David di Donatello 2024, ​i top e flop della serata

Da Mahmood a Giorgia, da Vincenzo Mollica a Giorgio Moroder

Paola Cortellesi riceve il David da Carlo Conti
Paola Cortellesi riceve il David da Carlo Conti
di Giorgia Verna
Sabato 4 Maggio 2024, 00:27 - Ultimo agg. 07:00
4 Minuti di Lettura

È arrivata la “notte degli Oscar italiani”. Al teatro 5 di Cinecittà, tempio del grande Federico Fellini, si è tenuta la 69a edizione dei David di Donatello 2024

Ecco i momenti più iconici e ciò che invece ha meno convinto nella serata del 3 maggio.  

Top

 Mahmood 

Visibilmente emozionato, ma sempre impeccabile, spetta al cantante Mahmood l'arduo compito di aprire le danze dei David. Letteralmente. La sua “Tuta gold” fa ballare il Teatro 5, tra acrobati, circensi e danzatori in giacca e cravatta. 

David alla carriera a Vicenzo Mollica

«Evviva il cinema!». Quella voce inconfondibile e quell'energia contagiosa. In pochi istanti Vincenzo Mollica scalda il palco del Teatro Cinque.

Stading ovation per il grande cronista che ha raccontato il cinema. «Se potessi tornare a vedere? Vorrei guardare mia moglie e mia figlia». 

David alla carriera a Giorgio Moroder

Uno dei dj più famosi al mondo che ha creato colonne sonore ballate da intere generazioni: “Take my breath away”, “What a feeling”, “The Never ending story” e tante altre: è Giorgio Moroder a ricevere il secondo David alla carriera della serata. «Questo per me vale come un Oscar» dice l'artista sorridendo a Carlo Conti che risponde ironico: «Vale anche di più». 

A omaggiare l'artista, la cantante Giorgia, con una meravigliosa interpretazione di “I feel love”. «È l'arrangiamento più bello che io abbia mai sentito» ha concluso Moroder. 

L'omaggio a Sophia Loren e Marcello Mastroianni con Malika Ayane

Delicata, quasi una preghiera sussurrata: «What a wonderful world». La voce inconfondibile di Malika Ayane riempie il Teatro di 5 mentre immagini in bianco e nero di Marcello Mastroianni e di Sophia Loren scorrono sui grandi schermi. Ballerini e comparse ricreano le scene più iconiche come il mambo di Sophia o quel «Marcello» urlato nella fontana di Trevi. Toccante ed emozionante: un vero omaggio al grande cinema italiano e all'arte in generale. 

 

Il David alla carriera di Milena Vukotic 

«Sono davvero emozionata per questo premio. Devo ringraziare i miei genitori che mi hanno sempre permesso di seguire il mio sogno». Milena Vukotic accetta il David alla carriera con gli occhi lucidi, emozionata e commossa. «Ma la chiamano ancora Pina?» chiede Carlo Conti facendo riferimento al suo personaggio in Fantozzi. «Sì, sempre ed è sempre bello. Essere amati non è mai fastidioso».  

Matteo Garrone e il ricordo delle vittime delle tratte migratorie

Vince i premi più ambiti, Matteo Garrone, miglior film e miglior regia grazie al suo «Io Capitano» che racconta la storia di Mamadou, che ringrazia il regista in prima persona. «Grazie a Matteo che ha creduto nella mia storia.  È necessario parlare del futuro, del sogno perché questo film parla di questo. Ringrazio le Ong che ogni giorno salvano le vite umane sulla terra e nel mare. E infine dico, basta morti in Palestina». 

Cortellesi piglia tutto

«Lo so che non mi sopportate più». La sua è un'ironia risaputa: Paola Cortellesi e il suo «C’è ancora domani» si aggiudicano bene sei David di Donatello. Sin dall'inizio della serata e un alzarsi e riabbassarsi sulla sedia di velluto rosso: David dello spettatore, Miglior attrice non protagonista, Miglior sceneggiatura originale, Miglior esordio alla regia, Miglior attrice protagonista e David Giovani.  

Flop 

Lo stacchetto

L'idea non era male: dei ballerini completamente dorati vestiti da David di Donatello danzano attorno a ogni artista che fa parte della cinquina candidata a miglior film. Non manca la musica e soprattutto le piume. Eppure il risultato finale è poco convincente e lo si capisce anche dallo sguardo degli attori, visibilmente imbarazzati. 

Miglior scenografia e migliori costumi sulle scale

Il sogno di ogni attore è ricevere un premio Oscar. Nel caso del cinema italiano, i David si avvicinano abbastanza. A emozionare è il tutto: l'iconica frase «E il David va a...», le battute con i presentatori, gli applausi del pubblico, le luci, il palco. Eppure per alcune categorie, in particolare miglior scenografia e migliori costumi, tutto questo rituale è assente. La premiazione avviene a parte, sulle scale con Fabrizio Biggio. «Perché siamo sempre visti come quelli di serie B» afferma Sergio Bello visibilmente arrabbiato. «La tirchieria di dare poi una sola statuetta quando si viene premiati in due. Ma vabbè». Un momento che ha fatto un po' storcere il naso in una serata tendenzialmente ben riuscita. 

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