata una violenta rissa tra due gruppi di giovani, di cui uno del posto e uno proveniente dalla vicina Monteodorisio. Una rissa che, secondo alcuni testimoni, ha visto i protagonisti anche scagliarsi contro l'un l'altro le sedie dell'attività e che ha richiesto l'immediato intervento dei carabinieri. I militari giunti sul posto, dopo aver riportato la calma tra i giovani, hanno anche identificato alcuni partecipanti alla rissa. Lo scontro tra i due gruppi di ragazzi ha fatto finire al pronto soccorso dell'ospedale San Pio da Pietrelcina di Vasto tre ragazzi tra i 25 e i 30 anni, tra cui una giovane alla quale, essendo stata colpita in testa da una sedia, è stato necessario applicare otto punti di sutura. Ma in realtà, nei giorni precedenti, nello stesso bar di Cupello si erano anche verificati altri due episodi di violenza che avevano reso necessario l’intervento di pattuglie dei carabinieri della caserma cupellese: il primo episodio si era verificato nella notte del 13 aprile quando, ancora una volta per futili motivi, un cliente del bar aveva aggredito un suo conoscente, prendendolo a pugni e mordendolo addirittura sul viso, procurandogli in questo modo lesioni giudicate guaribili in 15 giorni.

Il secondo episodio si era invece verificato nella tarda serata del 24 aprile, sempre nei pressi dello stesso bar, quando c'era stata un’accesa discussione tra alcuni giovani che erano arrivati a insultarsi e in seguito a spintonarsi. E come se questo non bastasse, i due fatti di violenza più gravi sono accaduti in orari in cui l’attività del bar non poteva essere aperta al pubblico perché era stato ampiamente superato l’orario di chiusura. «Si tratta – si legge in una nota emanata della questura – di un atto adottato sulla scorta di quanto stabilito dall’articolo 100 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, una norma che mira a tutelare l’ordine e la sicurezza pubblica che, nel caso di specie, va ad incidere in un contesto territoriale dove si era creato notevole allarme sociale».

Miriam Giangiacomo

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