Steve Albini, morto il produttore dei Nirvana e frontman dei Big Black: aveva 61 anni

La notizia della scomparsa è stata confermata oggi a «Variety» da Taylor Hales, che lavora presso lo studio di registrazione di Albini a Chicago, Electronic Audio

Steve Albini, morto il produttore dei Nirvana e frontman dei Big Black: aveva 61 anni
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 8 Maggio 2024, 22:32 - Ultimo aggiornamento: 11 Maggio, 10:27

Il musicista Steve Albini, protagonista della scena indie-rock americana come frontman dei Big Black, dei Rapeman e degli Shellac e ingegnere del suono e produttore per i Nirvana, è morto all'età di 61 anni a Chicago. La notizia della scomparsa è stata confermata oggi a «Variety» da Taylor Hales, che lavora presso lo studio di registrazione di Albini a Chicago, Electronic Audio.

Chi era Steve Albini

Nato a Pasadena, in California, il 22 luglio 1962, da genitori torinesi immigrati, Albini è stato un cantante, chitarrista, produttore discografico, ingegnere del suono e critico musicale.

Albini è inoltre il fondatore della compagnia Electrical Audio, che opera con due studi di registrazione a Chicago e negli anni si è imposta come una delle più importanti realtà del rock indipendente. Steve Albini è salito alla ribalta all'inizio degli anni Ottanta come frontman dei Big Black, il trio di Chicago noto per il rock aggressivo a base di chitarre che utilizzava una drum machine anziché un batterista in carne e ossa, una rarità per l'epoca.

L'amore per la musica

Tuttavia, era noto anche per le sue critiche altrettanto aggressive nei confronti dei musicisti che riteneva fossero interessati ai soldi o alla popolarità piuttosto che alla musica. Disprezzava il termine «produttore», anche se probabilmente era quello che faceva in molte registrazioni, e insisteva per ottenere il credito «Recorded by Steve Albini» e rifiutava le royalties delle registrazioni da lui effettuate, che è un bonus finanziario comune per la maggior parte dei produttori. Ancora oggi, Albini accettava costantemente ingaggi di produzione, rifiutando il pagamento delle royalties in segno di sostegno ai suoi artisti indie. La sua posizione a volte iconoclasta - e il suo lavoro galvanizzante sull'album «Surfer Rosa», pietra miliare dei Pixies nel 1988 - lo ha fatto apprezzare a Kurt Cobain dei Nirvana, che ha insistito perché la band lavorasse con Albini al suo secondo album, «In Utero» del 1993. Nello stesso periodo, Albini registrò anche il secondo lavoro di PJ Harvey, «Rid of Me», con un suono altrettanto aggressivo.

Gli altri artisti

Albini ha lavorato anche con artisti come Pixies, Breeders, Jesus Lizard, Mclusky e persino con gli ex membri dei Led Zeppelin Jimmy Page e Robert Plant per l'album «Walking Into Clarksdale» del 1998. Quest'ultimo album in particolare ha beneficiato del suono scarno e senza fronzoli di Albini, che era in contrasto con le elaborate registrazioni degli ultimi tempi del duo. Negli anni Novanta Albini ha formato la band Shellac, che ha pubblicato cinque album in studio nel corso degli anni e si sta preparando per un tour alla fine di quest'anno per supportare il loro sesto album completo - e il primo in un decennio - «To All Trains», la cui uscita è prevista per la prossima settimana. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA